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Di Maio: «Dallo Stato mezz’ora di Internet gratis a chi non…

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no alla riforma ue del copyright

Di Maio: «Dallo Stato mezz’ora di Internet gratis a chi non può. Chi delocalizza deve ridare soldi con interessi del 200%»

Le pensioni d'oro? «Sono privilegio rubato». Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio parlando a Stasera Italia su Rete4, confermando l'intenzione di tagliare la parte non legata ai contributi versati. «Il Governo fa i calcoli sulle pensioni d'oro, per la parte non legata ai contributi, a partire da quelli di 4.000/5.000 euro, ha detto il ministro . «Non è diritto acquisito - ha detto - è un privilegio rubato. Prendo i soldi da lì e li metto nelle pensioni minime. È una questione di giustizia». La Camera, ha detto, «è pronta ad abolire i vitalizi per gli ex parlamentari e io a fare una legge sulle pensioni d'oro».

Reddito cittadinanza si farà subito
Il reddito di cittadinanza si farà entro la fine del 2018? «Subito, subito: ci sto lavorando notte e giorno», ha detto Di Maio, rispondendo a margine dell'Assemblea di Confartigianato che gli chiedevano un commento sulle dichiarazioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria. «Il reddito di cittadinanza - sottolinea - è la mia priorità più grande. La lotta alla burocrazia e la lotta alla povertà decideranno il futuro di questo governo. Quindi ce la devo mettere tutta». Questa settimana ci sarà una riunione dei ministri che se ne occupano».

Stato dia mezz'ora di Internet gratis a chi non può
«La connessione ad Internet diventi un diritto primario di ogni cittadino. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto. Immagino uno Stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a Internet di almeno mezz'ora al giorno a chi non può ancora permettersela», ha detto il vicepremier intervenendo all'Internet day e sottolineando che «la rete è al centro del cambiamento e questo cambiamento non può più aspettare».

No alla riforma del copyright, è un bavaglio alla rete
La riforma del copyright rappresenta «un grave pericolo» che arriva «direttamente dall'Ue», si tratta di «due articoli che potrebbero mettere il bavaglio alla rete». Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, intervenendo all'Internet Day organizzato da Agi e Censis alla Camera, dicendo no alla cosiddetta 'link tax'. «Ci opporremmo con tutte le nostre forze, a partire dal Parlamento europeo» e, se la direttive dovesse essere rimanere così com'è, «siamo anche disposti a non recepirla».

Chi delocalizza ridia soldi con interessi 200%
«Con la norma sulle delocalizzazioni - ha detto Di Maio - vogliamo stabilire un principio: ogni forma di aiuto statale che finisce, di ogni tipo, nelle casse di un'azienda multinazionale che delocalizza o ce li ridai, con gli interessi anche del 200% o da qui non te ne vai. Le norme che c'erano non hanno nulla a che vedere con quella che stiamo facendo noi nel decreto dignità».

Proseguiremo investimenti su banda ultralarga e 5G
Di Maio ha sottolineato che il governo intende proseguire «il percorso di potenziamento delle infrastrutture di rete, proseguendo gli investimento nel piano banda ultralarga e 5G».

Decreto dignità in settimana al Cdm
Poi il decreto dignità: «stiamo lavorando. Questa settimana sarà in Consiglio dei ministri», ha ribadito il vicepremier. Nel decreto dignità, «tra le tante sburocratizzazioni ci sarà anche la norma per il rinvio della fatturazione elettronica per i benzinai», ha spiegato Di Maio. Il ministro ha quindi ricordato che nel decreto si sta lavorando all'abolizione dello split payment, del redditometro e dello spesometri, «strumenti che secondo noi hanno solo vessato le imprese». A questo si aggiungono altri punti del decreto dignità: «Una norma forte sulle delocalizzazioni, una norma forte sul gioco d'azzardo per quanto riguarda la pubblicità e una norma forte per la precarietà dei giovani agendo sui contratti a tempo determinato».

La norma rider potrebbe entrare ne decreto come emendamento
Il tavolo sui rider sarà invece «all'inizio della prossima settimana». La relativa norma, dunque, intanto resta fuori. Poi visto che, ha sottolineato, «ci sono 60 giorni per la conversione del decreto, se il tavolo va male, metto la norma con un emendamento».

Dazi, non aver paura proteggerci contro minacce
«Non sono per l'isolamento dell'Italia. Ma come Italia, con un sistema produttivo così particolare - ha detto Di Maio - dei prodotti così unici non dobbiamo avere paura di affrontare il tema dei dazi per proteggerci e questo non vuol dire isolarsi. Significa cominciare ad aprire i rubinetti con paesi che ci rispettano economicamente e rispettano le nostre specialità, ma chiudere i rubinetti con altri paesi che non rispettano le nostre specialità e rappresentano una minaccia con i loro prodotti a basso costo».

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