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domani il dl sicurezza-immigrazione

Recuperati 50 migranti al largo della Libia. Salvini: «Denuncerò chi aiuta gli scafisti»

Aquarius 2 ha recuperato cinquanta persone al largo della Libia, in corrispondenza della città di Zuara, mentre e altri due gommoni con a bordo cento immigrati sarebbero in navigazione. E questo ha ravvivato le tensioni per la linea della fermezza adottata dall’Italia contro l’attività delle organizzazioni non governative, con scambi di accuse reciproche lungo tutta la giornata. «Denuncerò per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chi aiuta gli scafisti», annuncia il ministro dell'Interno Matteo Salvini secondo cui «nelle ultime ore i trafficanti hanno ripreso a lavorare, riempiendo barchini e approfittando della collaborazione di qualche Ong».

«Pensare che, dopo il caso Diciotti - spiega Salvini -, le partenze dalla Libia si erano azzerate! Aquarius 2 ha intralciato il lavoro della guardia costiera libica, ignorando le indicazioni. Secondo alcuni quotidiani, Aquarius 2 sta per essere cancellata dai registri navali di Panama (dopo aver subìto la stessa decisione da Gibilterra) perché “è illegale e non rispetta le procedure”. Anche l'altro giorno si era rifiutata di collaborare con la guardia costiera libica. Possono cambiare nome e bandiera altre mille volte: ma per questi signori i porti italiani restano chiusi».

Ma SOS Méditerranée e Medici Senza Frontiere si dicono «sconvolti» dall'annuncio dell'Autorità marittima di Panama di essere stata costretta a revocare l'iscrizione dell'Aquarius dal proprio registro navale «sotto l'evidente
pressione economica e politica delle autorità italiane. Questo provvedimento condanna centinaia di uomini, donne e bambini, alla disperata ricerca di sicurezza, ad annegare in mare e infligge un duro colpo alla missione umanitaria di Aquarius». Sabato scorso il team a bordo di Aquarius «è rimasto scioccato quando ha saputo che le autorità panamensi avevano informato ufficialmente Jasmund Shipping, il proprietario della nave, della richiesta delle autorità italiane a prendere “azioni immediate” contro l'Aquarius». Nel messaggio ricevuto dall'Autorità marittima di Panama - riferiscono le Ong - si legge che «sfortunatamente è necessario che l'Aquarius sia esclusa dal nostro registro perché la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il
governo e per la flotta panamense in direzione dei porti europei». Questo messaggio è arrivato nonostante la nave, a dire delle organizzazioni, abbia completato con successo tutte le procedure di registrazione, essendo conforme agli standard elevati previsti dai regolamenti marittimi di Panama.

Nessuna pressione su Panama, fa sapere invece il Viminale. «È evidente - dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini - che nessun Paese voglia prendersi la responsabilità di essere identificato con una nave che intralcia le operazioni di soccorso in mare, rifiuta il coordinamento con la guardia costiera libica, attacca alcuni governi democratici come quello italiano, pretende di distribuire dei clandestini in Europa».

Sbarcati a Malta i 141 della Aquarius

Domani è atteso in Consiglio dei ministri il decreto sicurezza-immigrazione, risultato dalla fusione dei due testi originari per i quali si è speso Matteo Salvini. Si è lavorato sino all’ultimo per risolvere le questioni di dubbia costituzionalità del provvedimento relativi in primis alla decretazione di urgenza. In attesa del confronto sul terreno più politico all’interno della maggioranza, quanto ai contenuti, in particolare “sotto osservazione” sono finiti il blocco ai permessi di soggiorno per motivi umanitari sostituiti con permessi per meriti civili o cure mediche, il raddoppio (da tre a sei mesi) dei tempi di trattenimento nei Centri per i rimpatri, l'aumento dei reati per cui si revoca lo status di rifugiato e i progetti di integrazione sociali riservati a titolari di protezione e minori non accompagnati.

Sul testo critiche arrivano intanto dal segretario generale della Conferenza episcopale italiana Nunzio Galantino. «A me sembra strano che si parli di immigrati all'interno del decreto sicurezza. Inserirlo lì dentro significa giudicare già l’immigrato per una sua condizione», «per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere. È un brutto segnale sul piano culturale, perché si tratta di un tema sociale che va affrontato nel rispetto della legalità ma non possiamo considerare la condizione degli immigrati come una condizione di delinquenza».

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