Oggi è quindi il fatidico giorno in cui Di Maio e Salvini saliranno al Colle con l'accordo fatto e i nomi del premier e dei ministri in tasca. Finora ci sono stati segnali a distanza tra i due leader e il Quirinale e in alcuni momenti sono stati poco rassicuranti. Il capo leghista che ieri avvertiva Mattarella che non accetterà veti è un modo più o meno chiaro per mettere sul tavolo un aut aut: o passa la mediazione trovata dall'asse grillo-leghista o si torna al voto.
Non è certo questo però che preoccupa il capo dello Stato il quale, per le prerogative che gli affida la Costituzione, si concentrerà soprattutto sul nome del premier e del ministro dell'Economia.
Rischio mercati e Draghi in uscita
Se sono vere le anticipazioni dei giornali di oggi, il primo è il professor Giuseppe Conte, il secondo Paolo Savona. Ecco, quanto possono tutelare il Paese una figura tecnica che verosimilmente subirà il peso politico dei due leader e quanto può invece agitare gli ambienti europei e finanziari un anziano economista con inclinazioni e idee no-euro? Queste saranno le valutazioni che Mattarella scambierà con i due capi partito, tenendo conto del rischio che si è già sentito sui mercati nei giorni scorsi con gli andamenti negativi della Borsa, il rialzo dello spread e il timore di revisione al ribasso sul rating dell'Italia. E con una preoccupazione ulteriore: per il capo dello Stato: che nel giro di un anno Mario Draghi non sarà più alla guida della Bce e il Qe che finora ci ha protetto si avvierà alla fine. Con queste riflessioni oggi al Colle sperano di costruire la prima interlocuzione positiva con i neo-azionisti del Governo. La prima di una serie, oppure sarà l'inizio di una stagione più conflittuale che collaborativa.
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