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Dossier Ai 150 all’ora in autostrada? Che cosa prevede la proposta della Lega

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Dossier | N. 509 articoliCircolazione stradale

Ai 150 all’ora in autostrada? Che cosa prevede la proposta della Lega

(Afp)
(Afp)

Davvero si potrà andare legalmente a 150 all'ora in autostrada? Non sarà così facile: occorrerà trovare un accordo politico, prima che passi la proposta del presidente della commissione Trasporti della Camera, Alessandro Morelli. In “compenso”, ci si dovrebbe preparare a rispettare il limite dei 90 all'ora anche sulle tante superstrade a doppia carreggiata dove di fatto oggi si viaggia sui 130 come in autostrada.

A prescindere dai contenuti di dettaglio, che devono ancora essere definiti prima che Morelli formalizzi la sua proposta, il primo nodo è politico e rischia di trasformarsi nell'ennesimo contrasto tra Lega (il partito di Morelli) e 5 Stelle. Di questi tempi, forse non ce n'è bisogno e quindi probabilmente non se ne parlerà a breve.

Resta il fatto che la Lega è storicamente favorevole all'innalzamento del limite a 150, i 5 Stelle hanno ereditato una buona fetta di elettorato ecologista che hanno già deluso rimangiandosi la contrarietà ad alcune grandi opere. E da sempre gli ecologisti, per diminuire le emissioni di CO2 e gas inquinanti, vorrebbero addirittura abbassare il limite ai 120 di cui si discusse nel 2006 (ministro Alessandro Bianchi) o addirittura ai 110 imposti nell'estate 1988 da Enrico Ferri, sopravvissuti l'autunno successivo solo per i weekend e sostituiti l'anno dopo con gli attuali 130 da Giorgio Santuz.

Da quei tempi, osserva Morelli, le condizioni sono cambiate. In particolare, le dotazioni di sicurezza delle auto e dei mezzi pesanti e le abitudini dei guidatori. Col Tutor molti si sono sì abituati a rispettare i limiti, ma nel frattempo sono arrivati gli smartphone a portare quella distrazione che secondo stime informali degli addetti ai lavori causerebbe ormai il 40% degli incidenti. Tanto che la scorsa estate, subito dopo che il Tutor è stato spento perché dichiarato contraffatto, il numero dei morti in autostrada è sensibilmente diminuito, a fronte di un aumento limitato degli incidenti.
La circolazione senza Tutor ha poi confermato che gli automobilisti, se sanno di non essere controllati, quando sono in corsia di sorpasso senza tanto traffico si tengono sui 150. Come vent'anni fa, quando il limite informale era proprio questo.

Ma quando sarebbe possibile andare a 150, secondo la proposta di Morelli? Sui tratti a tre corsie dove ci sono il Tutor (quando Autostrade per l'Italia adotterà un sistema non contraffatto e in grado di funzionare su tutti i trecento portali del sistema originario) e l'asfalto drenante. Rispetto all'articolo 142 del Codice della strada attualmente in vigore, cambia molto: oggi i 150 sulle autostrade a tre corsie (più quella di emergenza) con Tutor (anche senza il drenante) sono teorici perché rimessi alla volontà dell'ente proprietario (che non se ne prenderebbe mai la responsabilità, anche perché spesso la diminuzione degli incidenti dà diritto a una quota di rincaro dei pedaggi) se ci sono non meglio precisate condizioni favorevoli di traffico e incidentalità.

Molto probabilmente, se si vuole evitare un flop, occorrerà precisare queste o altre condizioni. Altrimenti gli enti proprietari, pur in presenza di un limite generale a 150, imporrebbero limiti locali a 130 aggirando la nuova norma. Tanto più che ci sono situazioni rischiose non sanate su lunghi tratti, come l'insufficienza delle reti di recinzione per la quale Autostrade per l'Italia ha posto da anni segnali di “pericolo animali” su buona parte di A1 e A14 in Emilia Romagna. Comunque Morelli precisa di essere contrario anche lui ai 150 su tratti a tre o più corsie già critici.

Dal punto di vista pratico, sulle autostrade più importanti l'innalzamento del limite taglierebbe i tempi di percorrenza solo di notte e negli altri orari “morti”. Negli orari di punta o di traffico comunque sostenuto, già una media di 130 è spesso una chimera e, se aumentassero gli incidenti, si moltiplicherebbero di conseguenza le code.

Mentre si discute di limiti più alti, si dimentica che lo scorso febbraio, nelle pieghe del decreto ministeriale sulle Smart road (noto per fissare le caratteristiche anche di connettività per supportare in futuro la guida autonoma) c'è l'obbligo di installare entro il 2025 controlli di velocità media su tutte la rete stradale italiana Ten-T (cioè di rilevanza europea). Quindi occorrerà non solo completare la copertura di tutte le autostrade, ma anche installare sistemi di quel tipo (evoluti in base a nuove tecnologie già disponibili, anche per dare allarmi in tempo reale) su molte statali, non necessariamente superstrade a carreggiate separate.

L'obbligo non è strettamente vincolante e gli appalti saranno molto allettanti. Verosimilmente si opporranno i Comuni, che rischiano di perdere gli incassi delle multe: i sistemi, per quel che al momento stabilisce il Dm, saranno gestiti dalla Polizia stradale.

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