Premier, «avvocato del popolo» e aspirante titolare della cattedra di diritto privato all’Università La Sapienza di Roma al posto del suo maestro Guido Alpa. Giuseppe Conte uno e trino: secondo il sito europeo di informazione Politico Europe, il presidente del Consiglio lunedì prossimo sarebbe atteso nell’ateneo romano per sostenere l’esame di inglese legale nell’ambito della procedura di selezione per mobilità, da Firenze a Roma, per la quale si era candidato a febbraio. E dovrà vedersela con tre “competitor”. In serata il premier ha fatto retromarcia: «Gli impegni istituzionali mi impongono di riconsiderare questa domanda di trasferimento», ha annunciato Conte, parlando in conferenza stampa al termine del Cdm.
Un funzionario del governo italiano, citato dalla testata con sede a Bruxelles, aveva riferito che la candidatura di Conte non era stata ritirata dopo il giuramento da capo dell’Esecutivo gialloverde, lo scorso primo giugno. Immediatamente, l’Università di Firenze aveva collocato il premier in aspettativa. Lo stesso dovrebbe fare la Sapienza nel caso Conte vincesse la selezione. Per alcuni giuristi interpellati da Politico, che hanno voluto restare anonimi, la carica di primo ministro gli impedirebbe di concorrere per la cattedra universitaria. La domanda è scontata: può essere imparziale una selezione in un’università pubblica che vede tra i candidati il capo del governo?
Secondo altre fonti consultate dal Sole 24 Ore, invece, la procedura sarebbe legittima perché Conte, in qualità di docente in aspettativa, avrebbe comunque un diritto soggettivo a non vedere intaccata la possibilità di partecipare a una selezione per mobilità. Anche se ovviamente ci sono «motivi di opportunità» a sconsigliarlo. Proprio quelli che ora hanno indotto Conte a fare marcia indietro.
La Sapienza si è chiusa nel riserbo. Il primo agosto e il 4 settembre la commissione esaminatrice - composta da Enrico Elio del Prato (La Sapienza), Stefano Delle Monache (Università di Padova) e Giusella Dolores Finocchiaro (Università di Bologna) - si è riunita per valutare curriculum e pubblicazioni. Ma i risultati non sono stati pubblicati. Tra gli interpellati dalla giornalista Silvia Sciorilli Borrelli, che firma lo scoop, ce n’è uno che ritiene «altamente insolito e sconcertante» che nessuno dei membri della commissione abbia evidenziato incompatibilità o conflitto d’interessi. La stessa persona segnala che l’Autorità anticorruzione impone ai commissari di astenersi dall’esaminare candidati quando ci sono motivi che potrebbero compromettere la propria imparzialità e la propria serenità nella valutazione». No comment dal rettore Eugenio Gaudio, che avrebbe il potere di annullare la sessione d’esame in caso di irregolarità procedurali e di chiedere alla commissione di rivalutare i candidati.
Immediato il fuoco di fila delle opposizioni. Dal Pd Luciano Nobili conia l’hashtag #ConteBarone e chiede le dimissioni del presidente del Consiglio: «Ora sappiamo che fine ha fatto il premier fantasma Conte. Contro legge e con un gigantesco conflitto di interessi vuole una cattedra alla Sapienza. Un’università pubblica, che riceve finanziamenti dal governo. Su questo schifo vigilerà Giarrusso?». Già. Perché l’ex Iena Dino Giarrusso è stata appena nominata dal sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti “controllore” dei concorsi universitari. Addetto a stanare i «concorsi sospetti» per «comunicare una cultura di trasparenza e meritocrazia».
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