Nel 2019 il Pil crescerà «ben al di sotto dell'1%». Un dato molto lontano dall’1,5% previsto dal Governo. È la stima formulata all’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor da Andrea Montanino, capo economista di Confindustria, dopo il dato Istat che segna una stagnazione nel terzo trimestre.
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Il dato congiunturale non sorprende Montanino: «È in atto un rallentamento dell’economia europea, lo diciamo da mesi, che si ripercuote sull’economia nazionale. Il tema vero – spiega il capo economista di Confindustria – è cosa succede il prossimo anno, l’effetto trascinamento sul 2019 peggiora e la Manovra non avrà effetti espansivi rilevanti», dice.
L’ultima previsione del Centro studi di Confindustria formulata prima dell’approvazione della Legge di bilancio, indicava una crescita dello 0,9% il prossimo anno, ma a questo punto non si esclude che possa addirittura essere inferiore. Le misure della Manovra lasciano freddo il capo economista di Confindustria: «Non ci sono interventi pro-imprese, tra la stretta sulla banche che si scaricherà su imprese e famiglie, vista la redditività già bassa, l’eliminazione dell’Ace, l’indebolimento di Industria 4.0, l’assenza di credito per la formazione. Il reddito di cittadinanza non avrà effetti espansivi, e comunque ci vorrà tempo visto il meccanismo complesso», osserva.
Sui dati Istat che segnano una preoccupante frenata del Pil italiano interviene anche il viceministro dell'Economia, Massimo Garavaglia: «Ad oggi le stime di crescita alla base della manovra non cambiano», afferma. Questo dato, ha aggiunto Garavaglia, «giustifica il fatto che bisogna dare una spinta alla crescita e alla spesa per investimenti. È un dato che ci conforta nella decisione di proseguire lungo questa via».
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