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Razzismo, ora al Viminale guidato da Salvini si teme l’effetto…

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dopo l’aggressione a Daisy Osakue

Razzismo, ora al Viminale guidato da Salvini si teme l’effetto emulazione

Rischio emulazione. A catena, non prevedibile, nei luoghi e contesti più disparati. Anche perché di ambienti e territori dove possono scatenarsi episodi di razzismo ce ne sono in teoria a migliaia. Basta andare nelle periferie delle città, non solo quelle più grandi, guardare gli scenari quotidiani di degrado e sofferenza per tutti – residenti e migranti - per rendersi conto e togliersi ogni dubbio. Al ministero dell’Interno, guidato da Matteo Salvini, gli episodi connotati dalle cronache come casi di discriminazione sono sotto stretta osservazione.

Il ruolo di monitoraggio dell’Oscad
Un organismo del dipartimento di Pubblica sicurezza, l’Oscad (osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori), istituito alla fine di luglio di otto anni fa, ha proprio il compito di raccogliere le segnalazioni delle associazioni e seguire le denunce delle forze di polizia in danno delle minoranze. I dati dei casi di violenze contro le minoranze sono aggiornati a fine 2017 e un fatto è certo: quelle per razzismo sono oltre la metà del totale di tutti i generi di discriminazione (religiosa, sessuale, etc.). Nell’Oscad sono presenti i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine.

Il fermento della cronaca, i riscontri ottenuti
L’accelerazione dei casi raccontati dalla cronaca – ultimo esempio, quello della campionessa di origine nigeriana Daisy Osakue – non trova tuttavia per ora riscontro in una forma di esplosione della violenza razzista di tipo politico. Di Luca Traini, il 28enne di Macerata che sparò all’impazzata il 3 febbraio dalla sua auto in corsa in città e ferì sei persone, fu facile trovare che era candidato con la Lega Nord. Ma per la maggior parte dei pur numerosi casi recenti di violenza razziale non ci sono tracce di legami con la politica. Almeno non emersi finora. Questo non può far escludere che ce ne siano ma finora gli autori accertati risultano, come si dice nel gergo degli addetti ai lavori, «volti non conosciuti».

La dimensione delle minaccia incombente
Ciò non diminuisce la portata della minaccia e del fenomeno. Anzi: mentre gli ambienti di fermento politico legati agli episodi di discriminazione – come quelli che hanno visto in passato protagonisti tra gli altri Forza Nuova e CasaPound – sono sotto controllo, la crescita di atti e azioni aggressive di violenza a volte imprevedibile da parte di comuni cittadini è un dato preoccupante per il Viminale. Il rischio di emulazione, il gesto per esasperazione, l’atto dimostrativo - ma non programmato in un contesto organizzato - sono i rischi più complicati da fronteggiare. Se poi il clima politico non è all’insegna della distensione ma, al contrario, soffia sul fuoco del conflitto, basta una scintilla. Di fiammate razziste, più o meno occasionali, ne ce sono state finora diverse. Ma non saranno le ultime.

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