Alla fine il disgelo politico e diplomatico tra Italia e Francia dopo le ore calde della crisi scaturita dal caso della nave Aquarius è arrivato. Il premier Giuseppe Conte sarà domani a Parigi, dove pranzerà con il presidente francese Emmanuel Macron. «Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno confermato l’impegno della Francia e dell’Italia a prestare i soccorsi nel quadro delle regole di protezione umanitaria delle persone in pericolo», si legge in una nota pubblicata in mattinata da Palazzo Chigi. La nota ha fatto il punto sulla telefonata notturna tra i due leader, che di fatto ha consentito di stemperare le tensioni. A chiamare e a fare così il primo passo è stato il presidente francese.
Pochi minuti dopo la pubblicazione della nota da parte di Palazzo Chigi, è giunta la conferma dell’Eliseo. Stando alle indicazioni arrivate da parte francese, Macron ha sottolineato a Conte «di non aver mai fatto alcuna dichiarazione con l’obiettivo di offendere l’Italia e il popolo italiano». «È il tempo della distensione», ha detto Macron. «Dall'inizio del mio mandato ho la volontà di collaborare con l’Italia», ha aggiunto secondo alcune dichiarazioni
riprese da Bfm-Tv.
Poi, nel corso della mattinata, sono emersi ulteriori elementi. «Macron mi ha detto che le frasi rivolte all’Italia non sono attribuibili a lui», ha confidato Conte. E alla domanda se dopo la telefonata con Macron, il caso Italia-Francia, nato dalle dichiarazioni francesi sulla vicenda Aquarius, fosse da considerare definitivamente chiuso, il presidente del Consiglio ha risposto: «Direi assolutamente di sì. Adesso però bisogna lavorare alla riforma del regolamento di Dublino». «Scuse o non scuse, bado alla sostanza non alla forma - è stato il commento del responsabile del Viminale Matteo Salvini - . Bene il chiarimento con la Francia».
Nel pomeriggio, in un post su facebook il capo del governo italiano ha assicurato: «Vi garantisco che a Parigi, come fatto sino ad oggi, porterò la richiesta dell’Italia di un’ampia collaborazione e solidarietà a livello europeo sul tema immigrazione. È arrivato il momento di dare vita a una politica migratoria efficace, che veda il nostro Paese non più solo a gestire le emergenze che riguardano i tanti migranti che giungono sulle nostre coste».
La vera svolta che ha consentito di superare l’impasse dei giorni scorsi è stata dunque la telefonata chiarificatrice di questa notte. «Il Presidente della Repubblica - si legge ancora nella nota emessa da Palazzo Chigi - ha ricordato di aver sempre difeso la necessità di una solidarietà europea accresciuta nei confronti dell’Italia. L’Italia e la Francia devono approfondire la loro cooperazione bilaterale ed europea per una politica migratoria efficace con i paesi di origine e di transito attraverso una migliore gestione europea delle frontiere e un meccanismo di solidarietà nella presa in carico dei rifugiati. Macron e Conte hanno convenuto che, in vista del Consiglio Europeo di fine giugno, sono necessarie delle nuove iniziative da discutere insieme».
Già questa mattina, prima che da Palazzo Chigi arrivasse la conferma del vertice di domani tra Conte e Macron, la sensazione era che si stesse andando nella direzione di una normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. Il vicepremier Di Maio aveva chiarito la linea dell’esecutivo in un’intervista a Rtl 102.5: «Finché non arriveranno le scuse, noi non indietreggiamo». Una posizione analoga era stata espressa nelle ore precedenti da Salvini. Il leader pentastellato aveva anche commentato la telefonata notturna: «Possiamo dire che la notte ha portato consiglio», aveva osservato. «Aspettiamo di vedere cosa il presidente deciderà io lo reputo un primo segnale di disgelo». Pochi minuti dopo, la conferma dell’incontro di domani.
«Tocca alla Francia vedere di riportare a toni più urbani le sue dichiarazioni sulla questione migranti», è stato il commento a caldo, espresso a pochi minuti dalla conferma del vertice italo francese, del ministro degli Esteri Enzo Moavero. Intervenuto in mattinata alla cerimonia per l’anniversario della Commissione Fulbright alla Farnesina, Moavero ha spiegato che, «per quanto riguarda le questioni di fondo, dobbiamo discuterne nelle sedi europee». Il responsabile della Farnesina ha infine ricordato che «l’Italia, nel corso di questi anni ha fatto sempre il suo dovere e continuerà a farlo ma la questione va affrontata dall’Europa perché è una questione europea».
In linea con il messaggio lanciato da Moavero Milanesi sono le parole della ministra francese per gli Affari europei Nathalie Loiseau. «Quel che pensiamo è che l’Europa non sia stata abbastanza vicina all’Italia nella crisi migratoria - ha detto -. Il peso dell’accoglienza e dell’esame delle domande di asilo ha poggiato troppo sull’Italia, ci sarebbe voluta una presenza europea molto più forte. Bisogna mettere a punto un meccanismo europeo per aiutare l’Italia, un’idea che la Francia ha sempre difeso, e per fare questo dobbiamo lavorare insieme». Loiseau ha fatto riferimento a una relazione «emotiva» tra Francia e Italia e «per fortuna la volontà di lavorare insieme prevale sempre».
Toni distensivi anche nelle dichiarazioni del ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire. Da Saint Nazaire, dove ha partecipato alla cerimonia di Float out della nave Msc Bellissima, ha chiarito: «Ho il piacere di rassicurare che l’accordo tra Fincantieri e Cantieri navali di Saint Nazaire è solido. Ho sentito in tale senso il mio omologo in Italia, il ministro dell’Economia Giovanni Tria. L’accordo è strategico, e lo dico in questo momento di piccole tensioni e irritazioni con l’Italia. Le piccole irritazioni passano, i progetti restano».
In questi giorni di aspro scontro sulle strategie di gestione dei flussi migratori è intervenuto anche papa Francesco. «Le responsabilità nei confronti dei migranti devono essere condivise a livello internazionale e occorre sempre ispirarsi ai «valori della giustizia, della solidarietà e della compassione», ha sottolineato in un messaggio ai partecipanti al Colloquio Santa Sede - Messico sulla migrazione internazionale. «Occorre un cambiamento di mentalità - ha aggiunto -: passare dal considerare l’altro come una minaccia alla nostra comodità allo stimarlo come qualcuno che con la sua esperienza di vita e i suoi valori può apportare molto e contribuire alla ricchezza della nostra società. Perciò, l’atteggiamento fondamentale è quello di andare incontro all’altro, per accoglierlo, conoscerlo e riconoscerlo». Nella questione della migrazione, dunque, «non sono in gioco solo numeri, bensì persone, con la loro storia, la loro cultura, i loro sentimenti e le loro aspirazioni. Queste persone, che sono nostri fratelli e sorelle, hanno bisogno di una protezione continua, indipendentemente dal loro status migratorio».
Storie che celano drammi. Martedì mattina la Trenton, la nave militare della Us Navy ha soccorso un gommone di migranti che si era rovesciato recuperando 40 superstiti e 12 corpi. Era la prima volta che interveniva in un’operazione di soccorso. Non avendo le celle frigorifere per le salme, l’imbarcazione ha dovuto lasciare i corpi in mare. «La nave militare americana - ha raccontato Federica Mameli, una collaboratrice della Sea-Watch, la nave della ong tedesca contattata dalla Trenton - ci aveva contattato perché stava effettuando un salvataggio di 41 migranti» naufragati al largo della Libia «e si stava anche occupando del recupero di 12 cadaveri in mare. Noi ci siamo avvicinati alla loro posizione, loro ci sono venuti incontro e per 24 ore siamo rimasti così». «Eravamo disposti al trasbordo ma volevamo prima che ci fosse assegnato un porto sicuro, ragionevolmente vicino - ha spiegato -. Ciò non è avvenuto e quindi ieri sera la nave americana si è allontanata e noi abbiamo perso il contatto».
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