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Industria, gli incentivi dimenticati: tre miliardi in scadenza

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Industria, gli incentivi dimenticati: tre miliardi in scadenza

Alla fine del 2018 scadranno, o resteranno comunque senza risorse, incentivi alle imprese che valgono 3 miliardi all’anno. Saranno rifinanziati o saranno lasciati decadere? Sono ancora strategici o saranno completamente riformati? Peseranno nel conto della prossima legge di bilancio? Ognuno di questi tre interrogativi è assolutamente lecito vista l’incertezza che al momento caratterizza il futuro delle politiche industriali. Sul tema, in campagna elettorale, M5S e Lega non sono andate oltre dichiarazioni generali a sostegno del programma Industria 4.0. Nel contratto di governo resta una certa vaghezza. Si parla di favorire nuove competenze e si prevedono «misure di sostegno alle micro e piccole imprese nel rinnovamento dei loro processi produttivi» anche per favorire la diffusione delle tecnologie avanzate.

Ma presto, già in vista della manovra in autunno, bisognerà passare dai principi ai conti. Da una ricognizione del Sole 24 Ore emerge che, se si volesse lasciare intatto l’attuale quadro di policy per l’industria, alla fine dell’anno andrebbero rifinanziate misure per poco meno di 3 miliardi. L’iperammortamento e il superammortamento fiscale, cuore del piano Industria 4.0, valgono da soli 1,1 miliardi l’anno di impegno per le casse pubbliche. In entrambi i casi gli investimenti in beni e macchinari vanno effettuati entro il 31 dicembre 2018. È vero che l’ultima legge di bilancio ha previsto una coda fino al 2019 (al 30 giugno per il superammortamento e al 31 dicembre per l’”iper”) ma questa vale solo per le consegne effettuate se, comunque, si è versato un acconto pari ad almeno il 20% entro il 2018. Insomma, le due agevolazioni potrebbero richiedere un intervento normativo se non si vuole rischiare una frenata degli investimenti all’inizio del prossimo anno. L’impatto sulla crescita è stato stimato nell’ultimo Def (documento di economia e finanza). Considerando la parte centrale del capitolo Impresa 4.0 - quindi le misure per gli investimenti innovativi e le competenze - il Tesoro ha calcolato un potenziale scostamento del Pil dello 0,7% in cinque anni. L’Istat stima invece che super e iperammortamento - uniti al credito di imposta per la ricerca (coperto finanziariamente fino al 2020) - producano una crescita complessiva degli investimenti dello 0,1% annuo.

QUANTO «PESANO» PER UN ANNO LE MISURE: LE CIFRE IN VISTA DELLA PROSSIMA MANOVRA

Lo stesso rischio frenata potrebbe materializzarsi con i finanziamenti agevolati della “Nuova Sabatini” per l’acquisto di beni strumentali. Non c’è una scadenza, in questo caso, ma la legge prevede che la concessione dei finanziamenti si interrompa all’esaurimento delle risorse disponibili. In un anno sono stati assorbiti 900 milioni di contributi pubblici. Le associazioni di categoria stimano che per il 2019 potrebbero servire ulteriori 500 milioni.

Il peso dei fondi Ue sugli investimenti nazionali

Nell’elenco entra anche un altro pezzo centrale di Industria 4.0, ovvero la costruzione delle competenze. Dopo un iter complicatissimo non sono ancora in vigore le regole per il credito d’imposta per la formazione in attività 4.0 (decreto firmato dai ministri ma ancora all’esame della Corte dei conti). Per questa misura ci sono a disposizione 250 milioni, solo però in via sperimentale per il 2018. Una cifra analoga andrebbe prevista per il 2019, sempre che si voglia mantenere in vita la misura come sembrerebbe dai principi enunciati dal contratto di governo. Più oneroso l’impegno per il Fondo centrale di garanzia: 500 milioni se si volesse quantomeno confermare l’intervento fatto con l’ultimo decreto fiscale per soddisfare il fabbisogno annuale.

Bisognerà poi decidere in fretta che cosa fare sulle misure in scadenza tra quelle finalizzate al sostegno del lavoro. È coperta solo fino al 2018 la decontribuzione piena per le assunzioni stabili di giovani e disoccupati del Sud (anche in questo caso 500 milioni). E per gli ammortizzatori sociali nelle aree di crisi industriale complessa la proroga attualmente è possibile solo fino al 2018, con 34 milioni a disposizione dei quali 9 già assegnati.

Merita un discorso a parte il piano sui Competence center, i centri università-imprese per lo sviluppo della ricerca industriale. Il ministero dello Sviluppo ha annunciato ieri l’aumento della dote da 40 a 73 milioni, dal 2018 in avanti. Le risorse, secondo le prime anticipazioni, dovrebbero bastare a finanziare 8 Centri.

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