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Chi è Moavero-Milanesi, il tecnico europeista alter ego di Monti

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Chi è Moavero-Milanesi, il tecnico europeista alter ego di Monti

Enzo Moavero Milanesi è stato ministro per gli Affari europei nei governi Monti e Letta (foto Ansa)
Enzo Moavero Milanesi è stato ministro per gli Affari europei nei governi Monti e Letta (foto Ansa)

Quando si pensa a lui, viene in mente l’immagine del tecnico. È considerato da molti come una sorta di alter ego giuridico di Mario Monti, nel cui governo è stato ministro senza portafoglio per gli Affari europei (esperienza poi replicata con Enrico Letta a Palazzo Chigi). Romano, 64 anni, avvocato, sposato e padre di tre figli, Enzo Moavero Milanesiè il nuovo ministro degli Esteri del governo M5S-Lega. Moavero Milanesi è diretto discendente dei Bocconi. Di quella famiglia cioé che, partendo da Cavenago, finì per fondare a Milano la Rinascente prima e l'Università Bocconi poi.

Già capo di gabinetto dei commissari europei Filippo Maria Pandolfi e, appunto, Monti a Bruxelles e consigliere a Palazzo Chigi di Amato e Ciampi nel 1992-1993, Moavero è esperto di mercato e concorrenza, con una vita trascorsa in gran parte all’estero, dedicata al mercato e al diritto internazionale. All’inizio della sua carriera è a Yale, dopo la laurea in legge alla Sapienza nel 1977 e un tirocinio in uno studio legale di diritto internazionale. Poi arriva la specializzazione al College de France di Bruges in diritto comunitario e quella in diritto internazionale, alla University of Texas, a Dallas.

Nel 1993 entra, a meno di 30 anni, come funzionario della Direzione generale della Concorrenza della Commissione dell’allora CE, passando sei anni dopo al gabinetto del vicepresidente. In veste di consigliere dei governi Amato e Ciampi dal 1992 al 1994, torna spesso a Roma. Amato lo nomina poi capo del Segretariato per gli Affari Europei nell’ambito del Segretariato generale della Presidenza del Consiglio, con funzioni di coordinamento della politica economica italiana con la politica comunitaria.

L’incontro con Monti risale al 1995 quando il commissario per il mercato interno, appena nominato, lo chiama a capo del suo gabinetto. Per poi portarselo dietro anche dopo quando il professore assume la guida della Commissione alla concorrenza. Nel 2002, Moavero viene nominato segretario generale aggiunto della Commissione Europea. Dal 2005 al 2006 diventa direttore generale dell’Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, per poi giurare a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue.

Da ministro nel Governo Monti è in prima fila nella partita per riportare l’Italia a pieno titolo sui tavoli brussellesi, mostrando non solo le sue doti da tecnico, m anche quelle di abile diplomatico e mediatore, in grado di mantenere l’equilibrio sul filo sottile dei conti pubblici, tra rigorismo e necessità di liberare risorse per la crescita.

Nel 2017 dopo l’esperienza nei governi Monti e Letta, viene nominato dal Presidente Gentiloni consigliere del premier per la promozione della dislocazione a Milano della sede dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), già situata a Londra. Adesso è la volta della Farnesina, dopo la gestione Alfano. L’edificio, iniziato alla fine degli anni Trenta, sarebbe dovuto essere il nuovo Palazzo del Littorio, sede del Partito Nazionale Fascista, ma già nel 1940 era stato cambiata la destinazione d’uso in Ministero degli Affari Esteri. Se l’aneddoto sulla scrivania corrisponde a realtà, non sarà facile trovare una sistemazione al neo ministro.

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