Non sarà necessaria la certificazione di avvenuta vaccinazione da parte della Asl per poter entrare in classe il prossimo settembre, ma, più in generale, «qualsivoglia documentazione che possa essere considerata idonea a comprovare l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ovvero la richiesta di vaccinazione all'Azienda Sanitaria». Lo ha chiarito la ministra della Salute Giulia Grillo al question time alla Camera, lasciando pensare di fatto a una sorta di autocertificazione.
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E nessun automatismo sulla sanzione in caso di mancanza di vaccinazione: «La comminazione della sanzione amministrativa, infatti - continua la ministra - non consegue, in via automatica, alla mancata presentazione della idonea documentazione per l'iscrizione scolastica, ma rappresenta l'esito, solo eventuale, di un delicato percorso di accompagnamento al recupero, che viene avviato dall'Azienda Sanitaria con i genitori dei minori non vaccinati e che prevede lo svolgimento di colloqui personalizzati, anche con il coinvolgimento del pediatra di libera scelta e il medico di medicina generale».
Sulla proroga della scadenza del 10 luglio, diffusa dalla stampa, nessuna conferma, per ora. «La chiarezza è tanto più necessaria alla luce di numerose notizie, diffuse dai mezzi di informazione, in cui si racconta, con eccessiva leggerezza a mio avviso, di “proroghe” o di “congelamento di termini”: termini che – è bene ribadire – sono tuttora previsti con legge dello Stato».
In arrivo semplificazioni
In attesa della presentazione domani della circolare ad hoc, la ministra chiarisce che le precisazioni sono quanto mai necessarie, per chiarire gli aspetti più complessi di un provvedimento normativo (legge 1119/2017) «che – comunque lo si veda – risulta obiettivamente complesso». La circolare in arrivo cui in questi giorni il ministero ha lavorato insieme al Miur, avrà l'obiettivo da una parte «di alleggerire gli oneri ricadenti in capo alle famiglie senza che vengano in alcun modo compromesse le positive finalità di prevenzione che vanno riconosciute, senza alcun dubbio, alle vaccinazioni; e – dall'altra – di consentire a tutti i minori di poter frequentare gli asili nido e le scuole dell'obbligo».
Lavoro finalizzato a «individuare le iniziative più idonee a tal fine: iniziative che terranno certamente conto di quel migliore bilanciamento tra il diritto all'inclusione, in età scolare e pre-scolare, e il diritto alla tutela della salute - individuale e collettiva – che è rinvenibile nel contratto di Governo e che, dunque, costituisce la stella polare per la nostra attività in materia».
«Non una semplice proroga, dunque, ma una significativa semplificazione dell'onere documentale a carico dei genitori dei minori di anni sedici, che frequentano le scuole di ogni ordine e grado e i servizi educativi per l'infanzia non una misura temporanea, per così dire “a tampone”, ma un insieme di accorgimenti che rendano, progressivamente, sempre più pacifico e meno conflittuale il rapporto tra cittadino e istituzioni sanitarie e scolastiche».
I vaccini restano in ogni caso uno strumento di prevenzione essenziale e la ministra ricorda che non è in alcun modo in discussione il loro valore sanitario: «ciò di cui bisogna discutere, a livello politico, è l'individuazione delle modalità migliori attraverso le quali esse debbano essere proposte alle famiglie affinchè sia sempre più consapevole – e senza riserve – la loro volontaria adesione».
Campagna informativa e counselling del pediatra
La chiave è tutta nell'informazione alle famiglie. «Pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale, accompagneranno ulteriormente le famiglie, formandole ed informandole sia in merito all'accesso alle vaccinazioni (le sedi, gli orari, le modalità di prenotazione presso i centri vaccinali) sia in ordine alle finalità dei vaccini, alla loro efficacia e al loro grado di sicurezza. Il Ministero della salute si sta, inoltre, già attivando anche per promuovere una nuova campagna d'informazione sul valore dei vaccini come fondamentale misura di prevenzione primaria».
E la ministra ammette che i risultati positivi ci sono stati e le coperture vaccinali sono migliorate. «A seguito dell'applicazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale introdotte nel giugno 2017 si è verificato, a livello nazionale, un significativo innalzamento delle coperture vaccinali, anche se gli obiettivi di “sicurezza” previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale non sono stati ancora del tutto raggiunti». Proprio per questo traguardo raggiunto, oggi « grazie all'arresto del trend in diminuzione delle coperture vaccinali, è possibile tenere in maggiore considerazione le esigenze di semplificazione dell'attività amministrativa, senza pregiudizio per l'interesse pubblico alla tutela della salute».
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