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Stadio Roma, arrestati per corruzione Parnasi, Lanzalone e politici…

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l’inchiesta

Stadio Roma, arrestati per corruzione Parnasi, Lanzalone e politici M5S-Pd-Fi

Un rendering del progetto dello stadio a Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto dell’AS Roma
Un rendering del progetto dello stadio a Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto dell’AS Roma

Un «modello di corruzione sistemica» ideato dall’imprenditore Luca Parnasi per mettere «a frutto il rapporto preferenziale con il Movimento 5 Stelle», così da aggirare la macchina burocratica per la costruzione del Nuovo Stadio della Roma. Una rete di relazioni che sarebbe stata intessuta attraverso Luca Lanzalone, presidente della società quotata capitolina Acea e superconsulente pentastellato - con sponsor di Beppe Grillo e della sindaca di Roma Virginia Raggi - accusato di aver intascato una “stecca” da 100mila euro. Ma non solo: ci sono anche i finanziamenti alla politica, come quello da 250mila euro verso l’associazione “Più Voci”, rappresentata da Giulio Centemero - tesoriere ufficiale della Lega di Matteo Salvini - su cui il gip di Roma esprime «un giudizio di illiceità» pur non avendo ancora indagato nessuno.

Sullo sfondo della costruzione dello stadio giallorosso, a Tor di Valle, spunta il presunto «sistema» che sarebbe stato ideato dall’imprenditore aggiudicatario di quella maxi opera: Parnasi, un personaggio che «in un crescendo rossiniano» gestisce una corruzione «pulviscolare», fatta da mini tangenti camuffate da assunzioni di figli e consulenze liquidate con fatture fasulle. Le ipotesi sono dell’aggiunto di Roma Paolo Ielo e del sostituto Barbara Zuin che hanno ottenuto dal gip l’arresto di nove persone: Parnasi con altri cinque manager del suo gruppo imprenditoriale sono finiti in carcere, mentre a domiciliari sono stati mandati l’ex assessore del Lazio Michele Civita, Partito democratico, il vicepresidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi, Forza Italia, e il superconsulente Lanzalone, soprannominato da Parnasi “Wolf”, come il personaggio del film Pulp Fiction, noto per risolvere “problemi”. Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, corruzione, falsa fatturazione, traffico di influenze e finanziamento illecito.

In tutto gli indagati sono 24, tra i quali figurano anche Mauro Vaglio, presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma candidato non eletto del M5S alle scorse elezioni, e l’avvocato Daniele Piva, anche lui candidato non eletto del M5S e definito nelle intercettazioni di Parnasi come «il braccio destro di Luigi Di Maio». Indagato, inoltre, Paolo Ferrara, capogruppo del M5S al Campidoglio, e Giampaolo Gola, assessore pentastellato del X Municipio di Roma accusato di aver svenduto il suo ruolo per un incarico con l’As Roma o con il Coni. Parnasi, dunque, avrebbe operato su più livelli per “addolcire” la macchina burocratica legata alla costruzione del nuovo impianto della Roma. Un «sistema» che avrebbe tentato di esportare anche a Milano, dove avrebbe voluto edificare lo stadio del Milan, ricevendo uno no secco dall’assessore Pd Pierfrancesco Maran, che rifiuta un sospetto tentativo di corruzione. Ma è nella Capitale che il suo «metodo» sembra istituzionalizzarsi, al punto che nelle intercettazioni afferma che «sto mondo 5stelle (...) sono tutti sodali». L’ex assessore di Roma Paolo Berdini ha chiarito il ruolo di Lanzalone, definendolo come uno stretto collaboratore della sindaca Raggi. Attraverso Lanzalone Parnasi cerca di «ottenere i favori del mondo “5stelle”». Ferrara, il capogruppo pentastellato, lo mette in contatto anche con Roberta Lombardi, per la quale l’imprenditore si «adopera nella campagna elettorale». Un presunto “gancio” al Movimento è anche il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito, il quale con Ferrara ha «avanzato la richiesta» di sponsorizzare la Lombardi alle scorse consultazioni elettorali. In cambio Ferrara ottiene un «progetto di restyling del Municipio di Ostia» facendolo passare come una propria iniziativa e Lanzalone incarichi per 100mila euro. Ma non solo: Parnasi si offre di sponsorizzare Lanzalone - per il tramite del faccendiere Luigi Bisignani - per farlo nominare in Cassa Depositi e Prestiti. Attraverso Bisignani, inoltre, Parnasi fa modificare un articolo di Dagospia «contenente riferimenti maliziosi alla vita privata del presidente di Acea». Negli atti, poi, c’è spazio per un finanziamento da 250mila euro che indirettamente arriva alla Lega di Salvini e sul quale sarebbero state emesse delle fatture di copertura «retroattive». Il particolare non è di poco conto, in quanto si connette all’indagine della Procura di Genova sui fondi del Carroccio. Nei documenti tornano i nomi del tesoriere della Lega Centemero e dei commercialisti di Bergamo Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba.

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