Portata l’asticella del deficit al 2,4%, per il reddito di cittadinanza si dovrebbero liberare più risorse. Il ministro Luigi Di Maio ha indicato, al termine del Cdm che ha esaminato i nuovi tendenziali di finanza pubblica in vista della legge di Bilancio, la cifra di 10 miliardi di euro a disposizione per la misura, sottolineando come l’intervento possa rappresentare un aiuto per oltre 6 milioni di italiani in condizione di povertà.
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Le ipotesi tecniche allo studio
Lo strumento, secondo le ipotesi tecniche circolate nei giorni scorsi, dovrebbe funzionare così: 780 euro mensili per tre anni, ma prorogabili. Ci sarebbero quattro requisiti: vale a dire, ricerca attiva del lavoro, completamento dei percorsi di formazione, involontarietà della disoccupazione, e
reddito familiare.
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La misura si perde se si rifiutano tre proposte di impiego “congrue”. Resta da capire come si relazionerà con la Naspi, l’attuale assegno di disoccupazione per chi perde un impiego.
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L’importo del reddito (per un single)
La soglia dei 780 euro mensili, indicata più volte dai “grillini” è calcolata per un single. Ci si arriverebbe con un meccanismo
ad integrazione; per i pensionati si è calcolato che sarebbero da aggiungere in media circa 300 euro (alla pensione minima o a quella sociale), per un disoccupato o un lavoratore “povero”, percettori già di una forma minimale di reddito, si stima che serviranno altri 480 euro medi mensili (per raggiungere la cifra di 780 euro).
Qualora, invece, il disoccupato non dovesse risultare percettore di alcun reddito, avendone comunque i requisiti, avrebbe diritto all’intero assegno di 780 euro. L’ammontare della prestazione verrebbe rideterminato tenendo conto delle economie che si manifestano all’aumento dei componenti del nucleo familiare. In questi casi, la prestazione verrebbe rideterminata tramite l’utilizzo di una scala di equivalenza. Oggi, con il Rei, il Reddito di inclusione introdotto dai governi Renzi-Gentiloni, le soglie sono due: un Isee non superiore a poco più di 6mila euro e 20mila euro di patrimonio, esclusa la prima casa.
L’attivazione
Secondo la proposta pentastellata, la presa in carico dei percettori di reddito di cittadinanza sarebbero appannaggio dei
centri per l’impiego. Di qui, la proposta, correlata, di intervenire anche sui Cpi (si ragione di una dote di 1,5 miliardi iniziali) per migliorarli
(oggi le performance dei centri per l’impiego sono del tutto insoddisfacenti in larghissima parte del Paese).
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