«Permettetemi la libertà di un suggerimento». Era al termine del pranzo, nel momento dei saluti che Sergio Mattarella ha voluto lasciare la sua impressione su questi giorni ad alta tensione sia al premier che ai ministri che l’accompagnavano. E il senso del suo consiglio è partito dalla considerazione che Europa e mercati interagiscono, in qualche modo possono specchiarsi e riflettere l’uno le tensioni sull’altro e che quindi cambiare i toni sull’Ue diventa opportuno e forse necessario. Riprendere un dialogo costruttivo, insomma, può aiutare ad affrontare le prossime settimane in cui lo spread sembra non smettere di pedinarci oscillando sempre vicino a quota 300 quasi come se aspettasse un passo falso, la goccia fatale. Non è chiaro se il suggerimento del capo dello Stato verrà accolto. Sta di fatto che il tema del pranzo al Quirinale con Conte, Salvini e Di Maio, Tria e Moavero, Savona e Bonafede e il sottosegretario Giorgetti è stato il prossimo Consiglio Ue del 17 e 18 e l’euro-summit in cui probabilmente si comincerà a discutere della manovra italiana. Dunque, se davvero ci sarà un cambio di toni si verificherà da qui a una settimana.
A parlarne è stato il ministro Tria, forse il più preoccupato tra i commensali, che ha chiarito come il contesto che ci vede oggetto di attacchi interni ed esterni ci metta già in una condizione di difficoltà nella trattativa europea. Sul tavolo c’è l’unione bancaria e il fondo salva-stati con due passaggi per noi indigeribili e su cui siamo pronti a mettere il veto: quello che prevede un tetto al possesso di titoli di Stato da parte delle banche e la disciplina sulla ristrutturazione del debito. E visto che l'intesa per andare in porto ha bisogno di unanimità, sia la prossima settimana che prevedibilmente nel vertice di dicembre, ci sarà un nulla di fatto. Ugualmente problematico sarà - a margine dell'euro-summit - l’avvio del negoziato sulla manovra italiana visto che all’Europa sarà appena arrivato il Dbp, il documento con cui il Governo sintetizza la legge di stabilità per avere il giudizio Ue. Evitare la bocciatura è la “mission” di Tria, Conte e Moavero che cominceranno a tastare il terreno, peraltro piuttosto impervio dopo i giudizi negativi di Bankitalia e soprattutto dell’Ufficio parlamentare di bilancio che è parte integrante della procedura europea. Tra l’altro, anche se non se ne è parlato al pranzo, di certo a Mattarella non saranno piaciuti gli attacchi che dal Governo, soprattutto da Di Maio, sono arrivati agli organismi indipendenti.
Chi invece, a differenza di Tria, mostrava più fiducia era il premier Conte sicuro del sì dell’Europa una volta che saranno spiegati i numeri della legge mentre Savona ha insistito sul suo argomento: cioè che la Bce diventi prestatore di ultima istanza. Una battaglia forse del domani che certo non risolve il problema dell’oggi. Insomma, il passaggio stretto in Europa sul bilancio resta ma almeno sull’immigrazione sembra che il ministro Salvini incassi i primi applausi. A raccontarlo è stato lui stesso riferendo dei complimenti ricevuti dalla Polonia e Gran Bretagna al vertice di Lione.
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