Un livello dello spread a 320? Non è la febbre «a 40 ma neanche a 37. È un livello che non possiamo mantenere molto a lungo, non tanto per l’impatto sugli interessi sul debito che è molto lento, ci vogliono quasi sette anni perché si trasmetta su tutto lo stock, ma uno spread alto pone un problema per il sistema bancario, per la parte più debole». E ancora: «Non ci sono motivi» che giustifichino questi livelli di spread: «I fondamentali dell'Italia sono solidi». Il problema «è l’incertezza politica». Lo ha detto il ministro dell’economia Giovanni Tria a Porta a Porta.
In un’intervista a Famiglia Cristiana tornando sulle parole del portavoce della
presidenza del Consiglio Rocco Casalino in merito all’operato del Mef e dei suoi tecnici («Se poi all'ultimo non escono i
soldi per il reddito di cittadinanza, tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di m... del Mef»), Tria ha commentato:
«Non desidero commentare volgarità e minacce contro funzionari dello Stato, specie se questi ricoprono una funzione di garanzia ed indipendenza universalmente riconosciuta e prevista dall’ordinamento».
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A stretto giro la replica del M5s: «L’audio rubato al Portavoce del Presidente del Consiglio, Rocco Casalino, è un'altra vergognosa pagina di giornalismo.
Quelle parole erano dette in privato e tali dovevano rimanere. Non si trattava affatto di minacce ma il Portavoce riportava
quella che è la linea del Movimento 5 Stelle, perché tutto il Movimento è convinto che alcuni tecnici del Mef non svolgono il proprio ruolo con indipendenza e professionalità. Ci sorprende che il ministro Tria invece di fare valutazioni di merito e pulizia nel suo Ministero li difenda a prescindere».
Arriva poi anche la dichiarazione del premier Giuseppe Conte:
«Non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto affermato un mese fa. Già in quell'occasione ho espresso piena fiducia al mio
Portavoce Rocco Casalino».
Tria: nessun motivo per cambiare manovra, è corretta
«Credo che la Commissione Europea debba spiegare perché boccia una manovra, perché ha chiesto di fare un altro bilancio» ha
aggiunto il ministro Giovanni Tria, ospite di Porta a Porta. La manovra verrà rivista? «Per ora non ci sono dei motivi - ha
risposto - perché pensiamo che la manovra sia corretta. È corretta perché il contesto economico è cambiato da giugno ad oggi.
Credo che un Governo si deve muovere seriamente nel contesto in cui opera: mi fa pensare che dobbiamo avere questo tipo di
manovra espansiva». E ha chiosato: «Non c'è nessun piano B», «monitoreremo ciò che accade» e «sarà sempre una analisi razionale della situazione economica su cui decidere cosa fare».
Il 2,4% di deficit «è il tetto massimo» per il 2019. «Certo se dovesse verificarsi una crisi come il 2008 qualcosa cambieremmo», ha puntualizzato.
«Lettera Ue mi ha sorpreso, valutazioni superficiali»
«La lettera della Commissione europea di ieri non credo sia stata molto meditata, in molte parti mi ha lasciato perplesso
e anche sorpreso per alcune valutazioni superficiali. Per esempio su alcune misure che non ci sono, evidentemente le hanno
lette sui giornali» ha detto ancora Tria riferendosi alla lettera con la quale è stata bocciata la Legge di bilancio. «Mi ha lasciato perplesso per l’alto livello tecnico della Commissione», ha ripetuto.
«Vedremo stress test prossimo mese e si vedrà come intervenire»
Sulle banche «vedremo gli stress test il prossimo mese, si vedrà il livello di capitale e lì si vedrà come intervenire» ha
specificato il ministro dell’Economia parlando dell’impatto dello spread sul sistema bancario e sulle affermazioni del sottosegretario
Giancarlo Giorgetti: «Una ricapitalizzazione si può fare in tanti modi ma non è che come ministro dell'Economia mi metto a
parlare di questo», ha aggiunto. «La Bce non può aiutare un singolo paese a meno che non si cambino i Trattati» ha poi ricordato riferendosi alle dichiarazioni di esponenti di Governo su un possibile ombrello di Francoforte qualora
la situazione dell’Italia dovesse peggiorare a causa della Legge di bilancio.
«Smentisco contrasti con Salvini e Di Maio»
Il ministro in un'intervista a Famiglia Cristiana ha poi smentito «contrasti con Salvini e Di Maio, come con qualsiasi altro
membro del Governo. Discuto delle misure di Governo nell'ambito delle mie competenze come ogni altro ministro. In genere si
è d’accordo. Quando non lo si è, si discute. Non ho mai minacciato le dimissioni, sono voci - ha dichiarato - messe in circolazione
da chi vuole mettere in difficoltà l’esecutivo. Del resto i giornali hanno cominciato a parlare delle mie dimissioni ancora
prima che giurassi».
Rispondendo alla domanda se invece della flat tax non sarebbe stata più utile una patrimoniale sui redditi più alti per una
maggiore giustizia sociale, Tria ha definito la patrimoniale «una misura distruttiva, in quanto scatena la fuga dei capitali liquidi e colpisce il patrimonio immobiliare
facendone crollare il valore. La conseguente riduzione della ricchezza, inoltre, impatta negativamente sui consumi con pericolosi effetti recessivi, come
visto in passato».
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