È stato raggiunto e siglato al ministero dello Sviluppo economico l’accordo sull’Ilva da sindacati, azienda e commissari, alla presenza del vicepremier e ministro Luigi Di Maio. I sindacati poi sottoporranno il testo al referendum tra i lavoratori. Salgono a 10.700 i lavoratori da assumere subito. È la proposta migliorativa contenuta nel testo aggiornato presentato da ArcelorMittal ai sindacati. Dopo l'intesa sul futuro dell'Ilva siglato al ministero dello Sviluppo economico i sindacati hanno revocato lo sciopero che era stato proclamato per martedì 11 settembre dalle sigle dei metalmeccanici Fim Fiom Uilm e dal'Usb.
La soddisfazione di Mattarella
L'accordo, accolto con «soddisfazione» dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «rappresenta un'importante pietra
miliare nell'acquisizione di Ilva da parte di AM Investco Italy», scrive Arcelor Mittal in una nota. Ora, si legge nel comunicato
diffuso da Aditya Mittal, presidente di AM - «abbiamo davanti a noi un percorso chiaro che ci porterà verso l'avvio dell'importante
lavoro di rilancio di Ilva. Non vediamo l'ora di iniziare il prima possibile».
Di Maio: migliore risultato in peggiori condizioni
«Su Ilva è stato fatto un buon lavoro e raggiunto l’accordo migliore possibile nelle peggiori condizioni. Ora è venuto il momento di una legge speciale per il rilancio di Taranto e di mettere risorse nella Legge di Bilancio» ha detto il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio fuori dal Mise dopo la firma dell'accordo con ArcelorMittal. In precedenza il vicepremier aveva sottolineato come «da quello che si è ottenuto al tavolo stanotte, già possiamo dire che non ci sarà il Jobs Act nell'azienda, che i lavoratori saranno assunti con l'articolo 18, che ci saranno 10.700 assunzioni come base di partenza e che non ci saranno esuberi: tutti riceveranno una proposta di lavoro
da Mittal».
Conte: annullare gara non semplice, bene Di Maio
Valutazione positiva dell’esito dei negoziati anche dal premier Giuseppe Conte. «Di Maio ha fatto un lavoro veramente egregio,
è stato molto sapiente il percorso che abbiamo costruito, abbiamo acquisito il parere dell'Anac e dell'Avvocatura dello Stato,
sono emerse irregolarità evidenti, ma l'annullamento della gara non è così semplice. Non basta un vizio formale occorre dimostrare che attraverso quell'annullamento si realizza meglio l'interesse pubblico».
ArcelorMittal: ora azienda più forte
«Oggi è l'inizio di un lungo percorso per fare dell'Ilva una impresa più forte e più pulita». Così l’amministratore delegato di Am InvestCo e vice presidente di
ArcelorMittal, Matthieu Jehl, uscendo dal Mise dopo l'accordo sull'Ilva, ringraziando governo, sindacati e commissari.
Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia «la chiusura dell'accordo sull'Ilva di Taranto è un bel segnale per il Paese. Ed è la riprova che è possibile coniugare le ragioni dell'occupazione con quelle dell'ambiente e dello sviluppo nel rispetto delle prerogative dell'acquirente. Auspichiamo che possa essere l'inizio di una svolta che riporti la questione industriale al centro dell'attenzione nazionale».
Re David (Fiom): referendum conclusi entro 13 settembre
Il referendum fra i lavoratori dell’Ilva sull’ipotesi di accordo siglata «si svolgerà a partire da subito, ogni sito deciderà
il primo giorno di partenza ma il voto deve concludersi entro il 13 settembre in modo tale che l'azienda abbia il tempo di avere i risultati e il 15 di subentrare quando scadrà l'amministrazione straordinaria». Così la segretaria generale dalla Fiom-Cgil, Francesca Re
David, la quale ha spiegato che il vicepremier e ministro, Luigi Di Maio, «ha svolto un ruolo fondamentale in un momento
chiave della trattativa per sbloccare un punto importantissimo, ossia il numero delle assunzioni iniziali (i 10.700 lavoratori
ndr) e nel consentire con quel passaggio la chiusura dell'accordo».
Furlan (Cisl): governo, sindacato e azienda responsabili
«È davvero importante la firma oggi dell'Accordo sull'Ilva che tutela l'occupazione dei lavoratori
in tutti i siti produttivi, il diritto dei cittadini di Taranto
al risanamento ambientale e la produzione di acciaio, sempre piu' strategica per tutto il paese» sottolinea la segretaria
generale della Cisl, Annamaria Furlan in una nota. «Va riconosciuta al ministro Di Maio, ai sindacati e all'Azienda un atteggiamento
responsabile e pragmatico, e di aver superato gli ostacoli anche ideologici che si frapponevano ad una accordo fondamentale
non solo per le tante famiglie degli operai che lavorano all'Ilva, ma anche per la garanzia di una efficace e rapida bonifica
ambientale di Taranto», aggiunge la Furlan.
La trattativa notturna
Era stata formulata inizialmente per l'azienda siderurgica una proposta di assunzione a tempo indeterminato per 10.300 lavoratori. Questo prevedeva la bozza di verbale di accordo sul tavolo al Mise in cui veniva specificato che le assunzioni sarebbero
state ripartite in 10.100 entro il 31 dicembre 2018 e 200 entro il 31 dicembre 2021. Pur complicata la trattativa tra le parti è tuttavia andata avanti per tutta la notte, con i sindacati fermi nella richiesta all’azienda di far salire la quota di lavoratori da assumere da subito. Al dunque
«l'elemento importante è che non ci sono esuberi», ha detto il segretario generale della Uilm Rocco Palombella.
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Il piano complessivo
Oltre alle 10.700 assunzioni subito anziché le 10.300 proposte ieri e lo stralcio della condizione dei “costi invariati”,
l'intesa prevede un piano di incentivi all'esodo, volontario e anticipato, con una somma di centomila euro lordi per il lavoratore disponibile ad andare via subito via. Come spiegato da Palombella
l'intesa prevede il completo assorbimento di tutti i lavoratori a partire dalla fine del Piano ambientale e in concomitanza
con la cessazione dell'Ilva in liquidazione; e a partire dal 2023 ci sarà il riassorbimento dei lavoratori che non hanno usati
gli ammortizzatori.
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Ieri dopo l’avvio dell’incontro istituzionale sull’Ilva a cui era presente il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, al Mise hanno ricercato incessantemente un’intesa l’azienda, i segretari generali dei sindacati, i commissari e il dirigente responsabile per le crisi di impresa del ministero Giampietro Castano. Nell'accordo sull'Ilva con Arcelor Mittal «abbiamo ottenuto quello che abbiamo chiesto sin dall'inizio, quindi siamo soddisfatti» ha chiosarto in aggiunta la segretaria della Fiom Francesca Re David. «10.700 lavoratori verranno assunti subito e sono sostanzialmente quelli che ora lavorano negli stabilimenti, ossia tutti quelli non in cassa integrazione». Molto migliorato per Re David anche il piano ambientale «che porta all'accelerazione delle coperture dei parchi e a un limite fortissimo delle emissioni. Se Ilva vuole produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio lo deve fare senza aumentare di nulla le emissioni che ci sono».
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