
5/5 2004 - PUGLIA / Scontro sul tracciato e battaglie legali, Maglie-Leuca al palo
Una storia infinita. Una lunga battaglia legale. Un cantiere mai partito. Lavoratori licenziati più di un anno fa per il progetto bloccato. Un’area a forte vocazione turistica come il Salento mal servita sul piano dei collegamenti stradali veloci e sicuri. È il condensato dell’ammodernamento della statale 275 in Puglia che collega Maglie a Leuca. Obiettivo, passare da 2 a 4 corsie ed evitare l’attraversamento di una serie di centri del sud Salento. Tutto però continua a restare sulla carta. E sono passati ben 14 anni da quando si parla di quest’opera. «Un’assurdità, una farsa - dichiara Giancarlo Negro, presidente di Confindustria Lecce -. La Maglie-Leuca non viene ammodernata e questo peggiora la condizione di un’area già fortemente deficitaria di infrastrutture. Mi chiedo come facciamo a promuovere il turismo? Atterri a Brindisi e poi, una volta arrivato a Lecce in auto o in treno, come raggiungi il capo di Leuca? Il quadro è desolante». Negro annuncia un report per ottobre sulle criticità del Salento (da inviare a istituzioni e parlamentari) e una di queste riguarda le infrastrutture e la 275.

Ma lo scontro ha riguardato anche il tracciato. A fine maggio un vertice tra sindaci e Anas sembra aver trovato la quadra. Ci si era infatti interrogati se la nuova 275 dovesse passare ad est di Tricase, utilizzando una tangenziale esistente da ampliare, oppure ad ovest. I sindaci del Capo di Leuca hanno dato all’Anas il via libera per il tracciato ad ovest. Ci saranno 4 corsie sino a Tricase mentre da qui sino a Leuca due corsie più aree di pertinenza. Appena qualche mese prima, invece, si è consumata un’ennesima battaglia legale.
Il Consiglio di Stato ha riconosciuto la correttezza dell’operato dell’Anas sull’annullamento in autotutela del l’aggiudicazione dei lavori di ampliamento della 275. È stato così bocciato il ricorso del Consorzio Integra e dell’Igeco Costruzioni contro la decisione dell’Anas. In materia il Consiglio di Stato si è rifatto ad una sentenza del 2014, con la quale, accogliendo il ricorso del raggruppamento di imprese Matarrese e Coedisal, ha contestato le «macroscopiche illegittimità» con cui l’Anas dispose tempo addietro l’aggiudicazione in danno di quest’ultimo. In quell’occasione i giudici, pur non potendo annullare direttamente l’aggiudicazione per limiti di competenza trattandosi di un’opera strategica nazionale, affermarono però che «rimaneva nella autonoma disponibilità di Anas la possibilità di ripristinare la legalità violata». (Domenico Palmiotti)
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