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Liste d’attesa, stretta di Giulia Grillo sulle Regioni

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Liste d’attesa, stretta di Giulia Grillo sulle Regioni

“Informazioni urgenti” su organizzazione e gestione delle liste d'attesa, dalle prenotazioni al Cup alle informazioni ai cittadini, fino ai controlli sui volumi di prestazioni erogati in libera professione intramuraria (Alpi). Il primo atto ufficiale di Giulia Grillo, neo titolare del ministero della Salute, è in perfetta linea con gli annunci targati M5S in campagna elettorale: si parte dall'attenzione ai cittadini e dalla difesa del servizio sanitario pubblico. Altolà, tanto per cominciare, alla piaga dei tredici mesi per una mammografia o ai maxi esborsi di tasca propria per ricevere prestazioni cui si avrebbe diritto in ambito Ssn.

Risposte entro 15 giorni
In una circolare appena inviata alle Regioni, dunque, la ministra Grillo chiede entro quindici giorni risposte chiare sull'effettiva attuazione del Piano nazionale liste d'attesa – fermo all'edizione 2010-2012 e in via di aggiornamento – e su tutte le criticità o le inadempienze ancora in campo.

“Entro quindici giorni risposte chiare sull'effettiva attuazione del Piano nazionale liste d'attesa e su tutte le criticità o le inadempienze ancora in campo”

La richiesta della ministra Giulia Grillo 


Obiettivo abbattere i lunghi tempi d’attesa
Nessun attacco ai governatori, per carità: «Metterò il massimo impegno e mi aspetto una grande collaborazione dalle Regioni in favore dei cittadini per abbattere lunghi e impossibili tempi d'attesa e per avere accesso ai servizi e alle informazioni», tiene a precisare la ministra. Per aggiungere subito dopo: «Cercherò di andare incontro a tutte le esigenze delle Regioni e ai loro eventuali problemi organizzativi, ma seguirò con grande determinazione nel mio mandato questo obiettivo come uno dei capisaldi del Servizio sanitario pubblico e della tutela dei diritti della salute». Mano ferma, dunque, in difesa del Ssn.

Serve un quadro chiaro della governance sul territorio
Prima di aggiornare, probabilmente entro l'estate, il Piano nazionale liste d'attesa, il ministero vuol partire da un quadro chiaro dell'attuale governance sul territorio. Lo stato dell'arte, insomma. Consapevole che, come segnalato anche nell'ultimo Rapporto Pit Salute, le “liste” sono la bestia nera del Ssn. Gli obiettivi dichiarati nel provvedimento? Intercettare tempestivamente il bisogno di salute dei cittadini, ridurre l'inapproriatezza e garantire i Lea. In definitiva, tutelare l'accesso alle prestazioni assicurando la libera scelta del cittadino e riportando nei binari l'impiego della libera professione intramuraria.

I sei punti della circolare
Con la circolare appena emessa Grillo chiede alle Regioni di dar conto di sei punti: i primi tre focalizzati sull'attività ordinaria, i successivi tre sulle misure di controllo dell'Alpi. E allora, gli assessori risponderanno prima sulla gestione del Cup e sul numero di prestazioni, se non tutte, che questo eroga; sulle misure alternative messe in campo, quando non si riesca a rispettare i tempi d'attesa fissati nel Piano; sulle iniziative adottate per informare tutti i cittadini delle attività e delle modalità di accesso alle prenotazioni. Poi, si passa all'Alpi: quali i criteri individuati per fissare nelle singole Uo i volumi di attività ordinaria e di prestazioni in intramoenia, per garantire il rispetto di tempi massimi di attesa e la libera scelta dei cittadini; dove e perché non sia stato ancora istituito l'organismo paritetico previsto dall'Accordo Stato-Regioni del 2010 per monitorare forme di concorrenza sleale tra attività ordinaria e Alpi; se infine siano stati attivati strumenti di controllo per verificare che tutte le prestazioni in Alpi siano prenotate attraverso l'infrastruttura di rete prevista dal Dl 158 del 2012 e finalizzata alla configurazione delle agende di prenotazione, alla registrazione delle prenotazioni e delle prestazioni effettivamente erogate e alla tracciatura dell'incasso dei pagamenti.

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