Via libera dell’Aula della Camera al decreto dignità. L'assemblea di Montecitorio ha approvato il provvedimento con 312 sì, 190 no e 1 astenuto. Il testo passa ora in seconda lettura al Senato. «Abbiamo vinto il primo round, ce l’abbiamo fatta, e senza la fiducia», ha detto uscendo dall'Aula della Camera il vicepremier Luigi Di Maio “festeggiato” dai suoi parlamentari dopo il via libera al decreto. «Ora c'è il Senato, lì i tempi sono più ridotti», ha detto ai deputati Di Maio.
Sanzioni più dure per chi viola il divieto di pubblicità del gioco d'azzardo e scritte«nuoce alla salute» sui tagliandi “Gratta e vinci”. Sono queste alcune delle (pochissime) modifiche apportate oggi in Aula alla Camera al decreto legge Dignità. Ieri, un'altra modifica approvata con voto unanime dell'Assemblea permetterà ai lavoratori portuali di essere esentati dalla stretta sul lavoro in somministrazione.
«Nuoce alla salute» sui “Gratta e vinci”
L'emendamento di Fratelli d'Italia approvato nel pomeriggio con il parere favorevole del Governo incrementa dal 5% al 20%
del valore delle promozioni le sanzioni pecuniarie previste dal provvedimento per chi trasgredisce il divieto di pubblicità
o di sponsorizzazione del gioco d'azzardo (che comunque al minimo ammontano a 50mila euro). «Siamo d'accordo a inasprire le
sanzioni - ha spiegato il ministro del Lavoro Luigi Di Maio - visto che una ricerca Caritas dice che il 90% di chi gioca d'azzardo
cade nel vortice a causa della pubblicità». I voti a favore sono stati 497. L’altra modifica approvata (presentata dal Pd)
prevede l’obbligo di stampare sui tagliandi “Gratta e vinci”, come già oggi avviene sui pacchetti di sigarette, la scritta
«nuoce alla salute». Anche in questo caso l’emendamento aveva il parere favorevole di Governo e relatore, che in un primo
momento avevano espresso parere contrario. I tagliandi dovranno contenere messaggi sui rischi connessi al gioco d'azzardo
«in modo da coprire almeno il 20%» della superficie «su entrambi i lati».
L’ipermammortamento anche per beni temporaneamente all’estero
Porta invece la firma di Sestino Giacomoni (Fi), l’emendamento- approvato dall’Aula - che, spiega il deputato, «prevede
il recupero del beneficio dell'iperammortamento (cioè il beneficio che consente alle aziende la maggiorazione del 150% del
coefficiente di ammortamento per determinati beni materiali o digitali), nell'ipotesi in cui i beni acquistati con l'agevolazione
siano delocalizzati all'estero». Una circostanza, conclude Giacomoni, che «rischiava di penalizzare fortemente le imprese
italiane che operano con strutture produttive situate all'estero, come i cantieri edili, per le quali l'utilizzo dei beni
all'estero è dettato unicamente da esigenze produttive e all'ordinario svolgimento dell'attività d'impresa».
Telethon: stretta contratti a tempo frena ricerca italiana
Non si ferma intanto il coro dei contrari alle misure all’esame della Camera, in particolare sul fronte del lavoro precario
e dei voucher. La stretta sui contratti a termine prevista dal decreto «rischia di diventare un forte impedimento per la ricerca
scientifica», mette in guarda la Fondazione Telethon, che rileva l’assenza di «una seria riflessione sulla possibilità di
introdurre tipologie contrattuali ad hoc per il mondo della ricerca». Una nota del direttore generale della Fondazione, Francesca
Pasinelli, ricorda che «già il lavoro a termine previsto nel Jobs Act non era adatto al settore» e « ridurne oggi ulteriormente
la durata non può che aggravare il problema». Dopo aver sollecitato «contratti a termine con durata flessibile e procedimenti
snelli, secondo modalità peraltro già previste in altri Paesi» Pasinelli conclude pronosticando «un progressivo impoverimento
del settore» in «assenza di un'attenzione specifica da parte delle istituzioni alle esigenze peculiari del mondo della ricerca».
© Riproduzione riservata