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Manovra, per i risparmiatori dei crack bancari ristori del 30% a titolo…

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Manovra, per i risparmiatori dei crack bancari ristori del 30% a titolo di acconto

Il risarcimento del 30% per i risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie potrebbe essere solo un acconto. Non solo. Con il passaggio di competenze all’arbitro per le controversie finanziare (ACF) della Consob potranno accedere al Fondo di ristoro anche i circa 300mila azionisti delle due banche venete (inclusa Banca Apulea e Banca Nuova) e delle quattro banche risolte (Banca Etruria, Carife, banche Marche e Carichieti) rimasti coinvolti nei crisi bancarie dell’ultimo triennio.

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Una procedura supersemplificata per la domanda di accesso, con tanto di consultazione pubblica per recepire le indicazione dei risparmiatori e la possibilità di risolvere gli arbitrati solo sulla base delle documentazione prodotta. Inoltre, una task force di 55 unità specializzate per la costituzione presso l’arbitro Consob di 10 collegi arbitrali dedicati. Obiettivo dichiarato: chiudere la pagina nera dei risparmiatori truffati in cinque anni. Sono solo alcune delle principali novità contenute nella bozza del disegno di bilancio in arrivo alla Camera.

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Il tetto al ristoro
La manovra di bilancio potenzia il Fondo per i risparmiatori cui potranno rivolgersi gli azionisti che hanno subito un danno patrimoniale per la violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dal testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, nella prestazione dei servizi e delle attività di investimento relativi alla sottoscrizione e al collocamento di strumenti finanziari. Il ristoro potrà essere del 30% nel limite di 100mila euro. Ma si tratta di una percentuale che potrebbe crescere. Infatti la norma prevede che all’esito del processo di ristoro potrà essere aumentata la misura percentuale dei rimborsi, tenendo conto delle risorse effettivamente ancora disponibili.

La Consob apre a 300mila azionisti
Con la nuova disposizione l’arbitro Consob sarà il solo ad occuparsi degli azionisti delle banche fallite mentre l’Anac continuerà ad occuparsi dei risparmiatori in possesso delle obbligazioni subordinate. Per altro anche i risparmiatori delle banche venete potranno accedere all’arbitrato dell’Autoroty anticorruzione. Non rimarrà escluso neanche chi già aveva ottenuto un parziale rimborso (pari a circa il 15% del valore dell'investimento) dei risparmi persi per effetto delle proposte transattive avanzate dalle due banche venete prima di essere poste in liquidazione. Questa platea di risparmiatori potrà ottenere la differenza tra importi già percepiti e quelli liquidati nella sentenza o pronuncia favorevole. In tal caso, tuttavia, la liquidazione degli importi spettanti sarà postergata.

Task force
Viene previsto il potenziamento dell’arbitro Consob con la costituzione di un massimo di dieci collegi arbitrali e con l’assunzione di 55 dipendenti a tempo determinato che dovranno essere assegnati alle istruttorie dei ricorsi presentati. Prevista inoltre una corsia preferenziale per chi ha un Isee sotto i 35.000 euro, per loro ci saranno uno o più collegi dedicati.

Procedura semplificata
La domanda per accedere all’arbitrato dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2019. E la procedura è di fatto quella già operativa e prevista dal regolamento Consob. In sostanza non si prevedono decreti o provvedimenti attuativi che, come nel recente passato hanno di fatto bloccato e allungato i tempi per ottener gli indennizzi. Il solo provvedimento attuativo sarà quello della stessa Consob. E a 45 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio (16 febbraio 2019) l'autorità della borsa dovrà stabilire regole e criteri semplificati per la presentazione dei ricorsi. Inoltre l’arbitrato potrà svolgersi solo sulla base di accertamenti documentali presentati dal risparmiatore. Da tempo i risparmiatori chiedevano l’accertamento del loro diritto al rimborso anche senza alcun contraddittorio. Così come chiedevano di poter partecipare alla stesura delle regole di accesso. Regole che saranno oggetto di consultazione pubblica secondo quanto prevede la nuova norma. La domanda dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2019.

La dote del Fondo
Il Fondo di ristoro nasce con una “maxi” dotazione finanziaria iniziale di 525 milioni di euro per ognuno degli anni 2019, 2020 e 2021. In primo luogo recuperando la dotazione del fondo risparmiatori della passata legge di bilancio e pari a 25 milioni l’anno per il triennio 2019-2021 e poi andando a pescare le risorse non utilizzate dei conti dormienti. Entro il 30 marzo 2019 il Fondo ristoro sarà così dotato di 525 milioni per gli altri 500 milioni. Inoltre le somme non impegnate al termine di ciascun esercizio finanziario non andranno perdute e viene previsto espressamente che saranno conservate nel conto dei residui per essere utilizzate negli esercizi successivi.

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