La nave Aquarius ha finalmente lasciato alle 21 la posizione dove si trovava da due giorni - 27 miglia a nord di Malta e 35 a sud della Sicilia - ed è partita in direzione di Valencia accompagnata da due navi italiane, una della Guardia costiera e una della Marina militare.
La vicenda della nave, con il suo carico di migranti a bordo, e la polemica infuocata seguita alla decisione di italiana di non far sbarcare nei porti della penisola le centinaia di persone a bordo dell’imbarcazione della Ong Sos Méditerranée, hanno incendiato la giornata politica odierna, facendo rimbalzare commenti velenosi da un parte all’altra dell’Unione europea. La posizione di estrema fermezza messa in campo dal governo italiano, rappresentata in particolare dal ministro dell’Interno Salvini, ha suscitato reazioni veementi da parte di Francia e Spagna, con il portavoce del presidente Macron che ha parlato di cinismo e irresponsabilità italiana, mentre il ministro della Giustizia di Madrid ha detto che potrebbero esserci responsabilità penali internazionali.
In seguito, il vicepremier Luigi Di Maio ha commentato brevemente l’intervento francese: «Proprio loro parlano...», aggiungendo anche: «Sono contento che i francesi abbiano scoperto la responsabilità: se vogliono li aiutiamo noi. Aprano i loro porti e noi gli trasferiamo un po' di persone in Francia».
Secca replica anche da Palazzo Chigi. «Le dichiarazioni intorno alla vicenda Aquarius che arrivano dalla Francia - scrive in una nota il premier Giuseppe Conte - sono sorprendenti e denunciano una grave mancanza di informazioni su ciò che sta realmente accadendo. L'Italia non può accettare lezioni ipocrite da Paesi che in tema di immigrazione hanno sempre preferito voltare la testa dall'altra parte». La polemica arriva, tra l’altro, pochi giorni prima del previsto incontro tra Conte e Macron di venerdì prossimo e per ora confermato. Secondo l’Ansa, il premier avrebbe anche valutato un possibile annullamento del suo incontro con Macron, tuttavia, nonostante l’«irritazione», la visita non è stata cancellata.
Ha cercato di smorzare i toni della polemica il commissario europeo Dimitris Avramopoulos: «Non faccio il gioco del biasimo. Molta attenzione è stata data alla vicenda di Aquarius - dichiara Avramopoulos - ma questo è solo un incidente, un caso». In queste ore «l'Italia sta salvando altri 900 migranti e mantiene le sue responsabilità. Voglio esprimere i ringraziamenti per gli erculei sforzi che l'Italia ha fatto negli ultimi tre anni, e per questo deve essere lodata. La Commissione continuerà a sostenere l'Italia». Avramopoulos ha contestualmente annunciato la proposta di triplicare a 34,9 miliardi di euro la cifra allocata nel prossimo budget Ue, per rafforzare le frontiere esterne e gestire i flussi migratori. Previsti 10mila nuovi agenti per Frontex, e 10,4 miliardi per la gestione dei migranti, col 40% destinato ai rimpatri.
Nel primo pomeriggio, il presidente francese Emmanuel Macron ha denunciato tramite il suo portavoce «una forma di cinismo e di irresponsabilità» da parte dell'Italia nel caso della nave Aquarius. Durante il consiglio dei ministri, ha detto il portavoce Griveaux, Macron ha tenuto a «ricordare il diritto marittimo», secondo cui in caso di problemi è «sempre la costa più vicina ad assumere la responsabilità dell'accoglienza». «Se una nave avesse la Francia come costa più vicina - ha spiegato - potrebbe attraccare» in Francia perché «questo è il diritto internazionale». «La Francia fa la sua parte, ciò che è inaccettabile è il comportamento e la strumentalizzazione politica che è stata fatta dal governo italiano», ha detto ancora Griveaux, aggiungendo che se ogni singolo Paese europeo «fornisce una risposta individuale alla crisi dei migranti la risposta non sarà evidentemente soddisfacente» e spiegando che il presidente francese Emmanuel Macron parlerà nelle prossime ore con «le autorità maltesi, spagnole ed italiane». Durissime anche le parole del portavoce del partito di maggioranza francese, La République En Marche, del presidente Emmanuel Macron, Gabriel Attal, intervistato questa mattina dalla tv Public Sénat. Secondo Attal la posizione del governo italiano sui migranti «è da vomitare». «Considero che la linea del governo italiano sia vomitevole. È inammissibile fare della piccola politica su delle vite umane (...) Lo trovo immondo». Le parole di Attal hanno determinato una replica del Carroccio. «Sull’immigrazione vomitevole è la posizione della Francia di Macron, non quella del ministro Salvini. Il portavoce di En Marche pensi al suo Governo e si sciacqui la bocca prima di parlare dell’Italia e di Salvini», ha detto il capogruppo della Lega al Parlamento Europeo Mara Bizzotto.
Successivamente il ministro dell'Interno francese, Gerard Collomb, ha avuto un colloquio con Matteo Salvini, nel quale ha «ricordato al ministro italiano la necessità di un approccio europeo coordinato fra gli Stati membri sul tema dei salvataggi in mare», ha riferito un comunicato del ministero francese.
Dall’Austria, però, il cancelliere Kurz rafforza la posizione di Salvini, sostenendo che «dobbiamo decidere noi chi arriva in Europa e non gli scafisti», mentre la cancelliera tedesca Merkel, proprio incontrando Kurz a Berlino, ha detto che «sull'immigrazione illegale dobbiamo rispondere in modo unitario. Questo tema ha il potenziale di danneggiare l'Europa».
Salvini: serve aiuto concreto dall’Europa, non soldi
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini oggi, oltre al commento via Twitter che riportiamo subito sotto, ha chiesto all’Europa «un aiuto concreto»: «non vogliamo soldi, ci interessa un aiuto concreto sulle migliaia di
La #Spagna ci vuole denunciare, la #Francia dice che sono "vomitevole". Io voglio lavorare serenamente con tutti, m… https://twitter.com/i/web/status/1006546988744298501
– Matteo Salvini(matteosalvinimi)
ricollocamenti che sono solo sulla carta e non sono effettivi», sottolineando che l'obiettivo deve essere quello di «ridurre le partenze e avere il nord del continente africano come paese di accoglienza e di selezione fra rifugiati veri e rifugiati finti». L'Italia, aggiunge il ministro dell'Interno, «non ha mai negato il principio della solidarietà e delle generosità, ma semplicemente da questa settimana non lo esercitiamo più da soli: noi facciamo il nostro, la Spagna ha cominciato a fare il suo, domani sentirò il ministro francese e risentiremo anche il governo maltese, che ha un comportamento inaccettabile”. Dunque, prosegue Salvini, «la giornata di oggi rappresenta il fatto che non siamo più soli, c'è una responsabilità da condividere» e in questo quadro vanno riviste le missioni europee. «Non è possibile - prosegue - che solo la Guardia Costiera e solo la Marina, con la risibile partecipazione della cosiddetta missione europea, si faccia carico del pattugliamento e del salvataggio nel Mediterraneo. Marina e Guardia Costiera continueranno a salvare vite come hanno sempre fatto, però gli altri Paesi europei fanno il piacere di darci una mano».
Tajani: questione migrazione strategica per la Ue
Esplicito, anche se non coinvolge direttamente il governo italiano, anche l’intervento del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: la «questione migrazione è strategica perché è a rischio l'intera Ue, se non si affronta e non si risolve questo problema rischiamo di vedere fallire tutto il progetto», ha detto Tajani. «La misura è colma, non possiamo più aspettare, perché avremo decine e decine di casi come quelli che stiamo vedendo in questi giorni e con l'estate la situazione peggiorerà. Quindi bisogna intervenire, a breve a medio e a lungo termine», ha aggiunto. «Prima dell'estate andrò in Niger e poi spero in Libia».
Salvini riferirà al Senato alle 11 di mercoledì
Su richiesta capogruppo del Pd Andrea Marcucci, domani alle 11 il ministro dell'interno Matteo Salvini riferirà in Aula al Senato sulla vicenda Acquarius. E' questo, secondo fonti parlamentari, l'orientamento della conferenza dei capigruppo.
Medici senza frontiere fa sapere che la nave è ancora ferma nelle acque internazionali tra Malta e l'Italia e sta ricevendo rifornimenti sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana (Mrcc). «Le ultime intenzioni
UPDATE: People onboard #Aquarius tell #MSF team they are glad to be finally heading to a port of safety after being… https://twitter.com/i/web/status/1006543641538686978
– MSF Sea(MSF_Sea)
dell’Mrcc (il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo, cui fa capo il complesso delle attività finalizzate alla ricerca e al salvataggio della vita umana in mare, ndr) - si legge in una nota dell’ong - sembrano essere di trasferire 500 persone dalla Aquarius su altre navi, lasciando 129 persone sulla Aquarius, e navigare tutti insieme verso Valencia. Ma sarebbero altri 4 giorni di navigazione per persone già esauste. Per MSF l’opzione migliore è sbarcare al più presto le persone soccorse nel porto sicuro più vicino, a Malta o in Italia, e poi trasferirle in Spagna o in altri paesi sicuri per ulteriore assistenza. Per questo chiediamo agli Stati europei di facilitare lo sbarco immediato delle 629 persone che abbiamo a bordo . Una volta che le persone soccorse in mare saranno state sbarcate in un porto sicuro, i governi e le istituzioni europee dovranno individuare le migliori soluzioni condivise per supportare i paesi in prima linea come l'Italia, che devono gestire gli arrivi di rifugiati, richiedenti asilo e migranti. In questo momento - conclude la nota - MSF, SOS Mediterranee e il Capitano della nave Aquarius sono in attesa di ricevere il piano dell’MRCC e valuteranno se la navigazione è sicura e accettabile». Ieri, quattro donne incinte che si trovavano sulla Aquarius sono state portate a Lampedusa da una motovedetta della Guardia costiera, insieme a un minorenne che accusava convulsioni. Ricoverati nel polialbulatorio dell'isola, le donne, provate e disidratate, dopo circa tre ore sono state condotte in elisoccorso al Civico di Palermo e in altri ospedali, mentre il ragazzo, anche lui disidratato, dopo le cure è stato portato nell'hotspot dell'isola.
«#Aquarius ha ricevuto conferma: il porto sicuro è #Valencia. I rifornimenti sono a bordo», si legge in un tweet Sos Mediterranee. «I team sono sollevati che si inizi a trovare una soluzione sebbene il risultato sia il prolungamento del tempo in mare non necessario per i naufraghi e una riduzione dei mezzi di soccorso».
Dopo la Spagna del neonato governo Sànchez, il presidente dell’Assemblea di Corsica, l’indipendentista Jean-Guy Talamoni, ha proposto con un tweet di fornire all’Aquarius l’accoglienza di uno dei porti dell’isola. «L’Europa - ha scritto Talamoni - deve affrontare la questione umanitaria in modo solidale. Tenuto conto della localizzazione della nave e dell’emergenza, la mia opinione è che sarebbe naturale aprire un porto corso per dare soccorso a queste persone in difficoltà».
Intanto, un naufragio di migranti sarebbe avvenuto a 20 miglia dalle coste libiche. Lo scrive la ong Sea Watch sul suo profilo twitter sottolineando che la
BREAKING #SeaWatch is heading towards a shipwreck 20 miles from Libya, reported to us by an order of the U.S. Nav… https://twitter.com/i/web/status/1006542765717680129
– Sea-Watch(seawatchcrew)
nave - che si trovava davanti alla Libia - si sta dirigendo nella zona. Il naufragio, aggiunge la Ong, «ci è stato segnalato da un assetto della Marina statunitense, che ha tratto in salvo dall'acqua 40 persone e conferma 12 cadaveri». E continuano gli sbarchi. 53 migranti pachistani e afghani sono approdati sulla spiaggia di Calamosche, a Noto, nel Siracusano. Queste persone sono state intercettate stanotte dalle forze dell’ordine e trasferite al porto commerciale di Augusta dove sono iniziate le procedure di identificazione. È invece previsto per domattina l’arrivo a Catania di nave Diciotti della Guardia Costiera, con 937 persone a bordo. I migranti sono stati soccorsi in diversi interventi nel Mediterraneo centrale.
L’ex premier Paolo Gentiloni ha sottolineato che non c’è un emergenza sbarchi per l’Italia. «Adelante Pedro Sanchez! Ma l’Italia - ha scritto su twitter - non è in emergenza e non può chiudere i suoi porti. Noi abbiamo ridotto dell’80% il traffico degli scafisti. Fatti, non propaganda sulla pelle dei migranti».
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