«Come giudicare un governo che si pone l’obiettivo di aumentare di mezzo milione i pensionati? Direi che si dovrebbe parlare di un esecutivo non previdente». Lo ha detto il presidente dell'Inps Tito Boeri, commentando le misure inserite dal governo nella nota di aggiornamento al Def approvata ieri. Boeri sottolinea che «c’è una grande iniquità nelle scelte del governo sulle pensioni e questo è un pericolo molto serio» e che «nella litania diffusa» della lotta agli sprechi «l’unico spreco da ridurre è lo spread».
Sulle pensioni scelte pericolose e inique
L’aumento dei pensionati «si dice che servirà a liberare opportunità di lavoro per i giovani ma non c'è nessuna garanzia che
questo avvenga» avverte Boeri, spiegando che «le imprese di fronte all'incertezza tenderanno a ridurre gli organici e a gestire
così gli esuberi». «Nel nostro Paese non c’è mai stata la sostituzione di pensionati con i giovani - ha aggiunto - e tutto
questo oltretutto avviene in un contesto di rallentamento della crescita, aggravato dal decreto dignità e dal pronunciamento
della consulta. È difficile che di fronte alle pensioni le imprese assumano».
«Gesto di irreponsabilità»
«Ammesso e non concesso che per ogni pensionato creato per scelta politica ci sia un lavoratore giovane - ha spiegato Boeri-
bisogna tenere conto che chi va in pensione oggi in media ha una retribuzione di 36.000 euro lordi, mentre un giovane assunto
con contratto a tempo indeterminato, cosa molto rara, avrà una retribuzione di 18.000 euro. Quindi ci vorrebbe la retribuzione
di almeno due giovani lavoratori per pagare una pensione. «Si stanno toccando equilibri molto delicati - ha continuato il
presidente Inps- è un grande gesto di irresponsabilità. Il patto intergenerazionale non si regge non solo sulla sostenibilità
finanziaria ma deve avere anche una percezione di equità».
«Unico spreco da ridurre è lo spread»
«Si dice che si potrebbero finanziare operazioni come quelle sulle pensioni contrastando gli sprechi» ha continuato Boeri,
«è una litania diffusa, ma gli sprechi sono difficili da ridurre perché la riduzione di ogni spreco viene a danneggiare qualcuno
che gode di un trattamento di favore. C'è solo uno spreco che potremmo oggi ridurre senza danneggiare nessuno, quello degli
oneri sul nostro debito pubblico, lo spread». Secondo il presidente Inps «non c'è alcuna ragione per cui il nostro Paese
debba avere 100 punti di interesse in più da pagare sul debito pubblico di un Paese come il Portogallo, che ha lo stesso
livello di debito pubblico del nostro Paese o fino a 150 in più della Spagna». «Questa spesa pubblica aggiuntiva che dobbiamo
destinare al pagamento degli interessi sul debito pubblico è davvero uno spreco - ha aggiunto - dovremmo misurare gli sprechi
da come si riesce a gestire, Ci sono cause legate alle scelte politiche condotte nel nostro Paese dietro alla dinamica dello
spread».
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