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Dossier Siena: il M5S non corre e il centrodestra punta a una vittoria storica

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Dossier | N. 37 articoliAmministrative, il 24 giugno ballottaggi in 75 comuni

Siena: il M5S non corre e il centrodestra punta a una vittoria storica

Piazza del Campo a Siena
Piazza del Campo a Siena

In una città che ancora non ha trovato una sua nuova vocazione dopo la crisi del Monte del Paschi, le prossime elezioni comunali del 10 giugno saranno dominate da più di una incognita. La prima sorpresa è stata la mancata presentazione della lista del M5S. La seconda variabile sono i quattro candidati di area sinistra o centrosinistra, che contenderanno i voti al sindaco uscente Pd, Bruno Valentini, ma il cui elettorato al ballottaggio potrebbe convergere sul suo nome. In mezzo c’è il centrodestra unito sul nome di Luigi De Mossi che spera nel colpaccio.

De Mossi e il commissariamento della Lega
Proprio l’intesa di governo che Lega e M5S stanno portando avanti a Roma ha spinto molti a pensare a una sorta di desistenza di fronte alla mancata presentazione della lista grillina a Siena. Ma la situazione è più complessa: l’avvocato Luigi De Mossi, candidato “civico” attorno a cui sono confluiti Fi, Lega e Fratelli d’Italia, ha portato un terremoto nel Carroccio locale: la sezione cittadina è stata commissariata dopo le dimissioni di tre su cinque dei membri del consiglio direttivo. Questi ultimi erano in disaccordo con la scelta di De Mossi, sponsorizzato da Fi (il Carroccio, con il 14,8%, in città è risultato il partito più votato del centrodestra alle politiche del 4 marzo).

M5S senza lista
È quindi tutt’altro che scontato che i voti orfani dei grillini confluiscano alla fine sul candidato del centrodestra, coalizione che punta a una vittoria storica in città avendo preso alle politiche il 31,5%. I 5 stelle il 4 marzo hanno ottenuto in città il 19,5%. Quindi è stata forte la delusione tra gli attivisti quando dai vertici M5S non è arrivato il via libera per l’uso del simbolo. «Una decisione difficile da digerire», ha detto l’ormai ex candidato sindaco M5S Luca Furiozzi. Tanto più che in città negli anni passati, dopo le polemiche sulla gestione di Mps, erano venuti tutti i big del movimento, da Beppe Grillo a Luigi Di Maio, passando per Alessandro Di Battista.

La tenuta del centrosinistra
Siena è governata dal centrosinistra fin dal dopoguerra. Già fu una notizia nel 2013 quando il centrodestra, sulla scia del caso Mps, per la prima volta in venti anni riuscì a portare il candidato sindaco Pd Bruno Valentini al ballottaggio (che poi vinse per meno di mille voti, con l’appoggio anche dell’allora sinistra di Sel). Alle politiche il centrosinistra ha tenuto nonostante la debacle registrata a livello nazionale. La coalizione è arrivata prima (38,3%) in città, con il Pd che è rimasto il partito più votato (31,4%).

La ricandidatura di Valentini (Pd)
Già renziano, il sindaco uscente Pd Bruno Valentini ha deciso di ricandidarsi. In un primo momento si era parlato di primarie, ma poi nessuno sfidante ha raccolto le firme. Valentini negli ultimi tempi è sembrato prendere le distanze dall’ex segretario Matteo Renzi (ha detto che avrebbe invitato a Siena per la chiusura della sua campagna piuttosto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti).

Altri quattro candidati tra sinistra e centrosinistra
Valentini non avrà la concorrenza di Liberi e Uguali (4,4% in città alle politiche), che non ha presentato la propria lista. Tuttavia avrà quattro candidati alla carica di sindaco che potrebbero togliergli voti: Alessandro Pinciani (Pd, ex Margherita), David Chiti (attivo nel volontariato e già consigliere comunale vicini all’ex sindaco Pd Franco Ceccuzzi), Pierluigi Piccini (già sindaco dal 1993 al 2001 con Pds e Ds) e Alessandro Vigni (Sinistra per Siena e Potere al Popolo).

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