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lettera DELLA COMMISSIONe europea

La Ue all’Italia: «Il Def fonte di seria preoccupazione»

La Commissione europea ha risposto all’invio a Bruxelles della Nota di aggiornamento relativa al Documento economico e finanziario da parte del ministro dell’Economia Giovanni Tria, sottolineando che la revisione al rialzo degli obiettivi di deficit è «fonte di seria preoccupazione». La lettera di due pagine non contiene alcun giudizio sul bilancio ancora in preparazione a Roma. L'Italia ha tempo fino al 15 ottobre per inviare la Finanziaria a Bruxelles.

In attesa del bilancio programmatico per il 2019, la Commissione europea scrive di «prendere nota delle intenzioni del governo di rivedere gli obiettivi di bilancio per il 2019-2021 (2,4%, 2,1% e 1,8% rispettivamente)», notando che si tratta di «una deviazione rispetto al precedente percorso» di risanamento dei conti pubblici. Nel contempo, Bruxelles nota che il nuovo Def prevede per il 2019 un aumento del deficit strutturale dello 0,8% rispetto a un obiettivo di riduzione dello 0,6% del Pil.

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In questo contesto, l’esecutivo comunitario spiega che i nuovi obiettivi di bilancio italiani rifletterebbero «a prima vista una deviazione significativa rispetto al percorso raccomandato dal Consiglio» e sono «fonte di seria preoccupazione». Nella lettera, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici chiedono quindi alle autorità italiane «di assicurare che la Finanziaria sia rispettosa delle regole comuni di bilancio».

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Questa presa di posizione della Commissione europea non è prevista dal diritto comunitario. La missiva è stata inviata da Bruxelles dopo che il governo Conte, in rispetto a una legge italiana, ha inviato all'esecutivo comunitario la Nota di aggiornamento del Documento economico e finanziario. Formalmente, la Commissione è chiamata a prendere posizione solo sulla prossima Finanziaria, che come detto è attesa a Bruxelles entro il 15 ottobre.

IL DOCUMENTO / LA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DEF

Immediata la replica del ministro dell’Economia Giovanni Tria: «Ai partner europei spiegherò perché abbiamo ritenuto necessario scostarci dal percorso che era stato precedentemente concordato. Ovviamente quando accade questo, la Commissione risponde, farà dei rilievi e apriremo un dialogo costruttivo su come andare avanti». E poi: «Sono sempre ottimista, altrimenti non sarei qui».

IL DOCUMENTO / LA RELAZIONE AL PARLAMENTO SUL DEF

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