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lo scandalo abusi

Pedofilia, il Papa chiama a “rapporto” il vertice della Chiesa Usa

Il vertice della chiesa americana è chiamata a rapporto dal Papa sulla pedofilia, una tragedia senza fine, che ogni giorno porta alla luce casi del passato di abusi e coperture. Il presidente della Conferenza Episcopale, cardinale Daniel DiNardo – arcivescovo di Houston - accompagnato dal vice Jose Gomez, di Los Angeles: entrambi esponenti dello schieramento conservatore, maggioritario nella gerarchia della sconfinata chiesa americana, che conta 70 milioni di fedeli e quasi 200 diocesi. Insieme ai due il cardinale Sean O'Malley, di Boston, fiduciario del Papa nella lotta agli abusi, alla guida di una commissione che fatica a farsi ascoltare dentro gli uffici della Curia.

GUARDA IL VIDEO / Papa su accuse ex nunzio: si commenta da solo

Dall'incontro filtra poco, ma è chiaro che a breve arriveranno delle decisioni papali: o un nuovo “visitatore” come accaduto in Cile (fu il vescovo maltese Charles Scicluna) o dimissioni, come potrebbe accadere a Washinton, dove il cardinale Wuerl, sotto tiro, è già in zona di uscita. Al centro dell'incontro, sollecitato dallo stesso DiNardo (sul quale stanno pioveno accuse in Texas per presunte coperture) la nuova ondata di accuse di abusi sessuali.

Il Papa dopo il documento emesso alla vigilia del viaggio in Irlanda ha convocato per febbraio degli stati generali di tutto il mondo per affrontare il tema, ma prima delle mosse saranno fatte, come delle decisioni anche a valel del documento-patacco di Viganò attorno al noto caso McCarrick. Due settimane fa, DiNardo in un comunicato aveva chiesto «risposte conclusive e basate su prove» alle domande sollevate dall'ex nunzio Carlo Maria Viganò e si era detto «fiducioso» del fatto che il Papa condivida «il desiderio di maggiore efficacia e trasparenza soprattutto nei procedimenti disciplinari verso i vescovi ». Come noto, in proposito il C9 – il consiglio dei cardinali che lo assistono nelle riforme - lunedì scorso ha annunciato la pubblicazione degli eventuali «necessari chiarimenti». E ieri DiNardo, alla fine dell'incontro, ha detto: “Siamo grati al Santo Padre per averci ricevuti in udienza. Abbiamo condiviso con Papa Francesco la nostra situazione negli Stati Uniti - come il corpo di Cristo sia lacerato dal male degli abusi sessuali -. Egli ha ascoltato molto profondamente dal cuore. E' stato uno scambio lungo, fruttuoso e buono”.

Bergoglio ai giovani vescovi: “Attenti ai seminari”
Ieri il Papa è tornato sul tema parlando ad un gruppo di vescovi da poco nominati. “Vi raccomando una particolare attenzione al clero e ai seminari. Non possiamo rispondere alle sfide che abbiamo nei loro confronti senza aggiornare i nostri processi di selezione, accompagnamento, valutazione. Ma le nostre risposte saranno prive di futuro se non raggiungeranno la voragine spirituale che, in non pochi casi, ha permesso scandalose debolezze, se non metteranno a nudo il vuoto esistenziale che esse hanno alimentato, se non riveleranno perché mai Dio è stato così reso muto”. Negli scandali della Chiesa, ha aggiunto il Papa, Dio è stato “così messo a tacere, così rimosso da un certo modo di vivere, come se non ci fosse”. Inoltre Civiltà Cattolica ha pubblicato la conversazione avuta dal papa con la comunità dei gesuiti irlandesi, in occasione del recente viaggio: “Questo dramma - ha detto - specie quando è di dimensioni così ampie come in Usa, in Cile o qui in Irlanda, ha alle spalle situazione di chiesa segnate da elitismo e clericalismo, che favoriscono ogni forma di abuso”.

In Usa i casi si allargano. Esce un vescovo del West Virginia
Intanto in Usa spuntano nuove rivelazioni. Il Kentucky si è aggiunto alla lista, facendo sapere di voler convocare un Gran giurì che indaghi sulle accuse di molestie da parte del clero cattolico e su possibili azioni intraprese per proteggere i responsabili dalla giustizia. Nel 2004 tre ex chierichetti del Kentucky vittime di molestie avevano fatto causa alla Santa Sede. Prima erano sei gli Stati che avevano deciso di indagare sulla crisi: New York, New Jersey, Illinois, Missouri, New Mexico e Nebraska, mentre la Florida sta valutando se seguirne l'esempio. In Pennsylvania a metà agosto un Gran giurì aveva presentato e documentato le accuse mosse da circa mille vittime a oltre 300 sacerdoti. Intanto martedì, in una lettera inviata al clero dell'arcidiocesi di Washington, il cardinale Donald Wuerl, 77 anni, arcivescovo della capitale, ha affermato che presto affronterà con papa Francesco la possibilità di presentare le sue dimissioni. Infine un caso relativo al West Virginia: Francesco ha accettato le dimissioni del vescovo di Wheeling-Charleston, Michael Bransfield, cinque giorni dopo il compimento del suo 75/o anno (fatto del tutto insuale). Il Papa ha inviato l'arcivescovo di Baltimora, William Lori, a “indagare su accuse di abusi di adulti” nei confronti dell'alto prelato. Bransfield è il primo vescovo Usa dal 2002 a lasciare il posto tra accuse pubbliche di malefatte sessuali.

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