Prima il vertice politico a tre tra il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, poi il Consiglio dei ministri, hanno sciolto i nodi emersi negli ultimi giorni, dopo lo scontro tra M5S e Lega sulla paternità delle norme sul condono. Risultato: dal decreto fiscale vengono stralciati le parti su scudo penale, riciclaggio e capitali all’estero. La versione aggiornata del testo verrà “bollinata” lunedì.
In cambio della cancellazione dei punti controversi i Cinque stelle si sono impegnati a ritirare gli emendamenti non condivisi al decreto sicurezza («la soluzione la troveremo, l'unica cosa è che in questi giorni è stato un po' difficile parlarci» ha assicurato Di Maio). Il M5S ha insistito anche per lo stralcio della parte del decreto relativa allo scudo su riciclaggio e autoriciclaggio e al termine della riunione il premier ha annunciato: «Non ci sarà nessuna causa di non punibilità». E, a domanda diretta dei giornalisti, è stata esclusa la anche la «volontà di fare una patrimoniale».
Lo “scambio” M5s-Lega contempla anche altri provvedimenti: la legittima difesa, su cui Salvini avrebbe ottenuto la rassicurazione che non arriveranno proposte di modifica per procedere
speditamente e la sanatoria edilizia su Ischia, cara al M5S, verso la quale la Lega potrebbe deporre le armi. Il ministro
dell’Interno avrebbe inoltre ottenuto sul fronte immigrazione (e dopo le liti con la Francia) il via libera dell’alleato di
governo a misure più incisive per la blindatura dei confini.
Salvini mostra soddisfazione: «Chiudiamo questa settimana con serenità fiducia compattezza e con questo impegno, e qua ci
sono tre uomini di
parola». Poi spiega che c’è l’accordo «per recuperare quello che c’era nel contratto e non aveva trovato spazio: il saldo e stralcio
delle cartelle di Equitalia, per le persone che versano in difficoltà economiche». «Un «enorme successo». Anche Di Maio insiste
sullo stesso punto: «Potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà.
Abbiamo ribadito all’unanimità in Cdm che non c’è alcuna volontà di favorire chi ha capitali all’estero. Grazie a questo decreto
nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti». L’accordo politico è illustrato dal presidente
del Consiglio: «In sede di conversione di questo decreto legge troveremo una formulazione adeguata a tutti i contribuenti
che versano in situazioni di specifiche, oggettive difficoltà economica».
Moody's, nel declassare il rating dell'Italia ha fissato ieri una previsione (outlook) di “stabilita” del voto di affidabilità
per il futuro. Tra gli indicatori positivi ha sottolineato «l’alto livello di benessere delle famiglie italiane, considerato un importante
cuscinetto contro gli shock futuri e anche un sostanziale potenziale fonte di risorse per il governo». L’accenno è stato
letto come l’indicazione ad un possibile uso del risparmio privato degli italiani, storicamente a livelli molto alti, nel
caso ci fosse necessità di consolidare i conti pubblici. Una patrimoniale? «Non c’è nessuna volontà» hanno chiarito il premier
e i suoi due vice.
Nel corso della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri Conte è tornato sul caso di “manomissione” del decreto fiscale denunciato da Di Maio. «L’articolo 9 del dl - è la ricotruzione offerta dal premier - è stato redatto nel corso di svolgimento del Consiglio dei ministri. Mi è stato portato un foglio, e si tratta di norme complesse e ho preferito quindi io stesso riassumere i termini dell'accordo politico e non enunciare l’articolo parola per parola che, comunque, non avrebbe chiarito». «Quello che poteva essere un passo indietro, poi è diventato un passo avanti, visto che ora faremo la rottamazione delle cartelle di Equitalia» ha commentato Salvini.
Nel Consiglio dei ministri, oltre al varo del decreto fiscale riscritto, si è fatto il punto sulla linea da tenere con Bruxelles sulla manovra. La risposta alla durissima lettera dei commissari europei dovrà arrivare entro lunedì, proprio mentre si capirà la reazione dei mercati al declassamento di Moody’s con outlook stabile. «Il clima che abbiamo in Europa - ha detto Conte - è di dialogo e di disponibilità e lo abbiamo ribadito, siamo comodamente collocati in Europa». Un punto sul quale insistono anche i due vicepremier. «Non c’è alcuno proposito di uscire dall’Ue o dalla moneta unica, stiamo bene in Ue le cui regole vogliamo modificare» chiarisce Matteo Salvini; «finché resterò capo politico del M5S e finché ci sarà questo governo non c'è nessuna volontà di lasciare Ue o la zona euro, c’è la volontà di sedersi con le istituzioni Ue» conferma Luigi Di Maio.
Martedì il verdetto della Commissione che, senza modifiche sostanziali, si preannuncia una bocciatura formale. Nella risposta del governo alla Ue si confermerà il deficit al 2,4% ma si sottolineerà la temporaneità della strategia di indebitamento e la necessità di spingere sugli investimenti, anche grazie a una politica di semplificazioni che comprende la riforma del codice appalti e quella della giustizia civile.
«A nome del governo smentisco che si sia pensato a una riduzione del deficit che resta al 2,4%. Se dovessimo ridurlo non avremmo la riforma alla Fornero, il reddito di cittadinanza». Così il vicepremier Luigi Di Maio aveva smentito le voci di un possibile abbassamento del rapporto tra deficit e Pil già per il 2019, voci che erano circolate dopo la notizia del declassamento dell’Italia da parte di Moody's.
In serata il vicepremier Di Maio ha partecipato al Circo Massimo alla kermesse Italia 5 Stelle: «Stasera dopo tre ore di Consiglio dei ministri posso dirvi che nel decreto fiscale non ci sarà nessuno scudo e nessun condono... Ce l’abbiamo messa tutti in questi tre giorni e non per combattere qualcuno ma per affermare un principio: l’onestà». E ancora: «In questo ultimo anno abbiamo cercato di tenere sempre alti i valori del Movimento. E fino a che li abbiamo rispettati ci hanno fatto crescere».
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