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Sicurezza e immigrazione, Salvini guarda al modello austriaco

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IL MINISTRO: «SINTONIA QUASI TOTALE»

Sicurezza e immigrazione, Salvini guarda al modello austriaco

Da sinistra a destra, Sebastian Kurz (Reuters) e Matteo Salvini (Ansa)
Da sinistra a destra, Sebastian Kurz (Reuters) e Matteo Salvini (Ansa)

Non c’è solo l’Ungheria di Orban tra gli interlocutori del nuovo governo giallo verde. C’è anche l’Austria. Al di là delle distanze emerse negli ultimi mesi - dalla decisione di Vienna di dispiegare militari al Brennero per aiutare la polizia a monitorare i movimenti di clandestini provenienti dall’Italia, al numero chiuso chiesto per i tir che transitano per quel passo, alla proposta di concedere il passaporto austriaco agli altoatesini di lingua tedesca e ladina - le ultime dichiarazioni di Matteo Salvini, vicepremier, ministro dell’Interno, ma soprattutto uno degli azionisti di maggioranza dell’esecutivo Conte assieme ai Cinque Stelle, mettono in evidenza una vicinanza di posizioni in tema di sicurezza.

Salvini: su sicurezza e immigrazione quasi totale sintonia con gli austriaci
«Con il semestre di presidenza europea guidato dagli austriaci (che scatterà dal 1 luglio, ndr) penso che sarà tutto più facile - ha confidato ieri il responsabile del Viminale -: gli austriaci affrontano in maniera concreta e pragmatica il tema sicurezza, protezione e immigrazione. Su questi temi sono in quasi totale sintonia con loro». Salvini ha poi annunciato: «Incontrerò il prima possibile il loro ministro dell’Interno. Spero che finalmente dopo tante chiacchiere si possa arrivare a qualche risultato concreto e a parlare di protezione delle frontiere esterne». Sui migranti l’Austria è ormai spostata sulle posizioni del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica ceca) che rifiuta la ripartizione delle quote di aventi diritto all’asilo e vorrebbe chiudere le partita dei migranti “monetizzandola”, dando cioè dei contributi finanziari ai paesi nei quali i migranti sbarcano. L’Italia punta invece a ottenere una maggiore solidarietà da parte degli altri paesi europei sul piano dei ricollocamenti dei migranti che approdono nei porti italiani.

Sì a libertà di culto, no a estremismo religioso
Oggi Salvini è tornato a guardare al modello Austria. E lo ha fatto commentando la decisione di Vienna di chiudere sette moschee e di espellere alcuni imam. «Credo nella libertà di culto - ha scritto sul suo profilo twitter -, non nell’estremismo religioso. Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un paese va allontanato». Il leader del Carroccio ha poi ribadito di voler incontrare il collega ministro austriaco: «Spero già la prossima settimana». L’obiettivo? «Confrontarci su linee d’azione».

Orban ad Austria ed Italia: «Le cose procedono secondo i miei gusti»
L’Austria si aggiunge all’Ungheria nel gruppo di paesi a cui Salvini guarda. Nei giorni scorsi il segretario federale del Carroccio ha confidato di voler lavorare con il premier ungherese Viktor Orban per cambiare le regole dell’Unione europea in materia di migranti. Il primo banco di prova di questa alleanza è stato in occasione della bocciatura, alla riunione dei ministri dell’Interno dei 28 che si è tenuta martedì scorso in Lussemburgo, della proposta di riforma del regolamento di Dublino sul diritto d’asilo elaborata dalla Bulgaria. L’Ungheria è tra i paesi che, con l’Italia, ha detto no. In un’intervista alla radio Kossuth, riferendosi al Partito della Libertà austriaco (Fpo), alleato del Governo austriaco di Sebastian Kurz e alla Lega, forza politica con un ruolo di primo piano nell’esecutivo di Giuseppe Conte, Orban ha amesso: «Le cose procedono secondo i miei gusti, nella politica europea sono apparsi protagonisti duri».

Conte con Trump: «La Russia deve rientrare nel G8»
Del gruppo dei paesi con cui dialogare fa parte anche la Russia. «Sono d’accordo con il Presidente Donald Trump: la Russia dovrebbe rientrare nel G8. È nell’interesse di tutti», ha sottolineato su twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dal G7 canadese. Sullo sfondo c’è il nodo sanzioni, con l’intenzione del governo M5S-Lega di promuovere una revisione di quelle comminate alla Russia dall’Unione europea all’indomani dell'invasione della Crimea. Il tema sarà sul tavolo del Consiglio europeo di fine mese. Alcune sanzioni scadranno il 31 luglio. E il no dell’Italia potrebbe pesare.

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