Settimana clou per governo e Parlamento quella che si apre oggi. Molti sono i temi in agenda da affrontare prima della pausa estiva che per la politica si apre ufficialmente venerdì prossimo. Tre, in particolare, i nodi da sciogliere in settimana: vaccini, decreto lavoro e manovra.
La disputa sui vaccini
Oggiil Senato dovrebbe dare il via libera al decreto Milleproroghe che contiene anche la contestata norma che rinvia di un anno l’obbligo dei vaccini per l’iscrizione a materne e nidi. Ma il pressing per una retromarcia è fortissimo. Voci contrarie si sono levate anche all’interno del Mvimento Cinque Stelle. Persino la Federazione degli ordini dei medici ha lanciato un appello per cambiare la legge. E le Regioni minacciano il ricorso alla Consulta perché «la sanità non è competenza esclusiva dello Stato». Si vedrà dunque se la maggioranza cambierà idea e tornerà sui suoi
passi o se oggi licenzierà il testo senza modifiche, come da tabella di marcia. Poiché il testo deve ancora essere approvato
dall’altro ramo del Parlamento, le modifiche sui vaccini potrebbero anche essere rimandate alla Camera, dove il decreto sarà
esaminato a settembre. E proprio perché il decreto non sarà con ogni probabilità approvato prima dell’inizio della scuola,
sarà comunque necessario presentare l’autocertificazione delle vaccinazioni avvenute. Insomma tanta confusione per genitori
e scuole.
Il decreto lavoro
Al traguardo il decreto lavoro (detto anche decreto dignità) che oggi approda in Aula al Senato, dopo essere stato esaminato in commissione nel fine settimana. L’intenzione della maggioranza è quella di approvarlo senza alcuna modifica e senza ricorrere alla fiducia nella giornata di domani. È quindi destinata a diventare legge la stretta sui contratti a termine e su quelli di somministrazione, così come le nuove regole sulla delocalizzazione delle imprese e sui giochi.
Manovra
È inoltre in preparazione il dossier più caldo dell’autunno, quello della legge di bilancio. Giovedì scorso si è tenuto un primo vertice di maggioranza insieme al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Economia Giovanni Tria in cui è stata tratta una prima conlusione: flat tax e reddito di cittadinanza saranno realizzati nella misura in cui non
comprometteranno il deficit. Mercoledì prossimo, nuova riunione a Palazzo Chigi in cui si dovrebbe andare un po’ più addentro ai singoli temi. Con l’obiettivo di lasciare il dossier politico nelle mani
dei tecnici dei ministeri che dovranno materialmente scrivere il testo. Testo che non arriverà in consiglio dei ministri prima
di ottobre.
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