Farsi un giro su Twitter e leggere i tweet con hastag #Dazn. Riferendosi a Napoli-Milan di sabato sera, le immagini di Gullit e Maradona o di Van Basten e Maradona durante fasi di gioco si sprecano, con tanto di frecciata finale: «Non capisco quelli che si lamentano di DAZN, da me si vede bene». Va giù duro il giornalista sportivo Maurizio Pistocchi: «Le straordinarie innovazioni del calcio italiano. Si scrive DAZN, si pronuncia BUFALA (ore 20:30, Napoli-Milan)». Solo due esempi per dire che è andata meglio, ma non sembra essere andata bene.
Il secondo weekend di campionato non ha risparmiato lamentele (e ironie) alla piattaforma di Perform. Un miglioramento rispetto alla prima giornata c’è stato, non c’è dubbio. Però non è andata come doveva. Almeno questa è la valutazione di Codacons e Altroconsumo che hanno annunciato esposti all’Antitrust.
«Altroconsumo - si legge in una nota – ha raccolto le segnalazioni di centinaia di consumatori, anche attraverso il proprio sito, che hanno evidenziato problematiche nella fruizione del servizio, ha inviato un reclamo alle società coinvolte (Perform Group/Dazn e Sky) e una segnalazione a Antistrust e Agcom». Dal canto suo l’Unione dei Consumatori ha invitato gli utenti a fare una contestazione scritta: «Il servizio offerto, almeno per ora, è scadente», ha sostenuto il presidente Manlio Arnone, annunciando che «se il problema non dovesse essere risolto in tempi brevi valuteremo un’azione di tutela collettiva».
La scorsa settimana, come anticipato dal Sole 24 Ore, rappresentanti di Dazn e Tim si sono incontrati per trovare la quadra attorno a possibili soluzioni utili a evitare la débâcle della prima giornata di campionato. Gli incontri, a quanto Il Sole 24 Ore ha potuto ricostruire, si sono risolti con un’ottimizzazione di servizi per gestire i picchi e un aiuto per avere una distribuzione dei dati più efficaci. Ma i Cdn - i Content delivery network, per garantire capacità aggiuntiva - Dazn non li ha acquistati.
Mossa azzardata? Di certo chi gestisce la distribuzione dei contenuti e non gestisce le sottostanti reti di telecomunicazioni, deve essere in grado di garantire al cliente la qualità del servizio “end to end”, tanto più se si parla di calcio e quindi di inevitabili picchi. Andando nel tecnico, soprattutto per gli eventi live diventano fondamentali le tecniche utili a diminuire la latenza dei collegamenti che non dipende soltanto dalla rete di accesso ma anche da quella di backhaul che collega gli apparati di videostreaming. I provider di contenuti si avvalgono di reti di accelerazione (appunto le Content delivery Network- Cdn) di operatori terzi o installano le proprie Cache con capillarità nella rete (Netflix lo sta facendo ora in Italia) per avvicinare il più possibile la sorgente del contenuto al cliente limitando di conseguenza la necessità di banda complessivamente necessaria e la latenza. Dazn si avvale di varie piattaforme, tutti provider di eccellenza, ma a favore di Tim giocherebbe la capillarità della rete di cache sul territorio.
Per ora la scelta è stata dunque differente. Associazioni dei consumatori e social non hanno mancato di segnalarlo. Anche se una puntualizzazione va fatta: le segnalazioni di disservizi finiscono inevitabilmente per essere più rumorose dei commenti positivi. Di certo un rodaggio così l’Italia del “Dio Pallone” non sembra pronta ad affrontarlo.
© Riproduzione riservata