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Dossier Lavorare uniti, non cavalcare rabbia e rancori

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Dossier | N. 63 articoliGenova, tutto sul crollo del ponte Morandi

Lavorare uniti, non cavalcare rabbia e rancori

(Ansa)
(Ansa)

Gentile direttore,
in uno dei giorni più tristi della vita del nostro Paese vogliamo esprimere il nostro cordoglio a tutte le famiglie delle vittime e la nostra vicinanza ai nostri concittadini della città di Genova. E vogliamo cogliere l’occasione per intervenire nel dibattito in corso e dare la nostra disponibilità e il nostro contributo.

A nostro avviso nei momenti difficili della storia del Paese l’obiettivo di tutti, com’è sempre stato, è unirsi nel dolore e lavorare tutti e immediatamente per le soluzioni. Con una chiara ed esatta distinzione dei ruoli e delle funzioni tra Governo e Giustizia. Per rispetto alle persone decedute, senso e spirito di responsabilità, vogliamo dire con chiarezza che occorre che la giustizia accerti le responsabilità, punisca i responsabili, faccia il suo corso e lo faccia quanto prima. Questo significa rispettare le leggi e non creare confusioni di ruoli. Occorre essere né giustizialisti né giustificazionisti. Occorre difendere la lucidità del capire e lavorare alle soluzioni: sia per rispetto a Genova e sia affinché vicende di questo tipo non accadano mai più.

Noi potremmo essere i primi a dire che Confindustria Genova aveva segnalato da tempo alcune criticità e che a febbraio di quest'anno nel nostro documento delle Assise di Verona abbiamo indicato le priorità delle infrastrutture. Ma oggi il punto non è stabilire chi ha parlato per primo o perseguire la sommaria ricerca del colpevole (che comunque occorre sia individuato dalla giustizia) ma fare.

Questo è il primato della politica che ha anche un ruolo pedagogico formativo verso tutti noi. Si lasci lavorare la procura della Repubblica su colpe e responsabilità e ci si concentri a partire dal Governo, come emerso da suoi autorevoli esponenti e dalle parole del Governatore Toti e del sindaco di Genova, su tre immediate priorità:

a) si dia una soluzione strutturale e civile alle famiglie che hanno dovuto lasciare le loro case

b) si colga l'occasione per mettere immediatamente in sicurezza tutte le strade e i ponti italiani definendo una road map: chi fa cosa, tempi, controlli, risorse.

c) si ripristini un sistema infrastrutturale che permetta ai genovesi e a tutti noi italiani di collegare il nostro Paese all’Europa e alla Francia ed evitare ogni disagio all’economia genovese, ligure e italiana.

La questione del ponte Morandi ci fa comprendere quanto le infrastrutture siano importanti e non scontate nel nostro Paese e quanto la visione dell’Italia che dovremmo avere - di centralità geoeconomica tra Europa e Mediterraneo, aperta a nord est e nord ovest -sia determinante per un Paese come il nostro che deve il suo presente e il suo futuro all’alta capacità di esportare da parte delle nostre imprese la cui manifattura incide per circa il 90%. Questo impone a tutti noi un cambio di metodo: lavorare per le soluzioni, non cavalcare rabbia e rancore, non rincorrere colpevoli sostituendosi alla giustizia ma rivendicando il ruolo di Governo del Paese. Dando priorità alle soluzioni. Ascoltando la pancia ma governando con la lucidità della testa e con il calore del cuore nel rispetto dei cittadini italiani.

Sarebbe la migliore risposta di una comunità Paese e del suo Governo per passare alla storia per aver fatto e non per aver detto.
Presidente di Confindustria

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