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Reddito di cittadinanza, Di Maio: «A chi imbroglia sei anni di…

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le misure nel def

Reddito di cittadinanza, Di Maio: «A chi imbroglia sei anni di galera»

Il Def è arrivato in nottata alle Camere. E, così come rende noto Palazzo Chigi, conferma gli obiettivi, i tempi di attuazione delle riforme e le cifre. Previsti 9 miliardi per il reddito e pensioni di cittadinanza e 7 per la quota cento. Le risorse per altre misure, centri per impiego (1 miliardo), flat tax (2 miliardi), assunzioni straordinarie per le forze dell'ordine (1 miliardo), truffati per le banche (1,5 miliardi) sono previste in altri capitoli di spesa.

«Sono 16 miliardi per le due misure principali. Per la Fornero si varia da 7 a 8 nel 2019, a seconda di quanti sceglieranno di andare in pensione, e per il reddito si va da 8 a 9. Se per la Fornero ce ne sono 7 al reddito ne vanno 9, se alla Fornero ne servono 8 al reddito ne vanno 8. È matematica». Passate poche ore dal vertice di governo che ha messo il sigillo sulle cifre di cornice inserite nella nota di aggiornamento al Def è stato il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini a mettere ordine nell’accavallarsi dei numeri. In mattinata Radio Anch'io trovano conferma nelle parole del capo della Lega l’aumento delle pensioni di invalidità, due miliardi per la flat tax e un premio per le famiglie numerose, un contributo per la natalità».

Quando al reddito di cittadinanza, nel pomeriggio l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, in occasione del question time al Senato precisa che «non dà un solo euro a chi sta sul divano, perché avranno tutta la giornata impegnata per la formazione e lavori pubblica utilità e non avranno il tempo di lavorare in nero e se imbrogliano si beccano 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge».

Cercando di evitare lo scontro frontale con Bruxelles, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, insieme al premier Giuseppe Conte e al ministro dell'Economia Giovanni Tria, hanno annunciato a grandi linee come si comporrà la legge di Bilancio malgrado più di un'incognita resti sullo spazio macroeconomico di insieme. Di sicuro c’è che il debito calerà di 4 punti nel triennio e il deficit viene ritoccato al 2,1% nel 2020 e all'1,8% nel 2021. Ma che nel 2019 rimane comunque al 2,4%. Ma in effetti sulle destinazioni indicate dai due partiti di maggioranza nel dopo riunione a Palazzo Chigi è tutto un rincorrersi di versioni, con l’effetto di una guerriglia di numeri così come di date sull'entrata in vigore delle rispettive misure.

La crescita del Pil indicata nella nota di aggiornamento al Def «si dovrebbe attestare attorno a un numero che ci permette di stare attorno agli standard di una manovra che viene presentata in Europa quindi non oltre l'1,5%-1,6% ma quando partiranno» le misure della manovra «il Pil potrà crescere anche oltre quelle stime» ha detto il vicepremier Luigi Di Maio parlando con i cronisti al
Senato, che ha aggiunto: «Ci saranno i 10 miliardi per il reddito di cittadinanza, i 7 miliardi per la legge Fornero, il miliardo e mezzo per i truffati delle banche. Ci saranno tutte le misure e i soldi per realizzare tutte le misure che abbiamo promesso. Ce ne saranno così tanti che addirittura ripaghiamo i debiti che ci hanno lasciato i governi del Pd e infatti l'Ivanon aumenterà. Facciamo quello che abbiamo promesso».

Fonti leghiste rivendicavano 10 miliardi per pensioni (7 miliardi), flat tax (2 miliardi) e un maxi piano di assunzioni per la sicurezza (1 miliardo). Poi una nota congiunta dei due partiti provava a fare chiarezza («le misure partiranno all'inizio del 2019 e saranno finanziate con una copertura di circa 20 miliardi di euro, 10 reddito di cittadinanza, 7 Fornero, 2 flat tax, 1 assunzioni straordinarie»). Chiarezza che tuttavia ancora manca allo stato visto che i partiti non smettono di rimpallarsi uscite sbgaliate da una parte e dall’altra. Per il reddito di cittadinanza le risorse sono pari a 10 miliardi, 9 per il reddito e uno per i centri, secondo quanto ribadiscono con fermezza fonti dei Cinque Stelle in risposta al vicepremier Matteo Salvini. Ospite di Mattino 5, anche il sottosegretario Stefano Buffagni ribadisce lo stesso concetto e commenta: «Ho qui la tabella. Salvini? Era mattino presto forse era confuso». Verità parziale a dire del Carroccio. Il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia si dispiace «che esponenti degli alleati di governo vadano in giro con tabelle non ufficiali e che sono mere simulazioni». È confermato da Garavaglia che la quota 100 per le pensioni partirà al massimo entro il mese di febbraio, «anche se faremo di tutto per renderla operativa già dal 1° gennaio 2019, e che prevede una spesa di 7 miliardi di euro per il prossimo anno».

Sia come sia «non c'è nessuna ipotesi di cambio di questa squadra, squadra che vince non si cambia» annota l’altro vicepremier Luigi Di Maio a Radio Radicale quanto alle ipotesi circolate nei giorni scorsi circa una sostituzione in corsa a Via Venti Settembre.

Def, Conte: deficit 2,4% nel 2019, 2,1% nel 2020, 1,8% 2021

Sul piano formale, nonostante gli annunci la nota di aggiornamento al Def ancora non è stata né pubblicata né trasmessa al Parlamento. Tra le file pentastellate sta circolando una prima tabella con i costi delle varie misure che indicherebbe per il superamento della legge Fornero sulle pensioni solo 5,25 miliardi a fronte dei 7 indicati dalla Lega. Quota che sarebbe raggiunta a partire dal 2020 e che potrebbe indicare il fatto che quota 100 potrebbe essere introdotta non a inizio anno, come continua a sostenere la Lega, ma da marzo-aprile. Si tratterebbe però, fanno sapere seccamente da via Bellerio, solo di “simulazioni” ancora “non ufficiali”. Per il reddito di cittadinanza questa prima tabella indicherebbe invece il costo in 9 miliardi, coperti per 1,648 miliardi dagli stanziamenti aggiuntivi già a bilancio per il 2019 per il Reddito di inclusione (Rei). Il costo totale sarebbe calcolato in 13,1 miliardi il primo anno, per salire a oltre 15 il secondo e a 16,1 nel 2021.

Dalla Basilica di Assisi, dove è stato in visita, il premier Giuseppe Conte difende l’impostazione di politica economica data alla manovra. L'Italia «merita un futuro di crescita e di prosperità», sottolinea Conte evidenziando che «non ci siamo limitati ad approvare un mero documento contabile, in cui abbiamo inserito numeri e calcoli algebrici. Abbiamo delineato un programma di riforme avendo cura dei bisogni delle persone. Pensando a loro abbiamo progettato misure volte a garantire equità e sviluppo sociale». In particolare il premier si è detto «particolarmente orgoglioso» del reddito di cittadinanza. «Non offriamo un sussidio assistenziale. Facciamo scoccare la scintilla che consentirà di rendere pienamente partecipi della nostra comunità politica, economica e sociale tante persone che in questo momento ne sono escluse».

Si viene a sapere intanto che una parte delle entrate in avanzo dall'asta delle frequenze 5G andrà al fondo ristoro per i risparmiatori truffati dalle banche.

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