Via libera del Consiglio dei ministri al decreto Genova (più altre emergenze, quali Ischia e post-sisma in Centro Italia), ma con la formula "salvo intese", cioè senza un testo concordato in dettaglio, che uscirà invece dal lavoro post-consiglio tra i capi di gabinetto. Sono stati in particolare rinviati i quattro nodi politicamente e giuridicamente più complessi, e cioè: chi farà il commissario straordinario, quali poteri avrà, se Autostrade per l’Italia sarà completamente esclusa dalla ricostruzione oppure no, a chi saranno affidati i lavori (direttamente a Fincantieri o con selezione di almeno 5 candidati). Tutto questo pacchetto sarà definito non nel testo finale del decreto legge, ma in un successivo decreto del presidente del Consiglio (Dpcm).
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Confermati invece gli aiuti agli sfollati e alle imprese, e indennizzi a chi ha avuto immobili danneggiati. Così come la creazione della nuova Agenzia nazionale per la sicurezza stradale e ferroviaria, la banca dati infrastrutture, i sensori sui ponti, i poteri all’Autorità Trasporti. Sul tavolo del consiglio dei ministri il nodo più delicato è stato quello della ricostruzione del Ponte. La volontà di tutto il governo è di dare un segnale forte, di escludere cioè del tutto Autostrade dalla ricostruzione (stazione appaltante, progettazione, lavori). Finché la concessione non è revocata, però, questo potrebbe essere complesso, e comportare rischi di contenziosi e rallentamenti. E su questo si è confermata ieri l'articolazione dell'esecutivo tra un'ala più dura e un'altra più "realista".
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«Per la ricostruzione del ponte - ha detto ieri il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a Porta a Porta - il governo scelga chi vuole e decida le procedure, ma se poi fra tre mesi i lavori non possono partire per un ricorso al Tar .... questo mi manderebbe su tutte le furie».
«Pensiamo di avere doveri, ma anche diritti - ha detto sempre a Porta a Porta l'Ad di Autostrade Giovanni Castellucci - pensiamo di aver la possibilità di fare molto per Genova e in particolare un ponte ricostruito con Fincantieri secondo il progetto di Renzo Piano nel più breve tempo possibile». «Non siamo contrari alle deroghe al Codice - ha aggiunto ieri il presidente dell'Ance Gabriele Buia - occorre però una governance ben definita, e un insieme di regole che, seppure eccezionali, devono comunque essere chiare e trasparenti. Altrimenti tra un anno Genova non potrà avere il suo Ponte». Su questi punti, dunque, il governo si è preso ancora qualche giorno di riflessione. Sarà il Dpcm di Conte a sciogliere la matassa.
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La bozza di decreto non dovrebbe invece riservare sorprese nella parte relativa alle agevolazioni per le imprese danneggiate e alle misure per sostenere la ripresa. Si punta innanzitutto alla creazione di una Zona logistica speciale molto ampia che comprenderà i territori portuali e retroportuali riconoscendo alla nuova Zls le stesse semplificazioni previsti per le Zes (le Zone economiche speciali che stanno sorgendo nei porti del Sud). Anche se va sottolineato che le semplificazioni ancora non sono state definite visto che da mesi manca all’appello ancora il Dpcm che deve definirle.
Per dare ossigeno alle aziende danneggiate dal disatro del ponte che subiranno una riduzione di fatturato (l’ipotesi allo studio è una soglia del 25%) il decreto istituisce una zona franca urbana mettendo in pista una serie di sconti fiscali che vanno dall’esenzione parziale delle imposte sui redditi derivanti dall’attività di impresa a quella sull’Irap e sulle imposte municipali sugli immobili presenti nella zona franca fino all’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (con l’esclusione dei premi per gl iinfortuni). Esenzioni queste che scatteranno non solo per le imprese già presenti ma anche per quelle che avvieranno la loro attività entro il 2019.
Definita anche la parte relativa a controlli e prevenzione. Dal 1° dicembre nascerà una nuova Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, con compiti di vigilanza e sanzioni. Previste 250 assunzioni, in prevalenza ingegneri. Al ministero delle Infrastrutture nascerà inoltre una nuova Banca dati infrastrutture, che a regime prevede l'installazione di sensori su tutte le opere più delicate. Anche al Mit previste assunzioni, 245 ingegneri. Infine più poteri di regolazione tariffaria all'Autorità Trasporti non solo sulle nuove concessioni autostradali, ma anche su quelle vigenti.
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