«Quando c'è un privato sarebbe opportuno che il pubblico non entrasse». A dirlo è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del meeting di Rimini di Comunione e Liberazione in risposta a una domanda sul paventato ingresso di Cdp in Atlantia o nella galassia Benetton per affiancare i privati nella gestione di Autostrade, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. «Se serve a sostenere, ad accelerare elementi ben venga», ha detto Boccia riferendosi all’intervento pubblico, « altrimenti evitiamo di usare Cdp per supportare dimensioni pubbliche ritornando un passato che già abbiamo visto».
Sull’lva: se gara non annullabile si tratti e si chiuda la questione
Sulla vicenda Ilva, altro tema caldo dopo le polemiche per la posizione del vice premier Luigi Di sulla gara («è illegittima,
ma non si può annullare») Boccia ha messo in guardia dal rischio di stallo. «Mi sembra dalle parole del ministro Di Maio
che l'avvocatura di Stato dica che la gara non sia annullabile: si prenda atto, si entri nella negoziazione, si chiudano gli
ultimi punti e si parta quanto prima», ha sottolineato il leader degli industriali. Il rilancio dell’Ilva di Taranto «deve
diventare la grande questione di soluzione industriale italiana, che coniughi occupazione e ambiente. Si faccia quanto prima:
sono sei anni, abbiamo un investitore privato, ha partecipato alla gara», ha aggiunto. Boccia ha poi ricordato l’esaurimento
della cassa dell’Ilva «entro fine settembre». La questione tempo è quindi fondamentale e per Boccia occorre andare velocemente.
«Non abbiamo mai avuto la sensibilità per la questione temporale nel Paese, in quanto tempo facciamo le cose che diciamo:
la questione Ilva la portiamo avanti da sei anni, penso che si arrivato il momento di chiuderla e chiuderla bene», ha concluso
il presidente di Confindustria.
«Sul Dl Dignità polemica passata, ora guardiamo avanti»
Nel suo intervento al convegno “Giovani e lavoro: futuro e opportunità”, il presidente degli industriali ha rilanciato alcune
proposte per favorire la ripresa economica, tra cui «una flat tax di detassazione e decontribuzione totale per i primi 2-3
anni per i giovani». Si tratta di «un progetto di inclusione, in linea con il patto per la fabbrica». «Se vuoi fare una società
che esclude, la mattina ti svegli, trovi le colpe degli altri, ti lamenti e produci una nuova politica economica», ha aggiunto
Boccia, comunque convinto di sbagliare, e che non ci sia in realtà la volontà di creare una società esclusiva e non inclusiva.
Boccia è fiducioso anche sui rapporti con il governo giallo-verde, assai aspri negli ultimi mesi. La polemica sul decreto
Dignità - che comunque «non aumenterà nè diminuirà l'occupazione» - «è già passata, guardiamo avanti, vediamo se riusciamo
a costruire modelli di sviluppo nell'interesse di questo Paese».
© Riproduzione riservata