«Stiamo mettendo 300 milioni l'anno» per gli incentivi ad assumere a tempo indeterminato e «una percentuale che stiamo quantificando ma si arriva anche al 10% del costo del lavoro a tempo indeterminato». Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ha quantificato così su “La7”, le risorse che il Governo intende stanziare per il capitolo sgravi per le assunzioni stabili nell’ambito del decreto Dignità, il cui esame alla Camera procede al rallentatore (la data di approdo in Aula del decreto è slittato al 30 luglio, come deciso ieri dalla conferenza dei Capigruppo). «Gli imprenditori non hanno nulla da temere», ha garantito Di Maio, un modo per rispondere indirettamente al leader di Forza Italia, che oggi ha lanciato un appello a Salvini perchè blocchi le misure sui contratti di lavoro previste dal decreto.
Berlusconi a Salvini: ci aiuti a bloccare norme su contratti
L’opposizione, da parte sua, continua infatti a tenere sotto tiro il provvedimento, e il leader di Foza Italia nel pomeriggio
ha provato a giocare la carta dei legami storici tra i partiti del centrodestra. Da qui il suo «accorato appello» a Salvini
perchè blocchi il decreto « in nome delle aziende, dei produttori, dei lavoratori, degli artigiani, dei commercianti, degli
agricoltori, che non hanno davvero bisogno di altre difficoltà da aggiungere alle tante con cui combattono ogni giorno». In
questi giorni, ha sottolineato l’ex premier parlando ai parlamentari azzurri, «assistiamo ad un balletto di cifre sul cosiddetto
decreto dignità», provvedimento «scritto da chi evidentemente non sa nulla del mercato del lavoro» e «destinato a distruggere
posti di lavoro». Il risultato di queste politiche, ha concluso Berlusconi, «sarà quello di allontanare le imprese dall'Italia
di scoraggiare chi vuole investire di spaventare chi vuole creare lavoro. Non sanno cosa è la politica industriale:Ilva, Alitalia,
infrastrutture».
La replica del vicepremier: «Io non blocco nulla»
«Io non blocco nulla, lavoriamo per migliorare», ha replicato subito Salvini a Berlusconi «lavoriamo per aggiungere, arricchire,
migliorare. Il nostro non è il governo del blocco, ma quello del cambiamento». Nessun timore nemmeno per le proteste degli
imprenditori, da ultimo in Veneto. «Non sono affatto preoccupato, perché io gli imprenditori veneti li conosco», ha spiegato
il vicepremier e ministro dell’Interno ai giornalisti a Montecitorio. La mobilitazione degli industriali del Veneto contro
il decreto Dignità è «una vostra invenzione giornalistica», ha aggiunto Salvini: «Quelli che dicono quelle cose sono al massimo
cinque».
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Nel decreto dignità sanatoria per oltre 43mila maestre non laureate
Alla Camera lavori a rilento
Intanto, stamattina è ripreso l’esame del testo nella commissioni Finanze e Lavoro della Camera, ma la seduta, focalizzata
sulle proposte di modifica alle nuove norme sui contratti a tempo determinato (previste dall’articolo 1) procede a rilento,
visto che nessun voto è stato espresso dopo 3 ore di dibattito. Nel corso della mattinata si è anche tenuta una riunione di
maggioranza nella sala del Governo di Montecitorio. In ogni caso, il viceministro dell’Economia ha assicurato che le commissioni
puntano al via libera del testo entro domani mattina.
In arrivo sanatoria per maestre, si tratta ancora su paletti voucher
Tra le modifiche più rilevati varate ieri dalle commissioni c’è l’emendamento che introduce una selezione ad hoc per i diplomati
magistrali prima dell'anno scolastico 2001/2002, una sanatoria che riguarderà oltre 43mila maestre elementari. Ok anche all'emendamento
del Governo che fa confluire nel Dl Dignità il decreto sull'obbligo di fatturazione elettronica per il settore carburanti
e all’estensione dei nuovi voucher alle imprese del turismo. Rispetto a questi ultimi, è ancora in discussione se l’estensione
riguarderà solo determinati tipi di Pmi (per esempio, solo le strutture ricettive e alberghiere come proposto da M5s) e se
i limiti saranno legati al numero dei dipendenti. La proposta definitiva dovrebbe essere presentata oggi.
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