Sul web si scatenano rabbia, denuncia e paura dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. «Questo è sicuro?». E sotto la foto dei pilastri degradati di un ponte che sorreggono una strada percorsa da auto e camion.
Sono tante le condivisioni di post come questo che negli ultimi giorni diffondono la «psicosi crolli» sui social dopo la tragedia di Genova. Su Facebook e twitter si susseguono le immagini scattate dagli utenti. Tanti manifestano timori e allarme: «Attenzione!
Denunciate tutti i ponti e infrastrutture in stato di dissesto o in avaria. Condividi questo video e tagga Danilo Toninelli»,
si legge in una frase sotto un video Facebook dove si vedono parti cadenti di calcestruzzo.
«Ma i controlli verranno fatti?», commenta un utente, mentre altri elencano i ponti del proprio Comune, dove giurano non passeranno
più «se non verrà messo in sicurezza». In altre immagini si vede invece il ferro delle gabbie
interne dei pilastri attaccato dalla ruggine. Anche in questi casi la forza delle immagini si trasforma in presagi per chi commenta: «Faccio quella strada tutti i giorni.
E spero che adesso le denunce di noi cittadini vengano ascoltate». «Quante opere e strutture sono fatiscenti e senza più controlli?»,
si legge in un altro intervento.
Diecimila i ponti scaduti e da revisionare in Italia
Sono diecimila i ponti che preoccupano l’Italia: con i loro oltre cinquant'anni, sono vecchi e “affaticati” dal traffico,
da revisionare e non adeguati alla
nuova normativa del 2008, che regola il grado di sicurezza strutturale. E - denuncia il Cnr - nessuno è ancora a conoscenza
di un registro unico su queste strutture, che dia la possibilità di monitorarne la situazione. A parlare di “ponti scaduti”
è proprio il direttore dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Cnr, Antonio Occhiuzzi, il quale spiega che «gli
elementi principali alla base del rischio crollo, secondo i dati, sono i volumi di traffico e l'età dei manufatti. Quando
quest'ultima è superiore a 50 anni e le strutture sono ancora interessate da grossi volumi di traffico, si accende un campanello
d'allarme».
Gli esperti ce lo stanno dicendo in tutti i modi: anche a #Roma, come a #Genova, esiste un pericolo crolli. Chiedia… https://twitter.com/i/web/status/1030163055307644928
– PD ROMA(PD_ROMA)
Riflettori sul viadotto Magliana
Sotto i riflettori ci sono tante strutture, da Nord a Sud. Timori sulla stabilità riguardano il viadotto della Magliana a Roma: secondo quanto denunciano il Pd locale e Fdi, uno studio dell'Università la Sapienza tempo fa ne avrebbe evidenziato lo
stato di insicurezza e una significativa “decadenza fisica” . Di qui l’urgenza di intervenire «con un significativo restauro
o con l’abbattimento». Ma dopo le recenti indagini fatte dal Professor Braga, secondo la Facoltà di ingegneria civile dell'ateneo,
«sarebbero da escludere i rischi di crollo e gli interventi di manutenzione dovrebbero passare a breve dalla fase di progetto
definitivo a quella di progetto esecutivo». Il Campidoglio fa sapere di aver già stanziato per la manutenzione straordinaria oltre 2 milioni di euro.
Gli altri ponti progettati da Morandi
Ma a fare paura sono soprattutto i ponti progettati da Morandi, il cui nome è ormai inevitabilmente associato da tutta Italia
alla tragedia di Genova. C'è così anche l'ipotesi di demolire il viadotto 'Morandi' di Agrigento, costruito su progetto dell'ingegnere nel '70 e già chiuso nel 2017 dopo denunce di degrado della struttura. Sul ponte 'Morandi' di Sulmona, invece, non si potrà parcheggiare prima di una serie di verifiche mentre a Catanzaro sul viadotto Bisantis, anche questa opera dello stesso ingegnere e simbolo della città, Anas aveva già recentemente avviato interventi di manutenzione
della struttura.
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