«Le attuali difficoltà e crisi nel sistema economico hanno una innegabile dimensione etica: sono legate a una mentalità di egoismo e di esclusione che ha generato nei fatti una cultura dello scarto, cieca rispetto alla dignità umana dei più vulnerabili». Queste le parole usate da Papa Francesco per rivolgersi ai membri della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, accolti in udienza nella Sala Regia dei Palazzi Vaticani a conclusione della conferenza internazionale “Nuove politiche e stili di vita nell'era digitale”. Poco prima, il Papa aveva ricevuto in udienza al Palazzo apostolico il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo.
Contro la “globalizzazione dell'indifferenza”
La “cultura dello scarto” richiamata dal Pontefice si rispecchia nella «crescente “globalizzazione dell'indifferenza” davanti alle evidenti sfide morali che la famiglia umana è chiamata ad affrontare. Penso specialmente ai molteplici ostacoli allo sviluppo umano integrale di tanti nostri fratelli e sorelle, non solo nei Paesi materialmente più poveri ma sempre più anche in mezzo all'opulenza del mondo sviluppato». «Penso anche - ha aggiunto il Pontefice - alle urgenti questioni etiche legate ai movimenti migratori mondiali».
Il digitale e la minaccia al lavoro dei giovani
Parlando del tema della conferenza Francesco ha ricordato che una delle sfide al centro del confronto «è la minaccia che le famiglie stanno affrontando a causa delle incerte opportunità di lavoro e dell'impatto della rivoluzione della cultura digitale», un «ambito decisivo nel quale la solidarietà della Chiesa è effettivamente necessaria». Il Papa ha poi concluso sottolineando positivamente il «costante impegno» della Fondazione «con i leader dell'economia e della finanza, come pure con i dirigenti sindacali e altri del settore pubblico», per «cercare di assicurare che l'intrinseca dimensione sociale di ogni attività economica sia adeguatamente tutelata e fattivamente promossa».
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