Al Quirinale la chiamano pausa di riflessione. E dunque chi si aspettava che ieri, dopo i colloqui con Di Maio e Salvini, spalancasse le porte a Giuseppe Conte per l’incarico si sbagliava. È lui il nome che i due leader hanno fatto a Sergio Mattarella ma la “frenata” del Colle non dipende dai dubbi sul suo profilo. I dubbi - anzi - i timori riguardano il contesto di questi giorni che è quello del rialzo dello spread, i segnali nervosi della Borsa, l’allarme sui conti e il “messaggio” di Fitch che vede un rischio Italia.
Un quadro che il capo dello Stato discute e monitora costantemente sentendo Mario Draghi con cui i contatti sono frequenti. È dunque anche per vedere quale piega e quali sviluppi avranno queste prime fibrillazioni che Mattarella si prende una pausa anche per incanalare nei giusti binari il confronto che avrà con Conte quando, probabilmente mercoledì, gli darà l’incarico di formare il Governo.
Oggi, anche per una forma di riguardo istituzionale, incontrerà i presidenti di Camera e Senato – Roberto Fico ed Elisabetta Casellati – poi nel pomeriggio sarà a Civitavecchia per un impegno e nel frattempo verificherà se le tensioni sui mercati vanno calando o si accentuano. Sembra che il colloquio sia con Salvini che con Di Maio sia stato principalmente di questa natura. Gli ha chiesto, cioè, di non sottovalutare le tensioni che si avvertono e che non riguardano solo il mondo lontano della finanza ma quello vicinissimo dei risparmi degli italiani. E nel faccia a faccia sia il leader leghista che il capo politico dei 5 Stelle hanno annuito e concordato, impegnandosi a non suscitare con dichiarazioni estemporanee ulteriori allarmi.
Per la verità, Salvini appena uscito dal Colle ha rassicurato ma dopo poco ha rialzato la mira e sparato a zero contro «tagli, austerità e vincoli Ue». Un doppio registro che nel mondo grillino viene guardato con molto sospetto, come se lui cercasse quasi il pretesto da Mattarella per far saltare tutto e compromettere la nascita del Governo creando – ad arte – ostacoli al patto grillo-leghista. Di tono e sostanza diversa sono, infatti, le dichiarazioni dei 5 Stelle che finora non hanno acceso fuochi o sparso benzina sulla situazione di Borsa e spread di questi ultimi giorni.
Non solo per Sergio Mattarella ma per i due futuri azionisti dell’Esecutivo, anche la prova di oggi all’apertura dei mercati è un segnale. Forse non tanto sul nome di Conte ma sull’altro profilo di spicco, quello che con più attenzione guardano all’esterno visto che il premier in pectore non ha competenze specifiche in materia economico-finanziaria. Si tratta di Paolo Savona, scelto soprattutto dai leghisti per la guida di via XX Settembre, che sarà sotto “esame” per le sue idee no-euro. Ecco, visto che il capo dello Stato discuterà dei ministri con il premier incaricato, è facile immaginare che su di lui ci sarà il confronto più profondo e dettagliato.
Del resto, Mattarella ha fin qui molto insistito sul tema dell’aderenza all’Europa, del rispetto degli accordi, vincoli e Trattati come da Costituzione e dunque servirà un chiarimento su quale sarà l’impostazione sul ministero dell’Economia. Sembra escluso che il capo dello Stato possa fare una lettera, come pure fece il suo predecessore Scalfaro con Berlusconi, ma un passaggio esplicito sulla nostra collocazione in Europa sono in molti a pensare che vi sarà. O da parte sua, o da parte dei principali protagonisti della futura squadra di Governo.
Ecco, in attesa di completare tutte le verifiche e i chiarimenti che dovranno esserci per l’atto di nascita del neo Esecutivo - il primo in Europa guidato da due forze euroscettiche pur se con accenti piuttosto diversi - è stato scelto di rallentare di 48 ore il percorso verso l’incarico a Conte. E dar modo anche ai due leader e ai rispettivi partiti di riflettere sull’effetto che fa all’esterno vederli a un passo dal governare.
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