Cinque a due. Per il M5S è positivo il bilancio dei sette ballottaggi cui partecipava: vince sulla sinistra a Imola e ad Avellino, “tiene” Pomezia nonostante l’addio al M5S dell'ex sindaco Fabio Fucci, conserva Assemini in Sardegna e conquista Acireale. Ma perde Ragusa, l’unico capoluogo di provincia che amministrava in Sicilia da cinque anni, in favore del candidato appoggiato da liste civiche e Fdi. E resta schiacciato dal centrodestra a trazione leghista a Terni.
Di Maio esulta per i risultati di Avellino e Imola
In casa pentastellata l’umore è più roseo del primo turno. Luigi Di Maio esulta per i risultati a sorpresa di Avellino e di Imola, dove ha fatto tappa venerdì: «Abbiamo vinto in due città dove da 70 anni dominavano i partiti e gli uomini della Prima Repubblica: a Imola il Pci e poi i partiti del centrosinistra, ad Avellino la Dc».
I segnali da non sottovalutare
Ma dalle urne arrivano altri due segnali che il leader M5S non può sottovalutare. Primo: quando la gara è con il Carroccio dell’alleato di governo Matteo Salvini, il Movimento soccombe. Secondo: il timone di un Comune, come insegna il caso Ragusa, si può perdere con la stessa rapidità con cui si era guadagnato, anche se nel frattempo si è conquistato Palazzo Chigi.
Si rafforza l’asse di governo, ma l'esecutivo é più verde che giallo
È dunque vero, come si evince dai dati complessivi, che la tornata di ieri rafforza l’asse di governo, con una parte degli elettori M5S che ha sicuramente scelto di sostenere i candidati della Lega, per esempio nelle tre roccaforti della ormai ex rossa Toscana (Massa, Pisa e Siena), e viceversa. Ma è altrettanto vero, e i Cinque Stelle ne sono consapevoli, che nella gara a due è il Carroccio ad avere il vento in poppa nel Paese. Un vento che rischia di pesare sui rapporti di forza interni al governo e soprattutto di aumentare i timori del M5S verso la possibile cannibalizzazione da parte della Lega.
Ogni nuovo bottino di voti incassato da Salvini, unito al suo iperattivismo su tutti i fronti, dall'immigrazione ai vaccini, fa gonfiare l'immagine di un esecutivo più verde che giallo. E fa lievitare i sospetti che il Carroccio punti all'incidente per capitalizzare il gradimento subito dopo dicembre, con nuove elezioni.
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