«Al ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos». Dice così il ministro dell'Interno Matteo Salvini, parlando a TeleLombardia. Salvini ha parlato di «una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti», ossia «rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un'anagrafe». A giudizio del leader della Lega gli stranieri irregolari andranno «espulsi» con accordi fra Stati ma «i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa». Qualcuno parla di shock. «Perché? Io penso anche a quei poveri bambini educati al furto e all'illegalità».
La risposta di Gentiloni
«Ieri i rifugiati, oggi i Rom, domani le pistole per tutti. Quanto è faticoso essere cattivo». Lo scrive su Twitter l'ex premier Paolo Gentiloni, commentando le
iniziative di Matteo Salvini.
Mirabelli: Salvini evoca pulizia etnica, inaccettabile
Non si fanno attendere le reazioni alle parole del vicepremier. «Ho letto le dichiarazioni di Matteo Salvini. Parlare di censimenti razziali riporta alla mente atroci ricordi. Mi auguro che il ministro degli Interni italiano voglia precisare le sue affermazioni. L'evocazione, da parte di un membro del governo del mio Paese, di una sorta di pulizia etnica è inaccettabile», rileva il senatore Franco Mirabelli, vice presidente del gruppo del Pd a Palazzo Madama.
Gli ebrei italiani: il censimento rievoca le leggi razziali
Anche la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, ha dichiarato che «l'annuncio del ministro dell’Interno Matteo Salvini di un possibile censimento della popolazione rom in Italia preoccupa e risveglia ricordi di leggi e misure razziste di appena 80 anni fa e tristemente sempre più dimenticate». Secondo Di Segni «non c'è ricerca del consenso, non c'è ansia di ordine pubblico che giustifichi la proposta inquietante di enucleare specifiche categorie sociali di cittadini, di censirli e di sottoporli a speciali politiche di sicurezza solo a loro riservate».
Tema migranti al centro della scena
Dal porto di Valencia, in Spagna - ultima tappa, ieri, dell’odissea della nave Aquarius delle Ong Sos Mediterranèe e MsF con a bordo parte dei migranti soccorsi il 9 giugno al largo della Libia - a Berlino, dove stamani il Governo di Angela Merkel era impegnato in un chiarimento interno sulle politiche di accoglienza, a poche ore dal bilaterale Merkel-Conte nel tardo pomeriggio. Il tema migranti, causa delle recenti polemiche tra Roma e Parigi per la “linea dura” del ministro dell'Interno Salvini continua dunque ad occupare il centro della scena. Anche in Italia, dove il presidente della Camera Roberto Fico ha attaccato il premier ungherese leader degli xenofobi Ue: «Se Orban non vuole le quote deve essere multato».
Dublino da ridiscutere senza estremismi
A margine di un convegno a Napoli, parlando della situazione migranti, Fico ha di fatto preso posizione contro l’alleato di Governo Salvini auspicando la revisione «fondamentale» del trattato di Dublino con Francia e Germania «mettendo fuori le posizioni estreme di Orban che non vuole le quote». «Ma - ha detto ancora Fico - chi non vuole le quote allora deve avere le multe. Quindi Orban se non vuole le quote deve essere multato».
Conte a Merkel propone fondi Ue per lotta a povertà
Nella capitale tedesca, il colloquio tra la cancelliera tedesca e il premier italiano in agenda per le 19 sarà incentrato sui problemi legati ai flussi migratori, ma non solo. Secondo fonti vicine al Governo Conte dovrebbe proporre lo stanziamento di fondi europei ad hoc per la lotta alla povertà in Europa: le risorse che il governo italiano chiederà contribuirebbero anche alle coperture per il reddito di cittadinanza. «È chiaro che l'immigrazione sarà una parte importante del colloquio di oggi. L'Italia, anche per la sua posizione geografica, è uno dei paesi più colpiti, e per questo anche un partner con il quale andare avanti con soluzioni e accordi europei», ha confermato questa mattina il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert rispondendo a una domanda in conferenza stampa sui contenuti della bilaterale Conte-Merkel. Altri temi sul tavolo saranno il rafforzamento dell’economia e della competitività dell'Europa «e come si possa avere successi maggiori nella lotta alla disoccupazione».
Il Governo Merkel e il nodo respingimenti
Il Governo della cancelliera è sotto pressione per il fuoco amico del ministro dell'Interno Horst Seehofer. Con una fuga in avanti l'alleato di governo bavarese vorrebbe imporre i respingimenti dei migranti registrati in altri Paesi ai confini, aggirando così il regolamento di Dublino, facendo asse con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e il nostro vicepremier Salvini, promuovendo un'azione unilaterale che secondo Merkel indebolirebbe l'Unione. In base alle indiscrezioni trapelate ieri (e poi smentite) la Csu bavarese sarebbe disposta a dare alla cancelliera due settimane di tempo, per trovare un accordo con i partner Ue sul provvedimento. La decisione del ministro verrà comunicata alle 14 in conferenza stampa, al termine di una mattinata dedicata al confronto politico tra i leader dei due partiti, Cdu e Csu.
L’annuncio di Salvini: «Più investimenti in Libia»
In Italia, occhi puntati sul ministro dell’Interno, che non molla la presa sul tema politico del momento. «Serraj ha chiesto all'Italia un intervento: io e il governo ci saremo. Andrò presto in Libia per parlare con lui. Un nostro intervento, con la Nato, è utile: per la lotta al terrorismo, ma anche per non parlare solo di migranti e barconi. Ma di economia e business, di cultura e politica», spiega Salvini in una serie di interviste in cui preannuncia più investimenti in Libia (una «collaborazione economica per investire in strade, infrastrutture, ospedali») e ribadisce una stretta sugli interventi in mare. «Marina Militare e Guardia costiera continueranno a salvare vite come hanno fatto meritoriamente fino a oggi, ma poi ragionerò coi ministri Toninelli e Trenta sul fatto che è giusto salvare vite, però non sta scritto sulla Bibbia che dobbiamo essere gli unici a girare per tutto il Mediterraneo», sottolinea il vicepremier. Salvini è poi tornato ad attaccare le Ong: «Mi pare che questi abbiano gettato la maschera. Non sono generosi, cristiani, che salvano il prossimo, ma nascondono precisi interessi economici. Sono finanziati direttamente da persone come Soros che non vuole aiutare i bambini che scappano, ma creare nuovi schiavi. Ecco perché continueremo a non far entrare le navi Ong e a dirottarle in altri Paesi», afferma.
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