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Chi è Ermini, il renzianissimo nuovo vicepresidente Csm. E M5s lo…

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LA NOMINA

Chi è Ermini, il renzianissimo nuovo vicepresidente Csm. E M5s lo attacca

David Ermini durante il plenum straordinario del Csm (foto Ansa)
David Ermini durante il plenum straordinario del Csm (foto Ansa)

Un renziano alla vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura. Una scelta che provoca l’immediata reazione dei Cinque Stelle. Prima il vicepremier M5s Luigi Di Maio sottolinea, in un post su faceboook, che «il sistema è contro di noi». Poi, a ruota, quella del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, anche lui pentastellato, anche lui con un post su facebook: «I magistrati del Csm hanno deciso di affidare la vice presidenza del loro organo di autonomia ad un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm. Da deputato mi sono sempre battuto affinché il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!».

La notizia: David Ermini, avvocato cassazionista, 59 anni, sposato con due figli, deputato del Pd per due legislature, responsabile Giustizia dei Dem, é il nuovo vicepresidente del Csm, di cui era già membro laico. È stato eletto dal plenum di Palazzo dei marescialli, presieduto dal capo dello Stato. Ermini è uno dei volti televisivi del “renzismo”. Molto attivo sui social, sul suo profilo facebook è solito segnalare le sue partecipazioni nelle trasmissioni in qualità di ospite.

Ermini è passato alla terza votazione, con 13 sì. Un fatto inusuale nella prassi di Palazzo dei Marescialli: nelle consiliature passate, infatti, il vice presidente è quasi sempre passato alla prima votazione, perché si era raggiunta prima l’intesa tra i suoi componenti. Alberto Maria Benedetti, consigliere in quota Cinque Stelle, ha ottenuto 11 voti. Di Maio esprime in un post su facebook il suo sgomento: «È incredibile. Ermini è stato eletto a marzo, si è fatto 5 anni in parlamento con il Pd lottando contro le intercettazioni: la riforma che abbiamo bloccato era proprio la sua. Ora lo fanno pure presidente. Il Sistema è vivo e lotta contro di noi».

Con l’ex segretario dem Ermini ha in comune anche l’origine toscana: è nato 59 anni fa a Figline Valdarno (Renzi è di Rignano sull’Arno), vicino a Firenze ed è proprio lì che ha mosso i primi passi in politica. È stato consigliere comunale dal 1980 al 1985 e poi una seconda volta dal 2001 al 2006. E con l’ex premier ha condiviso più di un tratto di strada. Ermini è stato capogruppo della Margherita dal 2004 al 2009 quando alla presidenza della Provincia di Firenze c’era Renzi, è poi dal 2009 al 2013 presidente del consiglio provinciale del capoluogo toscano.

Nel 2013 il salto in Parlamento: approda alla Camera dei deputati, eletto nelle liste del Pd. L’anno dopo arriva la nomina a responsabile Giustizia del partito, nella seconda segreteria Renzi. Sull'inchiesta Consip, che coinvolge anche Luca Lotti e il padre di Renzi, assume posizioni nette. Come gli interrogativi che pone di fronte all’ipotesi che il capitano del Noe Scafarto, che ha indagato per la procura di Napoli, possa aver compiuto dei “falsi”: «Prima si prende di mira Renzi poi si lavora su indagini? Ci sono mandanti?».

In Parlamento torna con le elezioni di marzo ma stavolta si è trattato di un’esperienza brevissima terminata a luglio viene scelto tra i laici del Csm.

Un recente post dei Deputati Pd (retweetato da Ermini) con l’intervento in Parlamento del neo vicepresidente del Csm, in cui prende di mira il Ministro della Giustizia Bonafede

A pochi minuti dall’elezione, Ermini mette in evidenza che nel nuovo incarico assumerà una posizione di indipendenza rispetto alle diverse parti politiche, a cominciare da quella Dem. «Ho chiesto la sospensione dell’iscrizione al mio partito perché ritengo che quando si assume un incarico istituzionale si deve avere la possibilità di essere libero», dice in un breve intervento dopo la sua elezione. Chi arriva al Csm, aggiunge, «dismette la propria casacca», e «risponde solo alla legge e alla Costituzione».

«Da oggi inizia - ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - una nuova pagina per il Consiglio superiore della magistratura, con l’azione del vicepresidente e del collegio» perché il Csm è «un organo collegiale che porta avanti collegialmente i compiti assegnati dalla Costituzione».

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