L’obiettivo è portare lunedì al Quirinale a Sergio Mattarella il nome del presidente del Consiglio che dovrà guidare il governo a doppia targa Movimento 5 Stelle e Lega. Chi sarà? «Una figura che vada bene a entrambi, con una esperienza professionale incontestabile e che condivida e abbia contribuito alla stesura del programma» ha risposto ieri Matteo Salvini a Milano, in uno dei mille gazebo allestiti per sottoporre il programma sottoscritto tra le due forze politiche ai militanti leghisti (ieri il documento era stato approvato sulla piattaforma Rousseau di M5S).
Al profilo di “mister X” aggiunge connotati il vicesegretario leghista Lorenzo Fontana. «Sarà - ha detto a L’intervista di Maria Latella su Skytg24 - un premier che sarà un po' più spostato nell’area dei Cinque Stelle perché in questa
maggioranza loro hanno il 32% e noi il 17 ma non sarà effettivamente un esponente del M5S».
Salvini aveva poco prima ribadito che il “primo ministro” non sarà né lui, né il suo omologo pentastellato Luigi Di Maio. I due si vedranno domani alla vigilia dell’appuntamento con il presidnete della Repubblica. «Le idee le abbiamo» ha risposto Salvini che si è detto «sono fiducioso». «Abbiamo già fatto un lavoro che non è mai stato fatto nella storia della Repubblica italiana, ossia definire un programma punto per punto da rispettare mese per mese, e se poi qualcuno non rispetterà questo programma salta tutto».
Prima di lunedì, però, sul quel nome vale la consegna del silenzio. «Per rispetto lo facciamo prima al presidente della Repubblica» ha spiegato ancora Salvini. Per il quale la nascita di un esecutivo giallo-verde non significa la fine della coalizione di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), nonostante le presa di posizione molto critica del giorno prima da parte di Silvio Berlsuconi («In questo momento - aveva detto il Cavaliere - con Salvini c’è molta distanza... Gli ho consigliato di tornare a casa»). «Conto di dare risposte non solo agli elettori della Lega ma anche di centrodestra» ha rassicurato il leader leghista. Ma Fontana è più netto: «Sono ridotte a zero le possibilità
che Salvini torni a casa, da Berlusconi».
Salvini ha votato il contratto di governo con il M5S, a Milano, al gazebo organizzato al centro commerciale del Portello, nella periferia ovest. «Quando la gente partecipa, sceglie e dice la sua e porta idee e soluzioni - ha detto Salvini - è sempre un esercizio positivo. Ho notizia di migliaia di persone, anche tanti non leghisti, che stanno portando il loro contributo. Se nasce, è un governo che nasce con un sostegno popolare forte». A fine giornata Salvini dice: «Più di 100mila persone oggi sono venute ai gazebo della Lega, in tutta Italia, per portare idee, consigli e proposte: grazie, siete unici! E domani altri gazebo
in altre piazze».
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