È il punto che ancora divide le due anime della maggioranza. Condono o ravvedimento? Un dilemma dietro il quale Lega e Movimento 5 Stelle cercano la quadra intorno alla pace fiscale, o meglio intorno alla componente più importante della pace fiscale, da inserire nel decreto legge in vista del Consiglio dei ministri del pomeriggio di lunedì 15 ottobre. Le distanze sono sull’ipotesi di uno sconto non solo su sanzioni e interessi ma anche sulla quota capitale, ossia l’imposta da versare.
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L’idea del Movimento 5 Stelle è che con la dichiarazione integrativa speciale fortemente voluta dalla Lega in realtà si aprirebbero le porte a un vero e proprio condono fiscale. Per questo i pentastellati hanno messo sul tavolo del confronto il ravvedimento rafforzato, ossia la possibilità per chi ha presentato la dichiarazione (e quindi si è già denunciato al Fisco) di autocoreggersi dichiarando di più senza il pagamento di sanzioni e interessi.
Il potenziamento del ravvedimento
Quindi per il Movimento 5 Stelle biosgnerebbe potenziare lo strumento giàesistente del ravvedimento, che senza toccare le
imposte dovute sulla quota di imponibile fatta emergere concede riduzione di sanzioni e interessi in relazione con il tempo
con cui ci si ravvede rispetto alla scadenza di dichiarazione.
La proposta della Lega
L’integrativa semplice, invece, pensata dalla Lega consentirebbe di pagare con un’aliquota forfettaria il maggior imponibile fatto emergere. E in questo caso ci sarebbero comunque almeno due ulteriori nodi da sciogliere con i Cinque Stelle: l’aliquota del forfait
e il tetto di quanto è possibile sanare.
CONDONO FISCALE, LA PROPOSTA DELLA LEGA
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