Il fine ultimo è abbassare le tariffe Rc auto al Sud. Ma il modo in cui il Governo intende raggiungere l’obiettivo al momento non è noto. Si parla genericamente di norme per garantire una tariffa «più equa». Il timore che serpeggia in ambienti assicurativi e che in parte trova conferma nei primi riscontri politici è che si torni a ragionare sulla questione della tariffa unica, ossia su un livellamento generale del premio.
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La novità, nel caso, sarà contenuta nel decreto legge omnibus che accompagnerà la manovra. Si punterebbe dunque a realizzare una vecchia ambizione di molti dei guidatori che viaggiano in zone “critiche” del paese in termini di sinistrosità e truffe, ossia stabilire che, per chi si trova in prima classe di bonus-malus, le tariffe siano uguali su tutto il territorio nazionale.
Un’idea, fino ad oggi, che non ha mai realmente varcato la soglia del Parlamento. E per diverse ragioni, alcune di opportunità. La prima è perché l’effetto, immediato, sarebbe quello di provocare un rincaro dei prezzi al Nord e una caduta al Sud. La variazione, consistente, sarebbe però completamente disancorata dal concetto chiave di merito, inteso come livello di incidentalità.
Prime proiezioni, fatte all’interno di alcune compagnie assicurative di rilievo, stimano che un intervento a gamba tesa di questo tipo porterebbe a un rincaro della tariffa fino al 40% a Bolzano e una discesa addirittura del 65% a Napoli. Ad Aosta invece salirebbero del 35%, a Trento del 25% e a Vicenza di quasi il 28%. Diversamente a Massa Carrara crollerebbero del 42%, a Pistoia del 37% e a Salerno del 44%. Ma come si arriva a queste cifre? Supponiamo di avere un portafoglio di polizze, esclusivamente auto, del valore totale di 150 milioni di euro. Bene, se si elimina “l’effetto province”, ossia la variabile legata al rischio di circolare con la vettura in una determinata area del paese, la somma si riduce a 100 milioni. Tuttavia, la compagnia assicurativa per una questione di equilibrio economico ha necessità di spalmare quei 50 milioni che mancano per poter gestire al meglio il rischio. Ovviamente questi vanno riversati sul portafoglio e se lo si fa in maniera indistinta, ossia senza tenere conto delle differenti classi merito, l’esito è quello di un crollo delle tariffe in aree oggi poco virtuose e il balzo in zone decisamente meno problematiche. Le compagnie, in sostanza, per abbassare i prezzi al Sud, dove sono oggettivamente maggiori gli indicatori di rischio, dovrebbero aumentare quelli al Nord.
«Bisogna fare molta attenzione a trattare questi argomenti con la dovuta attenzione perché siamo una delle travi portanti del sistema nazionale», ha detto ieri il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola, a margine di un convegno a Trieste. Il riferimento era alla manovra che vede le assicurazioni coinvolte anche su un altro fronte, ossia quello dell’incremento della pressione fiscale. Una stangata che potrebbe valere fino a 1 miliardo di euro per il settore, stando alle tabelle del documento sulla manovra inviato a Bruxelles. Una somma che arriva dalla rideterminazione degli acconti sui premi.
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In questo scenario, per il momento, l’Ania, l’associazione che rappresenta gli assicuratori, sta seguendo con attenzione l’evoluzione della manovra. In particolare sull’Rc auto. L’idea, peraltro, è che l’intervento in questo ambito possa concretizzarsi sulla portabilità della scatola nera. Come detto Palazzo Chigi ha parlato genericamente di tariffa equa e di eliminare «i vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore a un altro», senza ulteriori specifiche. Il maggiore vincolo nel passaggio è oggi rappresentato dalla black box, elemento che permette una forte scontistica sui premi, ma che è legato alla singola compagnia. Se si cambia assicuratore, infatti, si deve smontare l’apparecchio. La legge ha infatti stabilito la portabilità ma di fatto non è ancora operativa. Elemento, anche questo, che gioca a sfavore di un’equiparazione delle tariffe tra Nord e Sud.
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