Il ritorno alla leva obbligatoria ventilato dal vicepremier con delega agli Interni Matteo Salvini? È «un’idea romantica» ma tutto sommato inattuale, secondo il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e i vertici del suo dicastero. Perché un esercito di professionisti, che piaccia o meno, rappresenta una realtà dalla quale non si torna indietro. «Il ministro Trenta si è già espressa sul tema nei giorni scorsi: è una idea romantica ma i nostri militari sono e debbono essere dei professionisti e su questo aspetto è d’accordo anche Salvini», battono le agenzie facendo riferimento a fonti del ministero della Difesa.
Salvini ieri era tornato a parlato dell’ipotesi di reintrodurre per alcuni mesi il servizio militare. Un dibattito che, nella maggioranza di governo, sta tenendo banco: nei giorni scorsi, il ministro Trenta aveva sottolineato, durante un’intervista, che il servizio militare obbligatorio è un qualcosa «non più al passo con i tempi». I soldati di oggi, aveva spiegato il ministro, «sono dei professionisti. E non abbiamo più le truppe che vengono dalle Alpi». Dunque, «non c’è più bisogno di tanti soldati tutti insieme». L’occasione è ghitta per il dibattito politico, anche se siamo nel bel mezzo di una domenica agostana.
«All’amico Salvini ricordo che esiste già, per una legge voluta da me da ministro della Difesa del governo Berlusconi, la possibilità di far vivere ai giovani che lo desiderano, la vita militare per tre settimane». Dichiara il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa. «Prima di discutere di leva obbligatoria il governo potrebbe tornare a finanziare questa legge che la sinistra ha smesso di utilizzare e far partire subito con poca spesa qualche migliaio di giovani entusiasti di quella che fu definita la “mini naja”. Avrò poi modo di illustrare a lui e a Giorgetti le eventuali future modifiche da me proposte per allungare a 40 giorni (magari da svolgere durante le vacanze estive) e rendere, con crediti e incentivi, la partecipazione molto appetibile ai giovani. Mai però in forma obbligatoria che sappiamo crea in molti solo disamore se non peggio», conclude.
Intanto sulla scia di Salvini c’è una regione che potrebbe fare da apripista ed è il Veneto, al punto che già nel giugno scorso aveva approvato a maggioranza una proposta di legge statale di iniziativa del Consiglio regionale. Il testo, che introdurebbe la leva obbligatoria per otto mesi, prevede la scelta tra servizio civile o militare, valida sia per gli uomini che per le donne. Il servizio dovrà essere svolto tra la maggiore età e il compimento dei 28 anni, e dovrà essere effettuato nel territorio della propria regione.
Su Twitter arriva la replica dell’ex presidente del Senato, oggi leader di Leu, Pietro Grasso: «Cambiamo le regole del gioco: commentiamo le sparate di @matteosalvinimi solo quando si traducono in Disegni di Legge, senza abboccare alle provocazioni continue. Lo voglio vedere votare per la leva obbligatoria: noi saremo contro,come la maggioranza del Paese. #mattefacceTarzan
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