Botta e risposta a distanza tra Italia e commissione Ue sul tema dell’accoglienza dei migranti che giungono nei porti italiani. Ieri il presidente Jean Claude Juncker, in occasione di una conferenza stampa congiunta col presidente dell’Unione africana Moussa Faki, a chi gli gliedeva un commento sull’espulsione di 500mila migranti prevista dal programma del nuovo governo Lega - M5S aveva detto: «Siamo vigili per salvaguardare per intero i diritti degli africani che sono in Italia». Oggi, a circa 24 ore di distanza, una nota della Farnesina, dai toni poco diplomatici, ha replicato alle parole di Juncker. «L’auspicio dell’Italia - si legge nel testo del documento - è che tutta l’Ue concorra alla responsabilità per i salvataggi in mare, ai rimpatri e alla cooperazione con i Paesi di origine e transito, affinché non sia l’Italia a dovere sopportare tutto il peso dei flussi migratori che si creano nel Mediterraneo, come invece avviene da anni».
L’Ue cooperi con Oim e Unhcr sulla base del rapporto promosso dall’Italia
Non solo. «Altrettanto forte - sottolinea ancora il ministero degli Esteri - è l’auspicio che l’Unione Europea sappia rafforzare ulteriormente il rapporto di cooperazione da tempo instaurato dall’Italia con organismi internazionali quali Oim e Unhcr e che sta producendo risultati concreti, e che l’Ue sostenga gli impegni finanziari a valere sul Trust Fund Africa».
Ancora stallo in negoziato revisione Dublino
Intanto prosegue lo stallo nel negoziato sulla revisione del regolamento di Dublino. Oggi gli ambasciatori dei 28 (Coreper) sono tornati a confrontarsi sulla proposta della presidenza bulgara, ma la discussione ha evidenziato ancora una volta posizioni distanti tra i Paesi del sud (Italia, Malta, Grecia, Spagna, Cipro) e quelli dell’Est (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia). In particolare, si apprende, l’Italia è contraria perché giudica insoddisfacente l’equilibrio individuato tra solidarietà e responsabilità. Germania e Commissione Ue insistono invece sulla necessità di trovare una soluzione entro fine giugno, quando scadrà il mandato della presidenza di turno bulgara, e subentrerà quella austriaca. Quella sulla riforma del regolamento di Dublino sarà una delle prime grandi battaglie che il nuovo governo dovrà affrontare, dato che il dossier atterrerà sul tavolo dei ministri dell’Interno dell'Ue il 4 giugno a Lussemburgo (dopo un nuovo passaggio in Coreper martedì) e sarà al centro dell’agenda dei leader al summit del 28 e 29 giugno.
© Riproduzione riservata