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Decreto «dignità», per il lavoro temporaneo tetto del…

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In aula

Decreto «dignità», per il lavoro temporaneo tetto del 30% in azienda

Tetto del 30% per i lavoratori a tempo determinato e in somministrazione in forza presso l’azienda utilizzatrice. Con la possibilità affidata ai contratti collettivi applicati dall’utilizzatore di derogare a questo limite percentuale, calcolato sul numero di lavoratori assunti a tempo indeterminato.

È una delle modifiche al Dl 87 introdotte nel corso dell’esame da parte delle commissioni riunite Lavoro e Finanze, presiedute rispettivamente da Andrea Giaccone (Lega) e Carla Ruocco(M5S). Che hanno accolto un altro emendamento presentato dai relatori Davide Tripedi (M5S) e Giulio Centemero (Lega): in caso di stipula di un contratto a tempo determinato di durata superiore a dodici mesi, in assenza delle condizioni previste dalle causali, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato.

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Il testo che da domani sarà all’attenzione dell’Aula di Montecitorio per l’inizio della discussione generale - l’obiettivo della maggioranza è quello di ottenere il via libera entro giovedì 2 agosto-, prevede anche che il ministro del Lavoro riferisca annualmente al Parlamento sugli effetti occupazionali e finanziari derivanti dall’applicazione delle nuove norme.

Per il vicepremier Luigi Di Maio «la versione che sarà discussa dall’Assemblea è, grazie al lavoro dei parlamentari, addirittura migliore di quella approvata dal consiglio dei ministri».

Non è da escludere che il governo in Aula possa ricorrere alla fiducia. «Credo che sia un pericolo concreto – spiega Renata Polverini (Fi) – , alla luce di quanto è accaduto in commissione. Presenteremo un centinaio di emendamenti per non dare alibi al governo. Il confronto deve proseguire in Aula, dove proporremo tra l’altro di spostare la conclusione del periodo transitorio al 1° gennaio 2019, per consentire alle imprese di adeguarsi alle nuove norme sui contratti a termine».

Il periodo transitorio non era previsto dal decreto originario, mentre in base all’emendamento approvato in commissione fino al 31 ottobre 2018 sono esentati dall’applicazione della nuova disciplina i rinnovi e le proroghe contrattuali dei contratti a tempo determinato in corso al 14 luglio.

Il rinvio al 1° gennaio 2019 della conclusione del periodo transitorio è stato proposto in commissione anche dal Pd che ha ottenuto il via libera ad un emendamento, prima firma Carla Cantone, per escludere il lavoro domestico dalla nuova disciplina sui contratti a termine, eliminando così anche l’aumento dello 0,5% previsto per ogni rinnovo: «Era vergognoso voler aumentare alle famiglie il costo dei rinnovi dei contratti per colf e badanti – spiega Cantone –. Si dovrebbe estendere la deroga alle piccole imprese, contro il sommerso o per evitare licenziamenti».

Se nel privato la durata dei contratti a termine diminuisce da 36 mesi a 12 mesi (24 mesi con l’apposizine di causali) per la scuola, al contrario, viene meno il limite di durata triennale introdotto dalla legge 107 del 2015 (a decorrere dal 1º settembre 2016), dopo i ripetuti richiami giunti da Bruxelles.

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