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festival del lavoro 2018

I consulenti del lavoro: per contrastare l’illegalità costi ridotti e obbligo di asseverazione

Luigi Di Maio stringe la mano al presidente del consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone
Luigi Di Maio stringe la mano al presidente del consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone

Riduzione del costo del lavoro e obbligatorietà dell’asseverazione di conformità dei rapporti di lavoro (Asseco). Queste le proposte formulate ieri al Festival del lavoro per contrastare l’illegalità che si sta diffondendo anche per effetto della destrutturazione del mondo del lavoro.
Cosa stia avvenendo lo hanno ricordato brevemente, con alcuni esempi, sia la presidente del consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone: («ci sono soggetti che propongono di gestire i dipendenti di un’azienda tramite appalto, garantendo ingenti risparmi al datore di lavoro», sia il capo dell'Ispettorato nazionale del lavoro, Paolo Pennesi («una compagnia aerea che dovrebbe avere un organico di 2.600 persone, invece ne ha 600 perché gli altri li prende da “compagnie di trasporto”, al pari della piccola rosticceria che si dota solo delle attrezzature per operare e utilizza personale di una cooperativa retribuito 5 euro all'ora»).
In questo contesto Calderone ha sottolineato il ruolo svolto dai consulenti del lavoro, che sono «presidi di legalità impegnati a promuovere il lavoro serio e onesto basato sul rispetto delle regole, ma anche a evidenziare e collaborare per contrastare i fenomeni distorsivi del mondo del lavoro. Negli ultimi tempi - ha detto - abbiamo denunciato soprattutto il rischio di desertificazione perché se prendono piede il lavoro sottopagato e gli appalti illeciti si può parlare di sviluppo, ma il lavoro muore perché vengono meno le condizioni minime di tutela della dignità».
Contro questa tendenza Calderone ha auspicato una revisione delle norme che contrastano il caporalato e gli appalti illeciti con un inasprimento delle sanzioni, chiedendo che a fronte di fenomeni di lavoro nero l’azienda sia messa al bando e non possa partecipare agli appalti pubblici. Questo perché si deve fare «pulizia completamente e le sanzioni pesanti non bastano, dato che questi soggetti riescono a pagarle e vanno avanti come prima».
Anche il sistema dei controlli dovrebbe essere adeguato. L'attività dell'Ispettorato, ha sottolineato Pennesi, «sta dando i suoi frutti. Siamo impegnati su moltissimi fronti anche perché i fenomeni di illegalità sono trasversali», tuttavia «è passato tempo sufficiente per ripensare» il sistema delle verifiche su salute e sicurezza che dal 1978 è stata affidata alle Regioni e alle Asl «e che io ritengo non si possa giudicare in maniera positiva».
Ma oltre al contrasto all’illegalità serve incentivare le aziende che rispettano le regole. In questo contesto, per favorire il rispetto delle normative i consulenti auspicano una riduzione strutturale del costo del lavoro e «un sistema di protezione che passi attraverso una certificazione che valorizzi la regolarità contributiva e contrattuale delle aziende. «Lo strumento c'è già e si chiama Asseco, creato da noi con il ministero del Lavoro – ha ricordato Calderone – Credo che esso costituisca una risposta di legalità che deve diventare legge e uno strumento da portare nella filiera degli appalti, richiesto alle aziende come condizione di rispetto delle norme».
Una proposta ben vista da Pennesi «perché consulenti del lavoro i quali garantiscano che l’impresa opera correttamente ci consentono di orientare i nostri controlli ispettivi, che non possono essere più di 180mila all’anno su 1,5 milioni di imprese, verso le aziende non controllate dai professionisti». I quali ultimi, in caso di false certificazioni, possono andare incontro anche alla radiazione dall'albo.
Riflessioni, quelle di Calderone e Pennesi, condivise da Claudio Durigon, sottosegretario del ministero del Lavoro. «Sono convinto che chi sbaglia deve pagare - ha detto il politico - Ben venga, quindi, un elenco dei soggetti e delle cooperative che hanno creato problemi e la loro estromissione dagli appalti. Condivido, inoltre, l’utilizzo dell'Asseco perché credo che la responsabilizzazione degli attori del mercato sia la direzione in cui dobbiamo andare, servendoci di certificazioni che possono in qualche modo escludere il malaffare. Infine, va sicuramente ridotto il costo del lavoro».

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