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Rispunta l’ipotesi di un governo M5S-Lega. Salvini o Giorgetti in…

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COTTARELLI AL COLLE per «incontro informale»

Rispunta l’ipotesi di un governo M5S-Lega. Salvini o Giorgetti in pole per Palazzo Chigi. Meloni apre

«Spero che si vada alle elezioni il prima possibile ma in una situazione politica molto difficile resta una posizione coerente ma collaborativa con il presidente della Repubblica Mattarella per uscire a risolvere quella che è l'attuale crisi che stiamo vivendo». A dirlo è il leader Cinque Stelle Luigi Di Maio, durante un comizio a Napoli. Le sue parole sorprendono perché non più tardi di lunedì, lo stesso Di Maio, pochi minuti dopo la bocciatura della candidature Savona da parte del Quirinale, aveva lanciato la campagna per promuovere nientemeno che l’impeachment di Mattarella.

Tra le ipotesi cresce quella di un nuovo tentativo di far nascere un governo M5S-Lega guidato da un esponente leghista che potrebbe essere il leader Matteo Salvini o Giancarlo Giorgetti.

Una retromarcia che si spiega con alcuni motivi contingenti, dettati sopratutto dall’aggravarsi delle tensioni finanziarie sull’Italia - impennata dello spread e Borse in rosso -, dalla contrarietà a votare la fiducia a un governo a guida Cottarelli ma, al tempo stesso, anche dal rischio di un poco praticabile voto a luglio o comunque tardo estivo (a settembre) che rischierebbe di portare all’esercizio provvisorio e all’impossibilità di sterilizzare le clausole Iva.

Anche da Matteo Salvini giungono segnali di un allontanamento delle urne. «Facciamo partire il Parlamento e cambiamo le pensioni» ha detto il leader leghista in un comizio a Siena.

Altra novità serale, l’apertura di Giorgia Meloni. «Noi siamo stati critici - ha scritto la leader di Fratelli d’Italia su Facebool - però arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con FdI, perché crediamo che bisogna fare tutto quello che c'è da fare in questo momento per tirare fuori l'Italia dalla situazione di caos nella quale rischia di gettarsi. Presidente, ci rifletta perché non avremo molto altro tempo».

A sostegno di questa giravolta di Di Maio c’è chi fa notare, nelle ultime ore, il richiamo realista del padre nobile del Movimento, Beppe Grillo, che invita i suoi “ragazzi” a fare politica invece che stizzirsi; ma anche le parole rassicuranti dello stesso leader sulla moneta unica: «Mai stata in discussione». Oltre che, ovviamente, il ritiro dell’ipotesi impeachment, rimessa frettolosamente nel cassetto da parte di Di Maio in persona.

Governo, e ora? tre gli scenari

Il risultato è che dietro le quinte gli sherpa di Lega e Cinque stelle stanno cercando di riattivare i canali con il Quirinale per provare a rimettere in pista un governo giallo-verde, ovviamente depurato della figura divisiva di Paolo Savona. «Una maggioranza c’è in parlamento, fatelo ripartire quel governo ma basta mezzucci», ha chiosato sempre Di Maio. Di qui, probabilmente, lo slittamento dell’operazione Cottarelli. Nelle prossime ore si capirà se questa ipotesi resta una suggestione oppure prenderà davvero corpo.

In precedenza la giornata era già stata ricca di copi di scena. Il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli infatti aveva lasciato il Colle per fare rientro alla Camera, senza dunque sciogliere la riserva come era nelle previsioni. La pressione mano a mano crescente per un voto ravvicinato, già a fine luglio, sembra aver messo in stand-by Carlo Cottarelli. Nel corso dell'incontro con Mattarella, il presidente incaricato ha fatto il punto della situazione con il Capo dello Stato che ha deciso di prendere tempo e valutare fino a che punto si registri convergenza tra le forze politiche per elezioni a brevissimo.

Fonti del Quirinale tuttavia fanno notare che Cottarelli ha semplicemente
bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista e nessuno ha parlato di rinuncia all'incarico. «Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto», ha confermato Cottarelli.

Un nuovo giro di consultazioni rapido e informale coinvolgerebbe lo stesso Cottarelli, che riporterà al presidente della Repubblica entro domani mattina. Allo stato l'ipotesi di cui si discute riguarda un ritorno alle urne il 29 luglio. Anche se le ultime aperture di Di Maio potrebbero riaprire decisamente i giochi.

Cottarelli convocato da Mattarella. Scontro istituzionale: M5S invoca impeachment

Di Maio: ipotesi impeachment non più sul tavolo
«Non vorrei rompere le scatole agli italiani almeno nel mese di agosto. La cosa certa è che non possiamo avere un governo fantasma che magari aumenta l'Iva e aumenta le tasse sulla benzina e che poi se ne va indisturbato dopo tre o quattro mesi. Da questo punto di vista prima è meglio è, sperando che non si voti a Ferragosto», registra Matteo Salvini. E se i due fronti "pro e contro" Mattarella si preparano a scendere in piazza tramontata definitivamente è intanto l’ipotesi di impeachment nei confronti del Capo dello Stato. «Prendo atto che Salvini non lo vuole fare e ne risponderà lui come cuor di leone ma purtroppo non è più sul tavolo perché Salvini non lo vuole fare e ci vuole la maggioranza», spiega Luigi Di Maio al suo arrivo a Napoli per un appuntamento in piazza. I toni appaiono ben diversi rispetto ai due giorni appena alle spalle. «Spero che si vada alle elezioni il prima possibile ma in una situazione politica molto difficile resta una posizione coerente ma collaborativa con il presidente della Repubblica Mattarella per uscire a risolvere quella che è l'attuale crisi che stiamo vivendo». Dinanzi agli attivisti che ne scandiscono il nome Di Maio sgombra il campo dalle intenzioni erroneamente attribuite, a suo dire, al Movimento. «Questa crisi di certo non l'abbiamo generata noi. E voglio dire anche che se i mercati hanno paura che l'Italia esca dall'euro è perché qualcuno ha fatto girare questa balla che questo governo voleva uscire dall'euro ma la nostra volontà non è mai stata quella». Per il capo pentastellato «hanno usato la cosa dell'euro per impaurire le persone».

Salvini: «Lo spread? Chiedete a Mattarella»
Ma resta sullo sfondo lo scenario del voto. «La condizione per un alleanza con Forza Italia è cambiare le regole europee, non posso allearmi con chi mi dice che l'Europa va bene così», aveva detto stamattina il leader della Lega Matteo Salvini a Radio Anch'io. Commentando lo sfondamento dello spread oltre quota 300, il numero uno del Carroccio liquida la questione. «Chiedete a Mattarella. Fosse per me ci sarebbe un governo in carica, hanno scelto altrimenti per rassicurare i mercati, non mi sembra ci stiano riuscendo...».

Martina propone astensione sulla fiducia
Intanto guarda al voto l'ex segretario del Pd Matteo Renzi, sottolineando che «le elezioni sono una grandissima occasione, da un lato gli sfascisti istituzionali dall'altro un fronte ampio guidato dal Pd ma che non sia solo il Pd». E annuncia: «Sarò come tutti in campo a dare una mano. Se gioco mediano stavolta nessun problema. Ma è una sfida pazzesca». Maurizio Martina propone al gruppo Pd di «astenersi sul voto di fiducia» al governo Cottarelli per «rispettare il carattere di neutralità politica» del nascente esecutivo che i dem sostengono «con piena convinzione».

Grillo: Mattarella ha intortato? È la politica
«L'establishment è riuscito a bloccarci? Ok, fa parte del gioco!». Sul blog delle stelle è Beppe Grillo a spiegare di non esser «affetti dalla sindrome dell'adolescente ribelle che spera che alla fine il padre gli dia ragione». «Mattarella ha intortato le cose oppure ha fatto lo sgambetto alla democrazia? Lo vedremo, ma quel che è sicuro è il cuore della contesa: c'è chi vuol vivere inginocchiato alle ragioni della finanza e chi no». «Non serve capirne la storia o denunciarne le intenzioni - aggiunge - perché le loro posizioni sono scoperte finalmente mentre le nostre lo sono sempre state».

Incarico a Cottarelli, oggi i ministri

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