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Salvini-Di Maio, vertice su manovra e banche. Verso nuovi ritocchi…

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le tensioni nella maggioranza

Salvini-Di Maio, vertice su manovra e banche. Verso nuovi ritocchi al condono

Domenica di lavoro per Matteo Salvini e Luigi di Maio che si sono visti ieri mattina a Palazzo Chigi per affrontare i diversi dossier aperti, dal caso banche alla manovra, dalle tensioni su Tap e Tav al decreto fiscale, dal decreto sicurezza alle nomine Rai. «Abbiamo parlato di economia, manovra, conti pubblici. Nessuna banca sarà in difficoltà, siamo positivi e lavoriamo come Lega e Movimento Cinque stelle in sintonia per la crescita e il cambiamento del paese, come prevede il contratto di governo» ha detto al termine dell’incontro Matteo Salvini, provando a gettare acqua sul fuoco delle tensioni che si percepiscono tra i due alleati di governo alla vigilia di una settimana che si profila intensissima per l’esecutivo.

Qualche ora dopo in una nota anche Di Maio parla del vertice domenicale: «Molti i temi affrontati nel corso dell'incontro con Matteo Salvini a palazzo Chigi: dalla manovra, le cui misure sono per noi irrinunciabili, al sostegno alle banche, senza però che a rimetterci siano i cittadini. Andiamo avanti compatti e senza incertezze per realizzare tutti i punti che sono contenuti nel contratto di Governo. Contratto che resta la pietra angolare della nostra azione politica e attraverso cui realizzeremo quel cambiamento tanto atteso».

Manovra e banche
Gli occhi sono puntati sulla riapertura dei mercati domattina e sullo spread. Più di un esponente di governo è infatti convinto che i livelli dello spread delle ultime settimane, altalenanti fra i 300 e i 330 punti base, non siano sostenibili a lungo senza che le banche (e non solo) ne paghino duramente il prezzo. C’è poi il testo della manovra che tarda ad arrivare in Parlamento. Qualche giorno fa Di Maio ha assicurato che sarà disponibile fra lunedì e martedì. Anche questo provvedimento avrà probabilmente un impatto sui mercati. Sul caso banche esce allo scoperto, durante un’intervista a Maria Latella su Sky Tg 24, anche il viceministro leghista all’Economia Massimo Garavaglia: «Siamo convinti che il sistema sia molto solido, quindi l’intervento non sia necessario e speriamo che la febbre passi presto. Ove fosse necessario intervenire, lo si farà e in fretta». Oggi è prevista anche un’asta Bot a sei mesi che contribuirà a dare il polso di tassi e rendimenti.

Le tensioni su Tap e Tav
Dopo il sì del governo al gasdotto Tap, l’ala movimentista dei Cinque stelle è in ebollizione. Alcuni parlamentari hanno alzato la voce contro Di Maio contestandogli la presenza di penali nel caso l’opera fosse stata accantonata. Gli esponenti pugliesi, capeggiati dal sindaco di Melendugno, sono furibondi e attaccano frontalmente la ministra Barbara Lezzi. La quale risponde duramente: «Le maniere da teppistello con le quali il sindaco di Melendugno mi intima di non tornare lì non mi fanno paura perché non ho niente da temere». Nel frattempo si apre il fronte Tav. Dopo le dichiarazioni di Di Maio che fanno presagire uno stop, domani il consiglio comunale di Torino voterà un ordine del giorno M5S che impegna il governo a dire no alla Tav. In consiglio, a protestare, ci sarà un nutrito gruppo di imprenditori, artigiani e commercianti.

Dal decreto fiscale al Dl sicurezza
La settimana che si apre oggi avrà sotto i riflettori il decreto fiscale, all’esame della commissione Finanze del Senato. Una parte del Movimento Cinque stelle chiede apertamente di rivedere le norme che non sarebbero compatibili con «i principi» del Movimento. Sembra inoltre che nel testo, anche dopo il Consiglio dei ministri bis convocato per cambiarlo, siano rimaste delle norme riguardanti lo scudo dei capitali detenuti all’estero. Norme che i grillini chiedono di cancellare. «Come sempre basta spiegarsi - è intervenuto ieri sul tema Garavaglia -: c’è tanta carne al fuoco e poco tempo per tutti di entrare nei dettagli. Dal punto di vista dei regolamenti tributari il reddito è reddito indipendentemente dal Paese dove è prodotto ma se ci sono dettagli da affinare lo si dice, e ci si mette al tavolo. Noi siamo disponibili a discutere, così come loro». E sempre al Senato, questa volta alla commissione Affari costituzionali, da questa mattina si votano gli emendamenti al decreto sicurezza, una “creatura” di Salvini. Anche su questo punto, gli alleati di governo hanno linee diverse. Nell’occhio del ciclone le norme sui permessi umanitari, invise a parte di Cinque stelle; e le norme per dare maggiori poteri al sindaco di Roma che Di Maio vorrebbe presentare sotto forme di emendamenti e che Salvini ha promesso di controllare «una ad una».

Dossier nomine
Altro fronte di scontro è quello delle nomine Rai. Fonti giornalistiche parlavano di un vertice domenicale convocato per trovare la quadra su questo tema. Ma Salvini ha tagliato corto: «Quella delle nomine alla Rai è una questione che stanno risolvendo, com’è giusto che sia, Salini e Foa». Sul tavolo anche la nomina del presidente Consob, dopo le dimissioni di Nava. Anche in questo caso il Governo non sembra in dirittura di arrivo.Sabato Garavaglia ha spiegato: «Conoscendo bene la struttura e come lavora non credo ci sia nessun problema dal punto di vista dell’operatività e quant’altro» se manca il presidente.

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