La posta in gioco per l'Europa è «altissima», i temi «dell'immigrazione e della governance economica dell'Ue possono e devono essere occasione per pervenire a costruire un'Europa più forte e più equa che possa rispondere ai bisogni primari dei cittadini». Dice così a Berlino il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa accanto alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Per l'emergenza migranti «servono soluzioni europee, senza innescare dinamiche bilaterali che rischiano di costituire la fine di Schengen». La proposta di riforma del regolamento di Dublino è considerata ormai «superata dai fatti», nel senso che «le frontiere italiane sono frontiere europee, bisogna operare con un approccio integrato, multilivello». E, nel ragionamento svolto da Conte, Bruxelles ha il dovere di prevenire i pericoli che i migranti affrontano, contrastando «questi indegni traffici di esseri umani e controllare più efficacemente le frontiere esterne». Tra le linee di azione che l'Italia intende proporre al vertice europeo di fine giugno diventa essenziale «agire meglio nei Paesi di origine e transito perché lì avvengano le identificazioni e le richieste asilo, con procedure che siano le più rapide possibili».
Assieme a questo l'Italia porta avanti l'aspettativa che l'Unione economica e monetaria «vengano riformate facendo avanzare la condivisione dei rischi e la convergenza nell'Eurozona, finora non sufficiente». Si tratta di uno degli aspetti più insistiti nella campagna elettorale dalla forze politiche uscite vittoriose dalla urne. «Tema cruciale del mio governo è la lotta alla povertà e il reddito di cittadinanza, la riforma dei centri per l'impiego, che si inseriscono in una serie di riforme strutturali», annota il presidente del Consiglio. «Personalmente non posso come responsabile del governo rimanere indifferente a certi dati: lo scorso anno 2,7 milioni di italiani hanno ricorso a mense per i poveri e pacchi alimentari. La nostra proposta sul reddito di cittadinanza va in questa direzione e l'Europa è essenziale. Dalla Germania possiamo prendere esempio sugli strumenti da utilizzare».
Il dossier rovente dei migranti, dunque. Ma nel primo faccia a faccia di stasera con Angela Merkel, da quando siede a Palazzo Chigi, il premier ha portato gli altri temi sensibili intorno a cui sta prendendo forma l’agenda del governo gialloverde. Chiedere al prossimo Consiglio Ue di fine giugno che il reddito di cittadinanza venga finanziato con il Fondo sociale europeo è una delle possibilità a cui pensa l’Italia, in aggiunta alle riforme per rendere più competitivo il sistema Paese. Partendo come ribadito più e piùvolte dalle due priorità della lotta alla povertà e del lavoro.
In casa tedesca la giornata di oggi ha segnato una tregua sui respingimenti fra la cancelliera e il suo ministro dell’Interno Horst Seehofer. Merkel in concreto accetta la scadenza di risolvere entro le prossime due settimane con i partner europei il nodo immigrazione, entro quindi l’atteso vertice di fine giugno. Lo sforzo è quello di tenere insieme interessi tedeschi ed europei ma «queste decisioni non vanno prese in modo unilaterale ma dopo consultazioni», secondo Merkel, per la quale «l’ingiustificato allontanamento di persone dai confini della Germania potrebbe scatenare un effetto domino». Sostegno al potenziamento di Frontex e all'istituzione di «zone particolari» in Africa dove riportare i migranti rimane intanto la linea del ministro Seehofer che, sulla questione, ha rinnovato l’appoggio all'Austria. Al netto delle differenti vedute Berlino assicura comunque di voler fare la propria parte. «Su richiesta dell'Italia, vogliamo aiutare anche con la nostra solidarietà, la solidarietà in Europa è una cosa che la Germania accoglie a braccia aperte» non manca di far sapere Merkel alla stampa, accanto al presidente del Consiglio. «Nei prossimi mesi collaboreremo molto strettamente».
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